Il 27 maggio, gli Stati membri dell’Unione Europea hanno approvato in via definitiva un’importante modifica alle normative sulle emissioni di CO2. Una decisione che avrà un impatto significativo sul settore automobilistico: i costruttori non rischieranno più sanzioni nel 2025, grazie a un nuovo metodo di calcolo delle emissioni medie.
Regole sulle emissioni CO2 allentate: niente multe per i costruttori nel 2025

Il cambiamento principale riguarda il periodo di riferimento per il monitoraggio delle emissioni. Anziché essere basato su un singolo anno, il calcolo sarà effettuato su una media triennale, comprendente il 2025, 2026 e 2027. La proposta, avanzata dalla Commissione Europea, è stata approvata dal Parlamento europeo a inizio maggio con una larga maggioranza (458 voti favorevoli, 101 contrari e 14 astensioni).
Questa modifica rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno per i costruttori automobilistici, molti dei quali rischiavano sanzioni per miliardi di euro a causa del mancato rispetto dei target di riduzione delle emissioni. Il rallentamento delle vendite di auto elettriche e, per alcuni, la transizione all’elettrico, unito alla crescente pressione della concorrenza cinese, ha messo in difficoltà diversi case automobilistiche europee.
Non sorprende quindi che siano stati proprio i costruttori a spingere per un allentamento delle regole. Tra i più attivi, il CEO di Renault, Luca de Meo, che ha più volte lanciato appelli a favore di una maggiore flessibilità normativa, rappresentando anche le istanze degli altri player del settore.

Ma non tutti accolgono con favore la decisione. Le associazioni ambientaliste denunciano questo compromesso come un pericoloso passo indietro nella lotta contro il cambiamento climatico. Diane Strauss, direttrice di Transport & Environment France, ha criticato apertamente la misura, chiedendo alla Commissione di non cedere ulteriormente alle pressioni dell’industria: “Questa concessione all’industria automobilistica deve restare un’eccezione. La Commissione deve mantenere saldi gli obiettivi per il 2030 e il 2035. Rallentare l’elettrificazione dell’Europa non è una risposta valida per competere con la Cina.”
Le critiche non arrivano solo dalle ONG, ma anche da alcuni dirigenti del settore automobilistico, che già mesi fa avevano messo in discussione questa decisione. Secondo loro, il provvedimento rischia solo di posticipare le sanzioni: se un costruttore non riuscirà a rispettare i limiti nel 2025, sarà costretto a compiere uno sforzo ancora maggiore per rientrare nei parametri nel 2026 e 2027.