BMW torna al centro delle cronache giudiziarie in Svizzera, questa volta per una controversia commerciale con un proprio partner storico. Una storia finita (più o meno) bene. La Commissione federale della concorrenza (Comco) ha infatti archiviato un procedimento nei confronti del colosso automobilistico tedesco, ma ha disposto che la società si faccia carico dei costi dell’intera procedura legale.
La vicenda trae origine da un’autorimessa elvetica, per decenni concessionario ufficiale e centro assistenza per i marchi BMW e MINI, che aveva realizzato investimenti milionari in vista di un’espansione dei rapporti con la casa di Monaco. Tuttavia, BMW avrebbe interrotto unilateralmente la collaborazione, senza proporre un’alternativa di transizione considerata soddisfacente dal partner commerciale.

Nel corso delle indagini, le parti sono giunte a un’intesa temporanea per prorogare il rapporto di fornitura, circostanza che ha convinto Comco ad archiviare l’accusa di violazione del diritto della concorrenza. Secondo l’autorità, questa soluzione ha contribuito a chiarire i dubbi relativi a possibili pratiche anticoncorrenziali, come una presunta limitazione geografica nelle vendite all’interno dello Spazio Economico Europeo.
Il comportamento iniziale di BMW è stato giudicato “potenzialmente illecito”, poiché l’autorimessa risultava in una posizione di dipendenza economica, priva di valide alternative commerciali. Per questo motivo, pur chiudendo l’istruttoria, Comco ha stabilito che BMW debba sostenere tutte le spese procedurali. La decisione può comunque essere contestata dinanzi al Tribunale amministrativo federale.

La questione si inserisce in un contesto più ampio. BMW è anche oggetto di un’altra indagine svizzera per aver presumibilmente impedito la vendita di veicoli a clienti svizzeri da parte di rivenditori situati in altri Paesi europei, comportamento che potrebbe sfociare in una multa fino al 10% del fatturato realizzato in Svizzera.
Sul fronte nordamericano, intanto, non mancano altri problemi. BMW ha annunciato il richiamo di circa 150.000 veicoli commercializzati tra il 2007 e il 2010 negli Stati Uniti, a causa di un malfunzionamento della pompa carburante.