All’IAA Mobility di Monaco stride l’assenza delle auto elettriche economiche

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Il salone dell’auto bavarese propone quasi esclusivamente modelli proibitivi per un gran numero di persone

Il salone di Monaco di Baviera sta fornendo un buon numero di motivi di interesse, dopo le proteste degli attivisti per il clima che ne hanno movimentato le prime ore. Tra le presentazioni avvenute sino ad ora, hanno destato particolare interesse quelle di BMW e Mercedes, intenzionate a portare la loro sfida a Tesla nel segmento premium.

Sin dalle prime battute, però, è parso evidente un dato di fondo: l’IAA Mobility non è certo la casa cui rivolgersi se si cercano modelli elettrici economici. Un dato di fondo non certo sorprendente se si pensa alla storica funzione dei maggiori saloni dell’auto tedeschi. Tale però da stridere in un momento in cui proprio il versante dei prezzi promette di diventare decisivo nella battaglia tra i vari marchi dell’automotive globale.

Un versante curato con certosina attenzione non solo da Tesla, che ha provveduto ormai da tempo a limare con forza i propri prezzi, ma anche dalle aziende cinesi. Proprio i produttori del Dragone, in effetti, stanno puntando sui mercati più importanti con il timone saldamente orientato verso una politica commerciale estremamente aggressiva. Con un intento che sembra sempre più evidente: togliere terreno sotto ai piedi ai marchi europei, i più svantaggiati al momento sotto questo particolare aspetto.

bmw-vision neue klasse
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IAA Mobility 2023: la convenienza non sembra rappresentare un input da seguire

Reperire una vettura elettrica in grado di non mettere in crisi i bilanci familiari: chi si proponeva di accostarsi all’IAA Mobility 2023, seconda edizione della kermesse bavarese, si sarà immediatamente accorto della pratica impossibilità di conseguire questo ambizioso obiettivo.

Sino a questo momento, infatti, il salone di Monaco non ha proposto modelli sotto i 40mila euro. Una vera e propria soglia psicologica che potrebbe mettere paura a non pochi utenti della strada che, pure, vorrebbero far rifiatare l’ambiente passando alle vetture green.

Se le speranze in tal senso ricadevano proprio su Tesla e sui produttori cinesi, si può dire che sono andate sostanzialmente deluse. Per quanto riguarda il marchio californiano, infatti, il prezzo di partenza della Model 3 di nuova generazione si attesta a quota 42.490 euro. Tesla ha portato la versione model year 2024 della sua berlina a Monaco nel preciso intento di spingere gli europei a prenderci confidenza. Resta da capire se proprio un prezzo il quale resta sostanzialmente proibitivo non sia destinato invece a far riflettere molti aspiranti acquirenti.

Per quanto riguarda i produttori cinesi, l’attenzione è stata calamitata in particolare dalla BYD Seal, la vettura su cui il brand ripone molte speranze, proponendosi di intaccare le quote di mercato di Tesla. Quella che si prefigura come diretta rivale della Model 3, infatti, ha un costo pari a 46.890 euro. Mentre Xpeng ha portato le sue G9 e P7, rispettivamente a 49.990 e 57.990 euro.

La sostanza non cambia se si passa ad altre case. A partire da MINI, che ha portato in Baviera la nuova Cooper SE e l’inedita Countryman. La prima tocca infatti i 40mila euro, mentre la seconda comporta un esborso maggiore. Mentre Ford offre il suo Explorer a 45mila euro.

Auto elettriche low cost? Per ora solo i concept

Naturalmente, non sono mancati veicoli caratterizzati da costi meno gravosi per l’utente medio. Al momento, però, si tratta esclusivamente di concept. Il caso emblematico è quello di Opel, che ha presentato il suo Experimental, che dovrebbe presentare un costo più contenuto e la nuova Astra Sports Tourer Electric. I primi modelli ispirati al concept, infatti, dovrebbero attestarsi sotto i 30mila euro, ma non saranno pronti prima del 2026. Mentre è già in commercio la seconda, con un prezzo che parte da 43.490 euro.

Opel Experimental

Debutterà invece nel 2025 la Pear, un SUV compatto che sarà commercializzato a circa 30mila euro da Fisker. A fronte di questi prezzi si può ampiamente capire il notevole rallentamento che sta caratterizzando la vendita di auto green in Europa. Con un caso emblematico, quello rappresentato dall’Italia, ove neanche gli incentivi governativi sono riusciti a spingere il settore.

Un trend che è stato ufficializzato da Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, il quale all’inizio dell’anno ha dichiarato: “Senza incentivi le auto elettriche sono ancora troppo costose per la classe media. La sfida è quanto velocemente si riusciranno a ridurre i costi per venderle anche senza. Basta vedere quanto è successo in Germania: non appena sono stati sospesi gli incentivi, il mercato è crollato.”

Fisker Pear
Fisker Pear

Agire sul versante dei prezzi è fondamentale

Il tema dei prezzi è sempre più importante, soprattutto alla luce del forte rallentamento dell’economia globale in atto, che rischia di protrarsi ancora a lungo a causa della particolare situazione creatasi con il conflitto in Ucraina. Se l’Italia rappresenta un vero e proprio caso, reso tale dal continuo calo del potere d’acquisto di salari e pensioni, quanto sta accadendo nel nostro Paese prefigura una situazione che potrebbe presto allargarsi.

Il progressivo impoverimento della classe media di molti Paesi e la necessità di tenere in riga i bilanci statali, hanno infatti creato le condizioni peggiori per la mobilità sostenibile. Non solo i modelli elettrici costano troppo per un gran numero di persone, restando proibitivi per le classi popolari, ma anche i governi devono fare i conti con le difficoltà di bilancio. Difficoltà che potrebbero costringere ben presto ad un taglio degli stessi.

Basta in effetti ascoltare le parole pronunciate da Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica in Italia, in merito. Secondo lui, infatti, sino a quando si tratterà di incentivare poche migliaia di auto elettriche anno dopo anno, non sarà impossibile farlo. Il discorso, però, è destinato a mutare profondamente se si pensa all’eliminazione delle auto condotte da motori termici. Quindi a milioni di autoveicoli che dovranno essere sostituiti. Se i prezzi saranno ancora elevati come ora si potrebbe verificare una situazione di assoluto stallo, con un gran numero di persone costrette in pratica a rivolgersi al trasporto pubblico.

Proprio quanto detto sinora fa capire come anche l’IAA Mobility di Monaco rappresenti una vera e propria occasione persa da parte delle case automobilistiche. Non tenere in conto le indicazioni che stanno emergendo con sempre maggiore forza rischia di riverberarsi con grande forza sul mercato delle auto elettriche, anche in futuro.

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