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Auto elettrica, 18 miliardi di accise persi: elettricità più tassata? 

Se le vetture a batteria facessero boom, lo Stato perderebbe preziosi incassi

L’Aci lancia l’allarme auto elettrica. Alla 74a Conferenza del traffico e della circolazione, l’Automobile club d’Italia osserva: con la diffusione delle vetture a batteria, e con i minori consumi legati al progresso dei motori, si ridurranno le entrate fiscali derivanti dalle accise sui carburanti. Parliamo di miliardi di accise. Tasse su benzina e gasolio: siamo sui 18 miliardi di euro annui, considerando il 2018.

Auto elettrica: scenario zero accise

Chiudiamo gli occhi e proiettiamoci nel futuro. Fingiamo che l’auto elettrica faccia boom. Che le vetture a corrente costino poco, abbiano lunga autonomia, si possano ricaricare in fretta. Ipotizziamo che le colonnine di ricarica privata e pubblica siano ovunque, e che il sistema regga. Alla fine, immaginiamo anche che le auto a benzina e diesel spariscano: obiettivo, emissioni zero. Raggiunto in pieno.

Senza auto a benzina e gasolio, buco di 18 miliardi

In questo scenario, lo Stato avrebbe un buco di 18 miliardi annui. Soldi che, ogni 12 mesi, vanno a coprire spese a non finire. Per cominciare, gli stipendi dei politici che siedono a Roma. Stipendi faraonici. Per un numero gigantesco di onorevoli e senatori. Poi, quei 18 miliardi vanno a tutto l’apparato burocratico-amministrativo che ruota attorno alla politica: una montagna di denaro che esce dalle casse pubbliche. In più quei 18 miliardi servono per pagare le pensioni, e per sorreggere la baracca.

Doppia entrata sui carburanti: anche l’Iva

Perché attenzione: lo Stato ci guadagna due volte col pieno di benzina o diesel. Primo: le accise. Secondo: l’Iva del 22%. Che è un’imposta in più. Accise e Iva che crescono di pari passo col prezzo industriale di benzina e diesel. Il meccanismo è semplice: vanno al fisco sempre e comunque 60 euro ogni 100 euro di pieno alla pompa, grosso modo.

La distopia del prezzo dell’elettricità

L’utopia è nelle menti di tutti: solo auto elettrica. Che non inquina, non fa rumore. E che fa risparmiare. Basta dissanguarsi col pieno di benza e gasolio, che bello l’energia elettrica così low cost. Ma occhio alla distopia: le tasse sull’elettricità che crescono di pari passo con l’aumento delle immatricolazioni di auto elettriche in Italia. Sciocchezze? Una visione pessimista? Sarà. Ma da qualche parte quei 18 miliardi lo Stato deve prenderli. Per i costi della politica anzitutto. E perché l’automobilista-bancomat è una comodità di cui difficilmente la politica riesce a fare a meno. Ve la buttiamo lì: vi siete mai chiesti perché, d’incanto, il prezzo del gasolio è salito così tanto da raggiungere quello della benzina?

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