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John Elkann sul no a Fca-Renault: “Aut aut della Francia”

Il presidente di Fiat Chrysler contesta l’intromissione del governo

John Elkann

Via libera alla fusione, ma solo date precise condizioni. Dopo la comunicazione di Renault di non poter scegliere “a causa della richiesta dei rappresentati nello Stato francese di posticipare il voto” e le pretese in continuo aumento, il numero uno di Fiat Chrysler, John Elkann, e l’amministratore delegato, Mike Manley, hanno constatato che l’accordo era svanito.

John Elkann: “La proposta migliore, ma troppi indugi”

Dieci giorni. Tanto l’idea è durata. In una lettera inviata ai dipendenti, Elkann spiega il ritiro dell’offerta. “La proposta, il suo tempismo ed equilibrio – si legge – erano corretti. La scelta di interrompere il dialogo non è stata presa con leggerezza. Ma con un obiettivo in mente: proteggere gli interessi della nostra società.

Persino la miglior proposta, come lo era questa – precisa il presidente di Fca – ha poche possibilità di raggiungere il successo finale se le sue fondamenta si rivelano instabili alla prova dei fatti”. Insomma, andava presa una decisione in coscienza. “Ci vuole coraggio per iniziare un dialogo come abbiamo fatto noi. Quando però le conversazioni vengono portate fino al punto oltre il quale diventa irragionevole spingersi – conclude – è necessario essere altrettanto coraggiosi per interromperle. E ritornare all’importante lavoro che abbiamo da fare”.

Bruno Le Maire: “Fretta cattiva consigliera”

Nei giorni precedenti Bruno Le Maire, Ministro dell’Economia francese, ha dichiarato che per celebrare il matrimonio tra Fca e Renault sarebbe servito solo altro tempo. Tuttavia, Fiat Chrysler ha voluto forzare i tempi.

“Fca – ha dichiarato Le Maire – ha deciso di ritirare la sua offerta e io rispetto la sua scelta. Questa operazione rappresentava una bella opportunità industriale e questo rimane”. Tuttavia lo Stato, azionista di riferimento, aveva fissato delle condizioni da rispettare, sottolinea il ministro. “Siamo stati chiari sin dall’inizio, esigendo degli impegni sulla tutela dei posti di lavoro e dei siti industriali”.

In merito ad una eventuale riapertura dei negoziati non chiude però del tutto la porta: Pronti a ogni opportunità”, ha comunicato in una lettera inoltrata al personale del gruppo. Che segue ’apertura del ministro francese per i Conti Pubblici, Gérald Darmanin, il quale ritiene le trattative Fca e Renault potrebbero riprendere nei prossimi tempi.

Il ministro Le Maire si è, poi, soffermato sulle richieste avanzate da Parigi: “Qualunque sia la prospettiva di fusione in futuro – ha evidenziato – noi saremo sempre presenti per proteggere l’occupazione e gli insediamenti industriali in Francia. Abbiamo chiesto inoltre garanzie sulla governance del gruppo futuro e abbiamo auspicato la sua partecipazione al programma di batterie elettriche. Su questi tre punti, i negoziati erano stati fruttuosi e avevamo fatto molti passi avanti”, asserisce Le Maire.

Nissan

Sul mancato nulla osta concesso da Nissan, il ministro Le Maire non se l’è sentita di negare: “La nostra prima esigenza era che fosse siglata nel quadro dell’alleanza tra Renault e Nissan. Questo presupponeva che i rappresentanti di Nissan, presenti nel consiglio di Renault, votassero a favore del progetto. Mercoledì sera questa condizione non è stata rispettata: il nostro partner si sarebbe astenuto in caso di voto nel consiglio di Renault””.

Avremmo potuto prendere altro tempo per ottenere il suo appoggio, necessario al lancio della fusione, su basi chiare e solide. Oltretutto il mio viaggio in Giappone nel fine settimana, per il G20 finanziario, mi permetteva di proseguire le discussioni con i nostri partner giapponesi. Ma Fca ha fatto una scelta diversa. Da parte nostra, noi abbiamo agito sin dall’inizio con coerenza e fermezza”, ha chiuso Le Maire.

Indipendentemente da dove stia la ragione, Fiat Chrysler tiene i radar accesi qualora un’opportunità vantaggiosa le dovesse presentarsi. “Continueremo ad essere aperti – avverte John Elkann – a opportunità di ogni tipo che offrano la possibilità di rafforzare e accelerare la realizzazione di questa strategia e la creazione di valore”. Sembrava che la candidatura del gruppo PSA (Peugeot-Citroen-DS-Opel) possedesse i requisiti adatti: peccato che sia francese…

 

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