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La Ferrari F40 di Alain Prost venduta a prezzo record

Quando un esemplare finisce in vendita, è corsa all’accaparramento. Se poi sul libretto c’è il nome di un campione di F1, l’interesse cresce.

Ferrari F40
Foto da profilo Facebook RM Sotheby's

La Ferrari F40 appartenuta ad Alain Prost è ora nella mani di un nuovo custode, che non ha badato a spese per assicurarsi il prezioso lotto. Il nome del primo titolare di questo gioiello automobilistico ha inciso sul valore finale, più alto rispetto alla media. Capita spesso che le auto legate ai Vip scatenino una corsa all’aggiudicazione più accesa del solito.

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Nel caso specifico il rapporto è stato filosoficamente più intimo, perché questa “rossa”, per un certo tempo, ha trovato spazio nel garage di uno dei più grandi assi della Formula 1, che ha gareggiato pure coi colori del “cavallino rampante“. Prost era noto come il “professore”, anche in virtù della sua visione strategica e della pulizia di guida. Quest’ultima dote serve per gestire al meglio la Ferrari F40, poco incline a perdonare le esuberanze, specie se frutto dell’ardimento di chi non conosce bene l’arte del pilotaggio, come può accadere per un collezionista comune.

La regina delle “rosse” è un missile ruotato, dai limiti altissimi, ma per raggiungerli bisogna saperci fare. Chi non ha dimestichezza con “belve” del genere è meglio che si mantenga nei limiti del buonsenso, persino in pista. Lo stile di guida di Alain Prost potrà essere un buon riferimento, per la sua fluidità. Il nome del grande campione francese, vincitore di 4 titoli mondiali in Formula 1, è un valore aggiunto dell’esemplare passato di mano. Lo si è visto nel prezzo di aggiudicazione; lo si vedrà sempre nel suo spirito e nella sua essenza storica.

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Il fortunato acquirente ha speso 3.886.250 dollari per avere la sua ex Ferrari F40. A tanto si è fissato il rilancio più alto, nell’asta di RM Sotheby’s ad Abu Dhabi. Tradotto in una valuta a noi più cara, siamo a circa 3.337.000 euro, centesimo in più centesimo in meno. Molti avrebbero voluto aggiudicarsi un lotto così prestigioso, ma per il tenore della spesa, la stragrande maggioranza delle persone ha dovuto confinare la speranza al mondo dei sogni, magari in attesa di una vincita imprevista o di un successo professionale di elevato spessore.

Ferrari F40
Foto da profilo Facebook RM Sotheby’s

Già alla vigilia era prevedibile che i rilanci si sarebbero spinti oltre i valori, già altissimi, che la Ferrari F40 sta raggiungendo negli ultimi tempi. Le aspettative si sono confermate in pieno, toccando cifre superiori alle stime. Qui la provenienza speciale dell’esemplare ha fatto la differenza. Come riferito in un precedente articolo, questa “rossa” fu consegnata nuova al “Professore” nel 1990, come sigillo della sua prima stagione nella scuderia di Maranello.

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Prost, pur amandola, non la tenne molto con sé, perché voleva evitare di catalizzare gli sguardi nelle sue uscite private. Fra le caratteristiche del mezzo, il suo autografo apposto sul tetto, su richiesta del primo acquirente. Altri owner sono entrati in suo possesso nel tempo. Ora è il turno di un nuovo custode, che saprà fare un uso degno di un simile gioiello. Bassa la percorrenza accumulata nel tempo: solo 2.961 miglia.

Questa vettura è priva di catalizzatori e di sospensioni regolabili, molto utili nella tela di vita reale, in presenza di dossi, cunette, buche, dissuasori ed altri elementi del genere. Nel 2016, la Ferrari F40 di cui ci stiamo occupando ottenne la certificazione Ferrari Classiche: un altro plus di un certo rilievo. Per il resto, nulla da aggiungere alle solite parole di lode che vanno a un’opera d’arte così nobile. Stiamo parlando della supercar per antonomasia, della regina delle “rosse” moderne.

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Il suo aspetto è travolgente. Ogni tratto del suo stile entra nel cuore con l’energia di un carisma unico e irripetibile. Parlare di un capolavoro assoluto è un eufemismo. Anche a volerlo, non si trovano le parole giuste per descrivere degnamente la sua magia. Chiunque abbia visto questa vettura dal vivo ha inteso perfettamente il senso delle mie parole. Se l’estetica è al top, il resto non è certamente da meno, a partire dal motore.

Stiamo parlando di un V8 biturbo da 2.9 litri di cilindrata, in grado di esprimere una potenza massima di 478 cavalli, con un vigore a dir poco vulcanico, che incolla al sedile, imprimendovi la morfologia delle vertebre. Ogni colpo sul pedale del gas elargisce emozioni della miglior specie, ma incute pure un certo timore reverenziale. Fa tutto parte della sua poesia, che rivive nel perfetto equilibrio delle variabili. Qui ogni elemento, dall’aerodinamica alle sospensioni, interagisce armonicamente con tutti gli altri, per una alchimia di sublime splendore, frutto del genio creativo di un’unica mente pensante: quella del compianto ingegnere Nicola Materazzi.

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Fonte | RM Sotheby’s