Il polo produttivo Stellantis di Termoli, una delle colonne portanti della manifattura automobilistica italiana, sta vivendo una fase di profonda decadenza industriale. Al centro del dramma, la storica linea di produzione dei motori FIRE, che per decenni ha rappresentato l’eccellenza della meccanica made in Italy.
A denunciare la situazione è la FIM CISL, sindacato metalmeccanico che parla senza mezzi termini di “funerale del motore FIRE”. Quel propulsore, che ha alimentato una lunga serie di modelli Fiat e Alfa Romeo, viene ora dismesso nel silenzio quasi totale delle istituzioni e con un atteggiamento di apparente indifferenza da parte di Stellantis.
La linea produttiva dei motori 8 valvole è già fuori uso, mentre quella dei 16 valvole verrà interrotta entro l’estate. Anche propulsori di fascia superiore come il GME 2.0L e il prestigioso V6 Nettuno, simbolo delle Maserati ad alte prestazioni, risultano oggi a forte rischio. L’unica produzione residua riguarda i motori GSE FireFly, destinati a modelli come la Fiat Panda e l’Alfa Romeo Tonale. Ma non basta a tenere in vita un impianto che un tempo contava oltre 3.500 addetti e che oggi ha meno di 2.000 operai attivi.
Intanto la Spagna accelera, attirando investimenti green da miliardi, mentre i 370 milioni annunciati dalla Regione Molise sembrano essersi dissolti nel nulla. Il clima è cupo. I lavoratori Stellantis sono disillusi, i camion escono dallo stabilimento carichi di macchinari smantellati. “Si sta smantellando un’eccellenza, senza un piano per ricostruire”, denuncia Fabrizio Boschini, segretario nazionale FIM CISL, che chiede un vertice urgente con governo, Stellantis e ACC.
A destare ulteriore preoccupazione è il fatto che la nuova linea eDCT, che dovrebbe garantire un piccolo salvagente occupazionale, sarà operativa solo dal 2026 e genererà appena 300 posti di lavoro. Il passaggio all’elettrico, sbandierato come il nuovo corso, appare oggi privo di una strategia concreta per Stellantis Termoli. Anche il progetto della futura Fiat 500 ibrida attesa per novembre 2025 non ha una roadmap chiara.
Recita il comunicato FIM CISL: “Da mesi osserviamo una gestione cieca e priva di visione da parte dei vertici di Stellantis, caratterizzata da incertezze, mancate risposte e decisioni che sembrano orientate più alla mera gestione dell’esistente che alla costruzione del futuro. Oggi diciamo basta. Nessuna prospettiva concreta, nessun futuro garantito per le lavoratrici e i lavoratori. Il management del gruppo Stellantis continua a rinviare ogni discussione strategica, mentre lo stabilimento di Termoli, con le sue maestranze e professionalità, resta ostaggio di scelte opache e ritardi incomprensibili.
[…] Basta parole: vogliamo impegni scritti, risorse certe e tempi definiti. Per questo motivo, il gruppo dirigente della Fim-Cisl, supportato da tutta l’organizzazione, chiede a Stellantis, Acc e al Governo di convocare rapidamente un tavolo ministeriale per definire il futuro dello stabilimento e della regione. […] In questo contesto di incertezza dei mercati, il primo gesto di responsabilità nei confronti dei lavoratori di Termoli da parte di Stellantis sarebbe quello di mantenere la produzione del motore FIRE fino a quando non sarà garantita una reale alternativa. L’annuncio della produzione del nuovo cambio eDCT, per noi, non è sufficiente a garantire l’occupazione per tutti”.