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FCA: gli stabilimenti di Pratola Serra e Cento sarebbero a rischio chiusura

La crisi del diesel mette a rischio i due stabilimenti italiani

Lo scorso novembre, con l’ufficializzazione del “Piano Italia”, il gruppo FCA ha annunciato un gran numero di novità in arrivo, nel corso del triennio 2019 – 2021, per gli stabilimenti italiani dell’azienda a partire da Melfi, dove entrerà in produzione la Jeep Compass, e sino ad arrivare a Pomigliano d’Arco, Cassino e Mirafiori, con il debutto di modelli come il C-SUV Alfa Romeo, il D-SUV Maserati e la 500 Elettrica. 

Nonostante i tanti annunci, l’obiettivo della piena occupazione è ancora lontanissimo e sono tanti gli stabilimenti italiani che, per i prossimi mesi, dovranno fare i conti con ammortizzatori sociali di vario tipo. Tra le situazione più critiche in assoluto troviamo gli stabilimenti di Cento, in provincia di Ferrara, e di Pratola Serra, in provincia di Avellino, dove il gruppo FCA concentra la sua produzione di motori diesel per svariati modelli oggi sul mercato.

In questi ultimi mesi, le vendite delle auto diesel hanno fatto registrare un evidente calo in Europa ed il gruppo FCA, soprattutto a causa dell’assenza di reali alternative “elettrificate”, sta faticando più del dovuto. Gli stabilimenti di Cento e Pratola Serra, rispetto ad altri siti di produzione del gruppo, non possono contare su di un futuro certo. 

FCA non ha ancora annunciato alcun programma di riconversione dei siti ed ha rimandato a data da destinarsi la fine di produzione dei motori diesel, nella speranza che le vendite possano tornare a crescere. La realtà resta comunque molto difficile anche considerando gli attuali livelli produttivi dei due siti. La produzione dei motori diesel, come quello per le Maserati che viene prodotto a Cento o quelli per le Alfa Romeo realizzati a Pratola Serra, è ai minimi termini e, al momento, non ci sono reali prospettive di crescita per il futuro.

auto diesel

Secondo il Segretario della Fiom Cgil, Michele De Palma,gli stabilimenti Fca di Pratola Serra e Cento sono a rischio chiusura”. In un’intervista rilasciata al magazine Nuova Irpinia, l’esponente della Fiom è tornato su di un argomento che il sindacato aveva già trattato nei mesi scorsi, la riconversione “verde” delle linee di produzione diesel anche grazie all’aiuto dello Stato che, ad oggi, è stato del tutto assente sulla questione.

Secondo De Palma, infatti, è importante “attuare una conversione sistemica e interna dello stabilimento per garantire la produzione ad un impatto ambientale ridotto o nullo. Il motore diesel si spegne pian piano e se contestualmente non si attiva il comparto elettrico, si rischia che dalla nuova sfida si esce vinti anziché vincitori”

La questione del diesel all’interno degli equilibri di FCA è fondamentale. Le auto diesel continueranno ad essere commercializzate ancora per molti anni ma è chiaro che i volumi di vendita sono, inevitabilmente, destinati a ridursi ed i due stabilimenti di Cento e Pratola Serra potrebbero andare in contro ad una crisi ancora peggiore di quella attuale. 

Staremo a vedere se ed in che modi FCA intende dare vita ad un programma di riconversione concreto in grado di sostenere la crescita della produzione auto in Italia che, come visto nelle scorse settimane, è tornata ad essere negativa dopo diversi anni di crescita. 

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