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Stellantis e automotive in Italia: c’è l’accordo fra Ministero e regioni

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e le regioni dove insistono gli stabilimenti Stellantis in Italia hanno raggiunto un accordo

Stellantis
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Già nei giorni scorsi il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso aveva espresso il suo punto di vista sul futuro dell’automotive in Italia, legato anche all’apporto di Stellantis verso questa direzione. Allo stesso tempo il ministro aveva ammesso che si rendeva necessario un accordo fra Stellantis e il Governo “per il bene dell’industria dell’auto in Italia”.

Ora il Governo ha raggiunto un accordo, quello siglato fra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e le regioni dove già insistono gli stabilimenti del Gruppo Stellantis in Italia. Ha preso quindi avvio un importante passo in avanti all’indomani della riunione fra il ministro Adolfo Urso, i presidenti di regione e i rappresentanti regionali delle principali aree dove insistono gli stabilimenti di casa Stellantis in Italia presso il Salone degli Arazzi di Palazzo Piacentini.

L’incontro ha permesso di definire quelle che saranno le linee guida che il ministero intende mettere in campo per definire quello che è un vero e proprio “accordo di transizione”, da presentare a Stellantis prima della canonica pausa estiva. Il ministro Urso ha incontrato i vertici delle sei regioni italiane che ospitano stabilimenti del Gruppo Stellantis: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio e Piemonte.

La volontà del ministero rimane quella di concludere un accordo con Stellantis entro il mese di agosto

In precedenza era emerso che il Governo aveva intenzione di raggiungere un accordo con Stellantis entro il mese di agosto, con la necessità di rilanciare la produzione automobilistica Tricolore. D’altronde la prerogativa del confronto rimaneva quella di raccogliere le differenti esigenze e anche le diverse richieste dei territori per proporre un piano unitario e comune che permetterà a Governo Nazionale e regioni di ragionare all’unisono.

La volontà dell’accordo che mette al centro il Gruppo Stellantis è quella di basarsi su tre obiettivi fondanti e quindi da raggiungere: l’incremento dei valori produttivi d’auto sul territorio nazionale, l’aumento degli investimenti in tema di ricerca e sviluppo presso gli stabilimenti italiani con una grande attenzione rivolta ai centri studio di ingegneria e quindi una maggiore tutela verso l’importanza dell’indotto italiano. L’incontro è stato riconosciuto di sicura importanza dalle regioni, le quali hanno anche sottolineato come “l’agire comune possa essere un grande punto di forza nei rapporti con Stellantis, anche rispetto alle singole specificità ed esigenze locali”, si legge nella nota del Ministero.

Urso Stellantis Regioni
La riunione tra il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e i presidenti di regione delle aree territoriali che ospitano gli stabilimenti del Gruppo Stellantis

A margine dell’incontro, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha ammesso l’incontro è apparso estremamente costruttivo “per definire insieme ai governatori delle regioni italiane in cui vi è la gran parte della produzione automobilistica, le linee guida di quel piano nazionale sull’automotive che dovrà concretizzarsi con un confronto ed una intesa che auguro di alto profilo e duratura con Stellantis”.

Le possibilità per altri costruttori

L’accordo però non guarda solo a Stellantis. Il ministro Urso ha ammesso infatti di voler discutere anche con ANFIA per comprendere gli obiettivi dell’indotto in modo da raggiungere un importante accordo di transizione, per invertire la rotta delle attività produttive legate all’auto in Italia.

L’obiettivo del Ministero rimane infatti quello di incrementare la produzione di auto in Italia e investire, anche mediante un necessario apporto di risorse pubbliche. Pareri positivi sono stati espressi anche per ciò che riguarda la possibile ricerca di nuove realtà interessate ad investire in Italia per la produzione automobilistica. Il Governo guarda quindi anche verso questa direzione per comprendere le eventuali risorse a disposizione da parte delle regioni in modo da provare a colmare il divario produttivo fra l’Italia e altri Paesi europei.

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