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Superbollo auto: Governo prossimo ad abolirlo

Il Governo è determinato ad abolire il superbollo auto, dopo essere stato spesso criticato fin dalla sua reintroduzione.

Auto banconote

Reintrodotto nel 2011 con il decreto Salva Italia, il superbollo auto potrebbe avere i giorni contati. L’esecutivo capeggiato da Giorgia Meloni potrebbe fare qualcosa che nelle amministrazioni precedenti non era mai avvenuto, nonostante i tanti proclami lanciati dai poteri forti. Voluta dall’allora presidente del consiglio Mario Monti, la manovra è stata un buco nell’acqua, fin dall’inizio. I dati portati a conoscenza dei cittadini attestano, in maniera inequivocabile, le falle della normativa. Gli introiti derivanti sono stati di gran lunga inferiori rispetto a quanto prospettato dai tecnici. Se vengono prese in considerazione le spese necessarie per la riscossione, si fatica a coglierne la convenienza. Questa è, perlomeno, la tesi dei detrattori, che, nel corso del tempo, sono via via aumentati. Se davvero la manovra preannunciata andrà in porto staremo a vedere, di certo le parti faranno tutto ciò che è in loro potere per riuscirci.

Non sarà un cammino facile, tuttavia è ampiamente diffusa la convinzione che ci siano i presupposti per dare seguito alle parole. In un intervento ai microfoni, l’onorevole Riccardo Augusto Marchetti (Lega) ne ha parlato in maniera esplicita. Attualmente, stanno operando in stretta sinergia con il ministero dell’Economia e delle Finanze, presieduto da Giancarlo Giorgetti, per passare alla fase successiva. Nei piani vi è l’abolizione del superbollo auto, che, lo ricordiamo, va a colpire le vetture aventi una potenza superiore ai 185 kW (252 CV), con un’addizionale erariale extra per ogni kilowatt eccedente tale soglia.

Superbollo auto: Governo determinato ad abolire la micro-tassa

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Quella del superbollo auto è solo una delle tante battaglie intraprese da Giorgia Meloni e dal suo staff. Che fin dal principio ha sottolineato di voler togliere di mezzo le micro-tasse, un fardello amministrativo a cui non corrispondono sufficienti entrate economiche. Tra di loro si ricordano pure quelle sulla laurea, l’insegnamento e l’elenco potrebbe andare avanti ancora a lungo. Tra gli esponenti della classe politica maggiormente impegnati su questo fronte, vi è Marchetti stesso. L’esponente del Carroccio ha confermato di non averla in particolare simpatia, anzi. Mediante un fitto confronto sia con il dicastero chiamato a operare in materia sia con gli stessi operatori della filiera, stanno cercando di trovare una soluzione. I dialoghi costruttivi inducono all’ottimismo in chiave futura, quando, se tutto andrà come previsto, il superbollo auto smetterà di esserci.

Dati alla mano – ha proseguito Marchetti – la tassa non ha dato nessun tipo di beneficio alle casse dello Stato. In base alle previsioni effettuate dalla squadra di analisti, l’importo supplementare da sborsare, in caso di possesso di vetture di alta fascia, avrebbe dovuto condurre a entrate superiori ai 160 milioni di euro. E, invece, già nel primo anno, le cose sono andate diversamente, a livello di gettito ai fini dell’Iva sia del bollo, con delle perdite rispettivamente pari a 93 e 13 milioni di euro. Inoltre, si aggiunge un passivo di più 30 milioni per le Amministrazioni locali (Regioni e Province).

Abolizione del superbollo

Oltretutto, anche se di difficile misurazione, Marchetti sottolinea il danno inflitto all’intera intera industria automotive nazionali. Le Case stesse e l’indotto, compresi i dipendenti, ci hanno rimesso pesantemente. Lungo la nostra penisola – ha proseguito il leghista – le auto hanno sempre rappresentato una parte importante per l’economia e l’occupazione. Si producono esemplari di lusso, che proprio a causa del sovrapprezzo applicato, hanno determinato un netto calo delle vendite o l’immatricolazione attraverso interposto soggetto: le società di leasing aventi sede all’estero. La spirale negativa in cui sono stari risucchiati gli operatori proseguirebbe tuttora, a discapito pure dell’usato.

Nel mentre, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, dà la sua personale approvazione. La tassa – ha dichiarato con fare perentorio – non fa bene a nessuno, né al mercato né alle famiglie coinvolte.

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