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Le 5 Ferrari più belle e passionali dei mitici anni ’80

Ecco alcune “rosse” di grande fascino, sbocciate in un fase storica davvero avvincente, dove l’emozione era la norma.

Ferrari Testarossa

Oggi ho scelto per voi le Ferrari a mio avviso più belle ed entusiasmanti dei mitici anni ’80. Stiamo parlando di un periodo storico che ha fatto sognare molta gente. Un’epoca in cui tutto sembrava possibile. Concedersi dei piaceri non era visto come un peccato. Così si poteva vivere un’esistenza più genuina, non condizionata da formule politicamente corrette imposte dall’alto come dei mantra insindacabili. Il lusso non era una vergogna. Uscire dal grigiore era la norma. Queste “rosse” lo facevano al meglio, con la loro ammaliante esuberanza. Seguiteci nel viaggio alla loro scoperta.

Ferrari F40

In cima alla lista non può che esserci lei. Questa vettura ha fatto sognare la gente più di tutte le altre. La Ferrari F40 nacque nel 1987, per celebrare gli otto lustri di vita della casa di Maranello. Non poteva esserci un modo migliore per omaggiare la ricorrenza. Dire che si tratti della supercar più entusiasmante di sempre è riduttivo. Qui si va oltre la dimensione terrena. Le sue linee sono di straordinario fascino e catturano in modo permanente.

I volumi scorrono in modo plastico, con note di grande ma elegante aggressività, regalando emozioni stellari. Da qualsiasi prospettiva di osservazione si viene rapiti dal suo fascino unico e carismatico. Non c’è dubbio sul fatto che si tratti di un capolavoro assoluto, degno di stare al centro del salone principale del Louvre. Il suo look esotico cattura gli sguardi in ogni contesto, rendendo banale tutto il resto. La Ferrari F40 sembra nata oggi, ma ha 35 anni sulle spalle. Nessuna vettura degli anni a seguire ha saputo essere così coinvolgente. Prima di lei solo gioielli come la 330 P4 e la 250 GTO hanno avuto una presa sensoriale forte come la sua.

Il quadro tecnico non è da meno. Nato sotto un’unica regia (quella dell’ingegnere Nicola Materazzi), offre una preziosa armonia delle variabili. Tutti gli elementi funzionano in modo corale, regalando una poesia caratteriale unica. Motore, telaio, sospensioni, aerodinamica: tutto è perfettamente accordato, per esprimersi con sublime magia, all’unisono. La spinta fa capo a un V8 biturbo da 2.9 litri di cilindrata, che mette sul piatto 478 cavalli di potenza massima. Incredibili le sue scariche di coppia, che incollano al sedile, disegnandovi la morfologia delle vertebre. Nulla è più sanguigno e genuino della Ferrari F40, per emozioni statiche e dinamiche inarrivabili.

Ferrari Testarossa

Questa è un’altra delle opere più carismatiche della casa del “cavallino rampante”. Al suo arrivo in società, nell’ormai lontano 1984, lasciò tutti a bocca aperta, per l’esuberanza del suo look, moderno, raffinato e pieno di carattere. Nello specchio di coda e nella vista di 3/4 posteriore resta un esempio di insuperata bellezza. Anche il resto dell’esecuzione stilistica è al top. Quando fu presentata, lasciò a bocca aperta. Tutti ne volevano una, ma la realizzazione del sogno era possibile per pochi eletti. Gli altri dovevano accontentarsi di un poster in camera o di un modellino in scala.

La Ferrari Testarossa interpreta alla perfezione lo spirito degli anni ’80 ed è un’icona di quel periodo storico votato all’ottimismo e alla spensieratezza. Pininfarina seppe cogliere alla perfezione l’essenza di quella fase storica, traducendola in forme da manuale d’arte. Impossibile non farsi travolgere dallo splendore di questa supercar, che entra nel cuore dalla porta principale. Si tratta di una berlinetta a motore centrale, nata per prendere il posto della 512 BB.

Rispetto all’antesignana è più vistosa e comoda, non solo per l’allestimento dell’abitacolo, ma anche per le minori temperature a bordo, rese possibili dallo spostamento dei radiatori ai lati. Il motore nacque da un affinamento del V12 da 5 litri, con angolo di 180 gradi fra le bancate. Grazie alla nuova testata a quattro valvole per cilindro, erogava una potenza massima di 390 cavalli. In quel periodo storico era una cifra di riferimento. La punta velocistica si spingeva nel territorio dei 290 km/h. Anche se l’aspetto è da un prototipo da pista, la Ferrari Testarossa ha più l’indole di una granturismo…e che granturismo!

Ferrari GTO

È un’auto da sogno, che ha scritto il suo nome nella storia. Aggressiva ed elegante, si concede alla vista con una presa scenica di incredibile intensità. Questa è una delle “rosse” più affascinanti di sempre. I suoi muscoli le consegnano una tensione dinamica che emerge pure da ferma. La Ferrari GTO sembra una 308 GTB vitaminizzata, ma è completamente diversa nei volumi e nelle proporzioni. Specifica la sua identità. Impossibile confonderla con altri modelli. Pininfarina, nel definirne i tratti, ha superato le più rosee aspettative.

Si starebbe giorni interi ad osservare questo modello, senza mai staccare la presa. Da antologia la sua capacità di miscelare lo spirito racing con la classe delle “rosse” più fluide e pulite nello stile. Sin dalla presentazione, avvenuta nel 1984, questa creatura della casa di Maranello è entrata nelle corde emotive di tutti, facendole vibrare con grande intensità. Dello stesso tenore è il fascino della meccanica.

Cuore pulsante è un motore V8 biturbo da 2855 centimetri cubi di cilindrata, che sviluppa 400 cavalli di potenza massima, per una punta velocistica di 305 km/h. L’accelerazione da 0 a 100 km/h viene liquidata in 4.9 secondi, mentre il chilometro con partenza da fermo passa in archivio dopo 21.7 secondi. Cifre che in quegli anni la ponevano al vertice del comparto automotive. La Ferrari GTO, da alcuni impropriamente chiamata 288 GTO, prese forma in tiratura limitata. Inizialmente doveva sbocciare in 200 esemplari, ma ne vennero costruite 272, per accontentare importanti clienti che erano rimasti fuori. Da lei prese le mosse quella famiglia di modelli che annovera nelle sue file le varie F40, F50, Enzo e LaFerrari.

Ferrari 328 GTB e GTS

Un unico modello, declinato in due varianti: la coupé e la spider con tettuccio rigidi asportabile, per gli amanti della guida en plein air. La Ferrari 328 nacque come evoluzione della 308, per tenerla al passo coi tempi. Importanti i progressi compiuti sul piano qualitativo e prestazionale, ma anche in termini di fruibilità d’uso. La robustezza meccanica raggiunse livelli invidiabili. Diverso anche il trattamento della carrozzeria, specie a livello di paraurti e di altri dettagli estetici, con un taglio espressivo allineato ai tempi.

Il look non divenne migliore, ma conservò intatto il suo fascino magnetico, incrementando però la deportanza. Immortale il fascino delle sue linee, come quelle della precedente 308. Qui siamo al cospetto di una delle “rosse” più autentiche e affascinanti di sempre. Elegante e sportiva, muscolosa e senza eccessi, la Ferrari 328 si concede alla vista con tratti di aulico splendore, che si incidono nell’apparato emotivo. Impossibile non amarla. Dopo di lei sono uscite tante splendide supercar ad otto cilindri, col “cavallino rampante” sul cofano, ma nessuna è riuscita a farla dimenticare.

Nel cuore degli appassionati, questa creatura è sempre presente. D’altronde stiamo parlando di una grande seduttrice, perfettamente inserita nella migliore tradizione stilistica della casa di Maranello. Di particolare rilievo gli interventi eseguiti sull’abitacolo, reso più ordinato ed ergonomico rispetto a quello della progenitrice. Ad animarne le danze ci pensa un motore V8 aspirato da 3185 centimetri cubi di cilindrata, che eroga 270 cavalli. Una base energetica di riferimento, nella sua categoria, durante gli anni di produzione, ma ciò che fa la differenza è la capacità del modello di elargire emozioni purissime.

Ferrari 348 tb e ts

Questa vettura non ha creato una febbre di passione nei suoi confronti, ma ha un’estetica preziosa, un motore affidabile e un sound emozionante. Come abbiamo riferito in un’altra circostanza, il modello paga dazio per alcune pecche dinamiche. A volte i giudizi nei suoi confronti sono stati ingenerosi, ma le dichiarazioni critiche di personaggi importanti della casa di Maranello li hanno rinforzati. Chi la possiede, in genere, ne apprezza le doti.

La Ferrari 348 fu svelata al pubblico al Salone di Francoforte del 1989. Giunse sul mercato per rimpiazzare la precedente 328, rispetto alla quale si differenziava anche nella disposizione del motore, qui longitudinale, con cambio trasversale a 5 velocità. Il design, ispirato a quello della Testarossa, è di grande fascino. Miscela al meglio la modernità con la tradizione ed è impeccabile nella fluidità espressiva e nell’armonia compositiva. L’auto è talmente plastica nei lineamenti da sembrare un giocattolo in scala reale. Ancora oggi è bellissima.

Molte “rosse” uscite dopo di lei, al suo cospetto, avrebbero da imparare in termini di equilibrio estetico e di naturalezza formale. Il tutto, con un hi-tech sapientemente miscelato nel quadro grafico generale. Ottimo anche il trattamento dell’abitacolo. La forza dinamica giunge da un V8 aspirato da 3.4 litri di cilindrata, in grado di sprigionare 300 cavalli (295 nella versione catalizzata), per una velocità massima nell’ordine dei 275 km/h. Da segnalare la presenza del telaio semi-monoscocca ad alta resistenza torsionale, scelto al posto del traliccio in tubi di acciaio usato nelle precedenti realizzazioni del marchio. Il baricentro più basso rispetto alla 328 rende più vivace e corsaiolo il suo comportamento dinamico.