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Stellantis Melfi: cassa integrazione per operatori mensa

Secondo i portavoce sindacali, l’area industriale di Melfi rischia di essere spazzata via dalle recenti manovre di Stellantis.

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Nella mattinata di ieri, martedì 9 agosto 2022, le organizzazioni sindacali della Regione Basilicata hanno siglato a Potenza un’importante intesa inerente al personale dell’Atlas Fim. L’azienda – lo ricordiamo – ha avviato lo scorso 1° luglio delle procedure di licenziamento di 73 dipendenti, di cui 13 attivi nello stabilimento Stellantis di Melfi. Il verbale sottoscritto garantisce la continuazione delle attività professionali.

Stellantis Melfi: sindacati in apprensione per gli operatori della ristorazione

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I segretari di Uiltucs Uil, Donato Rosa, e di Filcams Cgil, Michele Sannazzaro, hanno rilasciato delle dichiarazioni al termine dell’incontro. Come da loro spiegato, con l’accordo si garantisce la cassa integrazione straordinaria di 52 settimane. Questa misura servirà a tamponare le condizioni precarie degli addetti del servizio mensa. I 42 operatori della società Atlas Ifm temono di perdere il posto e il risultato conseguito rappresenta giusto un punto di partenza. Secondo i portavoce delle sigle, occorre l’equiparazione di trattamento e tutele per ciascun componente del sito Stellantis di Melfi.

Nel gennaio 2021 avevano lanciato l’allarme sul “Piano Tavares”, circa un presunto taglio di migliaia di posti di lavoro nell’area industriale. All’epoca furono accusati di essere visionari e profeti di sventura. Ma, a loro avviso, i fatti stanno dando loro ragione. Una magra consolazione perché il gruppo automobilistico italo francese starebbe di fatto stravolgendo lentamente l’area industriale, con la strategia di silenziare, spacchettare e incentivare.

La preoccupazione maggiore per Sannazzaro e Rosa verte sull’ipotetica rinuncia al servizio Mensa, che comporterebbe il ridimensionamento della manodopera degli addetti alla ristorazione di Melfi. Ancora una volta, hanno colto l’occasione per esortare le istituzioni locali ad adottare quanto prima dei ripari e ad attivare un tavolo specifico entro breve. Qui andrebbero valutate le migliori soluzioni capaci di mettere al riparo i lavoratori impiegati all’interno della struttura.

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La richiesta è di tutele e di diritti pari ai membri del settore metalmeccanico. Dalla prospettiva dei portavoce sindacali, la disparità di trattamento è profondamente ingiusta. Non andrebbe perso tempo poiché la crisi dei motori e contesto generale non lascerebbero spazio all’improvvisazione. Servirebbe una visione, una progettualità per fronteggiare lo tsunami che è già costato tanti posti e che potrebbe spazzare via l’area industriale.

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