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Stellantis perde in borsa: pesa la ‘bocciatura’ di Exane

Il titolo Stellantis perde punti percentuali a Milano, anche per via della ‘bocciatura’ ricevuta dall’agenzia Exane.

Insegna Stellantis

Non se la passa di certo bene l’Europa nel mercato automobilistico. Il settore è quello peggiore del Vecchio Continente, a seguito dell’accordo raggiunto nella notte per lo stop a benzina e diesel dal 2035. L’Italia, affiancata da altri Paesi, ha cercato di ottenere il rinvio per il 2040, senza  successo. Gli organismi comunitari e la prevalenza dei ministri della transizione ecologica dei Paesi dell’UE hanno preso una decisione definitiva. Uno spiraglio di luce filtra in merito alle tecnologie alternative, quali il biocarburante, l’idrogeno e addirittura il sistema delle ibride plug-in, compresi i successivi sviluppi. Il presente però non sorride all’UE tanto che la Borsa dà dei verdetti piuttosto pesanti anche sul fronte Stellantis.

A Milano il conglomerato italo-francese, costituito nel 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e Peugeot Groupe, ha registrato una flessione del 2,56 per cento. Nemmeno Ferrari ha di che cantare vittoria, anzi: il meno 2,76 per cento è un campanello d’allarme di cui tenere conto, derivante pure dal meno 2,29 per cento del primo azionista Exor.

Stellantis: Exane riduce il giudizio a “neutral”

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Nella notte i ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea hanno stabilito la fine della commercializzazione di auto termiche entro il 2035, confermando la proposta messa sul tavolo nel luglio dello scorso anno. Così si sancisce, almeno in teoria, il completo passaggio ai propulsori elettrici. Su richiesta di Paesi quali Italia e Germania, ricordano gli analisti di Equita, si è pure deciso di prendere in analisi una importante svolta. Stiamo parlando del futuro via libera all’impiego di tecnologie alternative, se possono ottenere la completa eliminazione delle emissioni di anidride carbonica.

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Sui numeri negativi registrati sul mercato azionario da Stellantis incide in misura rilevante Exane, con un target price ridotto del 20 per cento a 16 euro, che vede comunque un upside del 29 per cento. Il giudizio subisce una riduzione a “neutral”.

Tra le motivazioni addotte, Exane indica il piano strategico illustrato dall’amministratore delegato della società, Carlos Tavares, definendolo “forzato” rispetto ai precedenti. Non avrebbe, infatti, preso in considerazione l’aumento dei tassi e l’intensificarsi delle pressioni inflazionistiche. In particolare, la profittabilità negli Usa rischia di rimetterci per i soliti fattori inerenti alla convenienza.

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