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Cassino, stop prolungato da domani: meno 1.100 lavoratori in 5 anni

A partire da domani lo stabilimento di Cassino rimarrà fermo per più giorni e Fim Cisl sottolinea i gravi problemi dell’ultimo trimestre.

alfa romeo cassino

Si prospettano vacanza più lunghe per il personale dell’impianto produttivo di Stellantis a Cassino, nel Comune di Piedimonte San Germano. Peccato che le motivazioni non siano quelle auspicate. Nessun segno di riconoscimento per gli eccellenti risultati conseguiti dal gruppo nel corso del 2021 (del resto, ne avrebbero dovuto trarre beneficio tutti gli impianti). I guadagni e i dividendi da record presentati all’Assemblea degli Azionisti non hanno nulla a che vedere con il provvedimento assunto dai responsabili.

Stellantis Cassino, stop da venerdì 15 a martedì 19 aprile: il motivo è sempre il solito

alfa romeo cassino

Le persone poste al comando dello stabilimento hanno proclamato uno stop che da domani, venerdì 15 aprile, andrà avanti fino a martedì 19 aprile. Il motivo è da ricondursi alla mancanza di materiale. Le difficoltà negli approvvigionamenti sono acclarati e vi deve convivere praticamente qualsiasi compagnia del mondo e qui ci troviamo dinanzi a un esempio lampante. I problemi logistici riscontrati dalla compagnia hanno reso la decisione obbligata. Nel frattempo, destano ansia e preoccupazione i numeri, oltretutto noti, ufficializzati dal rapporto del sindacato Fim Cisl.

La nota di Fim Cisl

La produzione nel corso del primo trimestre del 2022 di Stellantis è stata di 13.745 unità complessive. Da cinque anni a questa parte l’impianto continua a pagare una evidente crisi, in termini di occupazione e di volumi. Si è perso oltre il 65 per cento della produzione e oltre 1.100 dipendenti. Nel lavoro svolto durante gennaio, febbraio e marzo il 63 per cento è costituito dall’Alfa Romeo Stelvio e il 37 per cento da Alfa Romeo Giulia. I ritmi operativi hanno accusato il delicato periodo affrontato dall’intera filiera dei motori.

Con l’emergenza pandemica scoppiata nel 2020, le cui conseguenze si avvertono tuttora, e il conflitto tra Russia e Ucraina, la pace sembra un’utopia. In un settore condizionato da continui stop dettati dalla mancanza di microchip, nei primi tre mesi si sono perse 16 giornate nel complesso. Un deficit coperto in parte con i Contratti di Solidarietà e con recuperi produttivi da effettuare in futuro.

Non che negli altri giorni il processo abbia avuto regolarmente luogo. Si è marciato a velocità ridotta con circa 420 addetti in cassa integrazione al giorno. La fabbricazione di Giulia e Stelvio viene svolta da tempo su un unico turno centrale. Guardando indietro al 2021 i fermi avevano raggiunto circa 92 giorni. Pure nell’arco del primo trimestre si sono realizzate le pre-serie del nuovo suv Maserati Grecale.

Il Grecale per ridare lustro a Cassino

Nell’ultimo incontro al ministero dello Sviluppo economico, in seguito alla presentazione dei progetti – ha proseguito la Fim Cisl – è stata loro comunicato l’avvio della fabbricazione dal secondo trimestre del 2022. Durante l’incontro del 31 marzo l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha commentato che lo sport utility Grecale ha un livello di perfezione e qualità superiore ai competitor tedeschi. Ciò rappresenta per la sigla un grande punto a favore, un motivo per il successo del veicolo in termini di volumi. Con lo start alla messa in produzione ormai vicina Fim Cisl crede sia necessario voltare pagina, attuare una svolta, in senso positivo.

Il 2022 deve essere l’anno dell’inversione di tendenza, dopo il periodo fortemente negativo sofferto dall’impianto di Cassino. Ad avviso dell’organizzazione sindacale ciò significa azzerare l’uso degli ammortizzatori sociali e costruire le condizioni per accogliere ulteriori nuove vetture del comparto premium e del lusso. Nell’incontro successivo alla presentazione del Piano Stellantis Dare Forward 2030, andato in scena il 1° marzo scorso, il conglomerato italo francese ha speso importanti parole riguardo alla struttura di Cassino.

In tale occasione l’ha definita la Casa dell’Alfa Romeo, il che è lusinghiero e promettente. I grossi piani in serbo per il marchio da parte del suo numero uno Jean-Philippe Imparato fanno sperare. Il Biscione costituisce una delle tre realtà premium che la società madre mira a rilanciare nell’arco dei prossimi anni, in un processo di elettrificazione della gamma.

Si attende (e si spera) una nuova assegnazione

La capacità produttiva del complesso di Cassino è pari a circa 300 mila auto; perciò, se la strategia è quella di quadruplicare i ricavi nel comparto premium e del lusso (tra Maserati, Alfa Romeo, Ds e Lancia) attendono negli incontri futuri una nuova assegnazione. Finora i riflettori sono puntati soltanto sulle già menzionate Stelvio e Giulia. Immaginare di raggiungere il potenziale del centro è praticamente impossibile con appena due modelli; di conseguenza, servirà una prova dell’alta reputazione goduta da Cassino agli occhi di Stellantis. D’altro canto, le dichiarazioni proferite dal Chief Executive Officer Imparato raccontavano di un lancio all’anno dei marchi Alfa Romeo, Ds e Lancia, fino al 2026.

Con Maserati Grecale a Cassino approderà pure il pianale premium con motorizzazione elettrica già il prossimo anno. Un domani vi sarà l’opportunità di svilupparla anche sugli altri due modelli della Casa del Biscione presenti nel Plant.

AAA cercasi “auto del popolo”

alfa romeo cassino

La speranza collettiva è di rivedere Cassino in buono stato, con dei regimi produttivi all’altezza. La parola fine messa (o quasi) sulle tre Alfa Romeo del complesso, ovvero Giulia, Giulietta e Stelvio – ha rappresentato un duro colpo per la fabbrica laziale. Per quanto riguarda Giulia e Stelvio l’attività prosegue tuttora, sebbene siano ormai verso la fine di un lungo viaggio. La nota positiva è Maserati Grecale, il suv del Tridente, sulle quali vengono riposte notevoli aspettative.

L’auspicio dei piani alti è di ridare una seconda vita all’eccellenza modenese e allo stesso centro di Cassino. Eppure, qualche appunto in merito era stato sempre mosso dai sindacati. Nello specifico, si fatica a credere possa bastare un modello premium per salvare la situazione. È opinione diffusa che ci sarebbe il bisogno di puntare su una macchina costruita in grandi quantità, diretta ad assicurare volumi commerciali e livelli occupazionali superiori.

Perché, a prescindere dall’importanza di Grecale, servirebbe una proposta “popolare”. Una macchina di basso-medio costo che sappia garantire abbastanza vendite e produzioni, e dunque maggiore e stabile occupazione; come in passato è, ad esempio, capitato con vari modelli, tra cui Fiat 126, Panda ed altri. Lo stop da poco comunicato è un segno che il presente non è florido, chissà se la ruota riprenderà a girare nel senso giusto.

 

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