in

Stellantis: indotto, servizi e motori termici e il futuro

Problematiche ancora largamente diffuse nelle fabbriche italiane della multinazionale italo-francese

Stellantis

Saranno ambiziosi e per certi versi entusiasmanti i progetti futuri di Stellantis per i nostri stabilimenti italiani del Gruppo, ma forse più per gli azionisti che per i lavoratori. I problemi in seno a Stellantis, soprattutto in Italia, sono sempre tanti. E soprattutto in una parte della produzione che non può essere certo considerata interna all’azienda. Indotto e servizi per esempio, a partire dalle pulizie e finire alla mensa. E poi le fabbriche che producono motori termici, arrivati a fine corsa visto l’imminente passaggio all’elettrico. Quale la sorte di questi lavoratori e di queste piccole realtà? Un dubbio lecito e comune a molti, tanto è vero che le notizie che arrivano da Pomigliano d’Arco e Cento parlano di mobilitazioni e presidi.

A Pomigliano d’Arco sciopero degli addetti alla pulizia dello stabilimento Stellantis

Carlos Tavares Stellantis Sud America

Dalle voci dei lavoratori delle varie sedi di Stellantis, come per esempio dallo stabilimento di località San Nicola di Melfi, il problema delle pulizie nella fabbrica è stato sempre sollevato. Gli addetti alle pulizie, naturalmente esterni a Stellantis, hanno vissuto periodi molto bui. Anche perché il CEO di Stellantis, Carlos Tavares fin dalla sua prima comparsata italiana, a Mirafiori, sostenne che i costi italiani erano troppo esorbitanti. Infatti occorreva tagliare, perché per il manager portoghese, impossibile che Stellantis assecondasse l’idea di mantenere lo status quo precedente in Italia. Tradotto in termini pratici, occorreva tagliare sulle spese. E forse mai come gli appalti esterni, quindi pulizia e mensa, andavano limati. I sindacati monitorano anche queste situazioni contingenti. Anche le ditte esterne sono sotto osservazione, tanto è vero che a Pomigliano d’Arco si sciopera.

Cosa succede a Pomigliano d’Arco

Saranno pochi, ma è pur sempre una movimentazione che mette in luce dei problemi. Infatti sono 7 i lavoratori di una ditta di pulizia dello stabilimento di Pomigliano d’Arco che hanno scioperato per mettere in luce alcune problematiche. Il futuro del lavoro di questi addetti è pieno di aloni. Non si conoscono i piani. Tra l’altro è stata già indetta la dismissione del sito industriale dal prossimo mese di giugno. Mobilitazione con sciopero e presidio da parte di questi lavoratori.

Anche i sindacati si muovono, con richieste ufficiali alla Regione Campania e perfino alla Prefettura di Napoli. Una sorta di richiesta di unione di intenti atta a salvaguardare i lavoratori tutti, dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco. La dismissione dello stabilimento PCMA porterà a delle perdite di occupazione di queste ditte esterne. Inevitabile visto che tutti i 270 lavoratori di questa piccola realtà saranno assorbiti dallo stabilimento principale di Stellantis sempre a Pomigliano. Infatti a Pomigliano si produrrà la nuova Alfa Romeo Tonale. Il Crossover che dovrebbe fare la fortuna a livello di occupazione dello stabilimento campano, ha portato alla decisione di potenziare l’organico. Ma quando si chiude un cancello, come successo con la fabbrica ex Bertone di Grugliasco per potenziare Mirafiori spostando la Maserati di qualche chilometro, alcuni effetti sono fisiologici. Meno locali, meno strutture e meno costi per l’azienda. Ma anche meno servizi necessari e oggettivamente, meno lavoratori.

Le istanze dei sindacati in un comunicato

Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uil Trasporti sono i sindacati che hanno preso la parola rilasciando un comunicato unitario riguardo la situazione degli appalti esterni a Stellantis e nelle fabbriche dell’indotto. Se si chiude una fabbrica, non esistono solo i lavoratori di quella fabbrica. In pratica, se vengono chiuse piccole realtà dell’indotto, ci rimettono anche i lavoratori che vivono di appalti della casa madre.

I sindacati prima citati si sono detti fortemente preoccupati per il futuro e il proseguimento dell’appalto degli addetti delle pulizie della PCMA di Napoli. Ciò che sottolineano è l’assurdità del fatto che il quarto produttore mondiale di auto (Stellantis dopo la fusione tra PSA ed FCA di fatto è diventato competitor di colossi come Toyota e Volkswagen) non trovi una collocazione per solo 7 lavoratori. Un numero esiguo, che però ha sollevato il polverone. Regione e Prefettura devono interessarsi affinché i 7 siano trasferiti in continuità di appalto alle nuove aree dedicate alla PCMA presso lo stabilimento di Pomigliano d’Arco.

E per i motori termici la parola fine è vicina, e alla VM si preoccupano

Anche da Cento, dove si costruiscono motori V6 termici alla VM, ci si mobilita. Ed in questo caso sono Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm e Uglm, cioè i sindacati metalmeccanici più rappresentativi, a chiedere aiuto e interventi a tutela dell’occupazione. In questo caso non si parla di pulizie o appalti esterni. Si tratta di servizi direttamente collegati alle auto. Infatti nello fabbrica VM di Cento si costruiscono i motori termici che sembra siano indirizzati al mercato d’oltreoceano.

Ma vista la piega che sta prendendo il settore Automotive, con la ormai imminente e già indirizzata transizione elettrica, presto questi propulsori andranno fuori mercato. Ed è la sorte dei lavoratori addetti a questa produzione che preoccupa. Si dice che per costruire una auto elettrica serva meno manodopera. E dove si potrebbe verificare il taglio se non sugli operai che oggi costruiscono motori che domani non verranno più usati?

È alta l’attenzione sul futuro della VM Motori di Cento, come si legge su gran parte della stampa locale. Durante le assemblee con i dipendenti, che i sindacati prima citati hanno svolto,  i sindacati hanno avanzato altre richieste e sono stati avallati dai lavoratori intervenuti.  Per esempio, Ferdinando Uliano, segretario dei metalmeccanici della Fim Cisl  ha apertamente dichiarato la sua preoccupazione sul momento che si sta vivendo alla VM per via della fase di rivoluzione verso la propulsione elettrica.

Tra motori termici, V6 e transizione elettrica, a Cento tempi bui, così i sindacati

Come detto prima, la transizione alla propulsione elettrica, insieme al silenzio dei vertici di Stellantis sul futuro  della fabbrica dopo il 2023, preoccupano tutti. Infatti è il 2023 la data di termine prestabilita per i propulsori V6 che rappresentano le lavorazioni di Cento. Nessun accenno da parte dell’azienda per una fabbrica che oggi lavora per le commesse d’oltreoceano, soprattutto per il Nord America.

La Fim Cisl ha prodotto delle specifiche richieste. In primo luogo si chiede chiarezza all’azienda. La salvaguardia dei livelli occupazionali è prioritaria. Anche perché alla VM secondo la Fim ci sono competenze e professionalità elevate, che potrebbero e dovrebbero essere preservata da una azienda che guarda al futuro e alla concorrenza del mercato. Stesso tono di preoccupazione da parte della Fiom Cgil, che lamenta il fatto che i propulsori V6 siano di fatto abbandonati alla loro sorte. Nonostante da tempo si chiedono interventi e investimenti per verificare la possibilità di produrre nuovi propulsori di ultima generazione, derivati proprio dai V6 che dal 2023 cesseranno il loro ciclo vitale.

Lascia un commento