in

Multe notificate via PEC e problemi di privacy

Il Garante ha messo in luce alcuni aspetti relativi alle multe e ai metodi di notifica

multe

Le multe per le infrazioni del Codice della Strada sono un argomento assai delicato. Inevitabile che con l’avvento della tecnologia e con i nuovi strumenti digitali, anche il settore delle multe e delle sanzioni si adeguasse. L’invio telematico delle notifiche di contravvenzione sono una realtà. Ma sono novità che espongono a serie problematiche di carattere legale. C’è da fare i conti con la privacy. E proprio il Garante ha messo in luce problematiche non certo secondarie in materia di tutela dei dati personali.

La tecnologia anche per le notifiche delle multe, perché tutto è cambiato

Anche le multe e le sanzioni relative alle infrazioni del Codice della Strada si sono adeguate alle nuove tecnologie. Come per tanti altri aspetti della vita di tutti i giorni, anche questo genere di atti che Enti e Amministrazioni mandano ai contribuenti, hanno visto una netta variazione rispetto al passato.

Il fatto che ormai la Posta Elettronica Certificata ha sostituito nettamente la Posta Ordinaria, è un fattore che riguarda anche le multe. La PEC è uno strumento ormai molto utilizzato anche per atti ufficiali che pretendono la firma del diretto interessato o le ricevute di ritorno che adesso si chiamano di avvenuta consegna. E quindi, anche le multe adesso iniziano ad essere notificate via Posta Elettronica Certificata oltre che con la classica raccomandata con ricevuta di ritorno.

Il problema evidenziato dal Garante della privacy sulle notifiche via PEC

È stato un intervento della massima autorità in materia di utilizzo dei dati personali, ad evidenziare alcune problematiche di quello che risulta essere un valido strumento di semplificazione in materia di recapito di multe ai trasgressori del Codice della Strada.

Proprio il Garante privacy ha evidenziato le criticità della notifica di ultima generazione per le multe, cioè per le notifiche via PEC. Molto utilizzate queste nuove modalità di invio  delle sanzioni relative al Codice della Strada. Il Garante lo ha fatto tramite una nota ufficiale che limita di molto le possibilità. Il Garante ha scritto al Ministero dell’Interno citando il caso delle notifiche via PEC della Polizia Locale (i vigili urbani), nei confronti di alcuni professionisti individuali. La normativa infatti concede alla Polizia Locale (come altri organismi), di  notificare le violazioni del Codice della Strada, via PEC a chi ha fornito il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata per altre ragioni di carattere amministrativo. Ed i professionisti sono tra questi, visto che la PEC di questi soggetti equivale ad una specie di indirizzo di casa, per il recapito della posta digitale.

La nota del Garante della Privacy al Ministero dell’Interno per la questione multe via PEC

Tutto perfettamente lecito e legale visto che è il Decreto Ministeriale del Viminale emanato il 18 dicembre 2017 a prevederlo. Il tutto come dicevamo, nell’indirizzo della trasparenza e della semplificazione. Nel caso in cui l’indirizzo PEC sia stato comunicato dal contribuente per qualsiasi altra ragione, ma anche nel caso in cui la Polizia Locale possa reperirlo nei pubblici archivi e nelle banche, l’utilizzo della PEC è ammesso.

Multe da autovelox invisibili

Il domicilio digitale e la privacy

In altri termini, la Posta Elettronica Certificata ha assunto i connotati del domicilio digitale. In pratica chi ha registrato una PEC può ricevere da uno o più Enti Pubblici, qualsiasi comunicazione anche ufficiale. E la PEC assume i connotati dell’autentica raccomandata. Ed anche le multe per le violazioni delle regole di comportamento quando si circola, sono tra queste. Niente più raccomandata quindi a casa, con il postino che suona e con l’obbligo di firmare la ricevuta. Tutto si risolve con la notifica via Posta Elettronica Certificata che assume piena valenza anche a livello di inizio decorso dei termini di prescrizione o di inizio decorso dei termini per impugnare la multa o semplicemente per pagarla, anche in misura ridotta nei primi 5 giorni. Adesso però si rischia di finire nei meandri della presunta nullità di questi atti. Perché anche se può sembrare marginale, cioè che dice il Garante può mettere a rischio la validità di questi atti, perché le multe sono a tutti gli effetti atti pubblici.

Dati personali a rischio e PEC utilizzata dai collaboratori

Il Garante Privacy però adesso solleva alcune problematiche relative alla privacy. Secondo il Garante, sono diverse le motivazioni che lo hanno spinto a sollevare problematiche di privacy su questo invio telematico delle multe. Soprattutto per i professionisti e i lavoratori autonomi, la PEC, anche per questioni inerenti le attività lavorative, non sono personali. Anche se è personale l’indirizzo ed è nominativa la PEC, non è difficile ipotizzare che l’accesso alla Posta Elettronica certificata di uno studio professionale sia messa a disposizione anche dei collaboratori del titolare. In barba a quella che dovrebbe essere la privacy di questo genere di atto. Basti pensare che il postino che non trova a casa l’interessato e lascia l’avviso di giacenza, obbliga di fatto il diretto interessato al ritiro. Nemmeno il coniuge o un figlio possono recarsi alle Poste per ritirare la raccomandata. A meno che non si produca opportuna delega con tanto di documento di riconoscimento dell’interessato alla multa e del soggetto incaricato del ritiro. Con la PEC tutta questa burocrazia viene meno e chiunque abbia accesso alla casella di Posta Elettronica Certificata potrà aprire la mail, scaricare gli allegati, verificare la multa e osservarla.

Dati personali da tutelare, ma qualcosa può fare anche il diretto interessato a sua tutela

Il concreto rischio che dati e notizie assolutamente personali diventino di dominio pubblico è assai facile. I dati personali del professionista contenuti nella notifica di violazione del Codice della Strada devono essere utilizzati con maggiore parsimonia e cautela. Si tratta di ciò che raccomanda il Garante della Privacy che suggerisce di passare ad avvisare il Prefetto che a sua volta deve avvisare la Polizia Locale, di tenere massima cautela coma privacy vuole. Il Garante non può certo intervenire cancellando una norma prevista dal Ministero dell’Interno. Ma sicuramente ciò che solleva è un fattore determinante in materia di utilizzo della PEC per le notifiche di multe e sanzioni. Anche perché non sempre una violazione del Codice della Strada è argomento che il trasgressore vuole far conoscere a tutti. Soprattutto perché nel verbale inviato tramite Posta Elettronica Certificata, c’è la violazione e anche la motivazione. Cose che dovrebbero restare nel campo delle notizie che solo il diretto interessato dovrebbe conoscere.

A parziale detonazione  della problematica, va detto che nulla vieta al professionista di comunicare nei pubblici registri he il suo indirizzo PEC non deve essere utilizzato da altre Amministrazioni per motivi diversi da quelli di carattere lavorativo o fiscale. E nulla vieta allo stesso professionista di eleggere un altro indirizzo di Posta Elettronica Certificata per ricevere comunicazioni e atti di carattere personali che sono distaccati da quelli di carattere lavorativi.