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Stellantis e uscite incentivate: i pagamenti Inps latitano

Stellantis e uscite incentivate: i pagamenti Inps latitano, ecco la situazione

Stellantis

Uno degli strumenti più utilizzati in questi mesi da parte di Stellantis sono state le uscite incentivate. Infatti in diversi stabilimenti italiani di Stellantis, lo strumento è stato attivato dopo accordo tra aziende e sindacati. Ai lavoratori di Melfi piuttosto che di Mirafiori, sono stati offerti soldi per lasciare l’azienda.

Delle uscite iniziate come collegamento con delle misure governative come il contratto di espansione. In pratica, incentivi all’esodo per chi si trovava vicino alla pensione. Ma alla fine sono stati utilizzati anche da giovani lavoratori, che visto il futuro incerto di tante fabbriche di Stellantis, hanno fatto la scelta di fare cassa. Ma stando ad alcune testimonianze, pare che i soldi da parte dell’Inps a qualcuno non sono ancora arrivati. Anche se pare che la situazione stia volgendo per il meglio, perché qualcosa adesso si muove.

Le uscite incentivate in Stellantis, come hanno funzionato?

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Incentivare le uscite dei lavoratori, in poche parole significa spingerli a licenziarsi. Lasciare Stellantis dietro lauto compenso, con un premio e, per chi era vicino alla pensione, con una indennità di accompagnamento alla pensione vera e propria.

Le richieste di lasciare l’azienda alla luce delle uscite incentivate sono state molte e non tutte da soggetti prossimi alla pensione. Anche i giovani sono stati attratti da queste agevolazioni. Se il futuro di Stellantis non da garanzie, allora perché non approfittare di un premio a licenziarsi essendo ancora in età utile a trovare una nuova strada o a mettersi in proprio? Sarà stato questo lo stato d’animo dei lavoratori che hanno aderito agli incentivi all’esodo.

Cosa è accaduto a 320 lavoratori

Ma non tutto sembra sia andato per il verso giusto. Come si legge sul sito “Torinooggi.it”, 320 lavoratori sembra siano stati dimenticati dalle autorità. Nello specifico, dopo aver aderito a dicembre scorso, al  contratto di espansione, dopo diversi mesi ancora nessun versamento. Pagamenti che però pare siano arrivati adesso (anche se non a tutti).

Si ricorda che il contratto di espansione è quella misura che consente ad una azienda, di collocare a riposo i lavoratori vicini 5 anni alla pensione. Con l’azienda che eroga a questi lavoratori, per il tramite dell’Inps, una indennità pari alla pensione maturata alla data di uscita. Una specie di assegno di prepensionamento quindi. Ma molti lavoratori non hanno ricevuto soldi dall’Inps, testimoniando il malcontento e pensando di aver fatto la fine degli esodati di Fornero memoria.

Trovarsi ad aver lasciato il lavoro e ad aver lasciato la busta paga per una pensione che non arrivava, sarà stato una specie di incubo.

La paura che ha accompagnato per mesi questi lavoratori (almeno da dicembre quando hanno accettato l’uscita),  era quella di rimanere senza stipendio e senza pensione. Appunto, come gli esodati che rimasero spiazzati dagli inasprimenti della riforma delle pensioni di Elsa Fornero nel 2011.

I sindacati monitorano la situazione, tra Inps e azienda Stellantis

Sul già citato sito di informazione locale, si fa riferimento a cosa è accaduto a Mirafiori ai lavoratori che avevano accettato il contratto di espansione. La procedura era andata bene. Stellantis aveva avviato il contratto di espansione con il governo, trovando intesa su base ministeriale con i sindacati. Il meccanismo è ormai noto. Ogni 3 fuoriusciti, un nuovo addetto assunto. E i nominativi dei lavoratori in esodo incentivato col contratto di espansione sono stati regolarmente indicati.

Ma come sottolinea Vincenzo Aragona, per il sindacato metalmeccanici Fismic, per molti lavoratori sono  passati 4 mesi senza ricevere alcuna indennità da parte dell’Inps. Addirittura una delegazione di questi lavoratori è andata sotto la sede dell’Inps di via XX settembre per sollevare le loro istanze.

Un problema burocratico come in Italia ce ne sono tanti

Il problema, come da testimonianze dei diretti interessati è che le varie sedi territoriali dell’Inps hanno adottato procedure con tempistiche diverse le une dalle altre. Pertanto, ci sono quelli che hanno ricevuto tutto, anche se un po’ in ritardo, e c’è chi non ha ancora ricevuto niente.

E non è una cosa da poco visto che molti di questi lavoratori sono stati costretti a vivere mesi e mesi con risorse proprie.  andando a consumare i risparmi di una vita o il TFR per esempio. In base alle notizie in arrivo, alcuni lavoratori sono stati contattati in questi giorni e presto, probabilmente ad aprile partiranno i pagamenti. Ma per altri invece, se ne riparlerà a maggio e a giugno. Dall’Inps le rassicurazioni del caso, ma resta il fatto che le difficoltà date a questi malcapitati lavoratori sono un problema che primanonera stato sollevato.

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