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Stellantis, FIOM: “Vedremo se inasprire la mobilitazione”

La FIOM ha comunicato che vedrà se inasprire la mobilitazione, in seguito all’incontro fissato con Stellantis per il prossimo 10 marzo.

Stellantis

Il piano industriali rivelato negli scorsi giorni dal gruppo Stellantis ha scatenato l’insurrezione dei sindacati italiani. Ciò per via dell’assenza di garanzie per gli stabilimenti produttivi siti nella nostra penisola. Difatti, l’amministratore Carlos Tavares ha chiaramente sottolineato come dipenderà dal mercato, senza fornire alcuna rassicurazione alle tante famiglie attive negli impianti.

Ad alzare la voce è ora FIOM, la quale, come annunciato in precedenza, ha proclamato lo stato di agitazione. La segretaria generale dell’associazione, Francesca Re David, ha fornito ulteriori chiarimenti. Il 10 marzo avrà luogo l’incontro presso il ministero dello Sviluppo, al quale prenderà parte pure Stellantis. Rispetto agli altri sindacati, hanno differenti opinioni sul piano industriale. Dalla riunione stabiliranno il da farsi. Anche alla luce delle risposte ricevute dal Governo stabiliranno se inasprire o meno la mobilitazione.

L’incontro con Stellantis al ministero dello Sviluppo per il 10 marzo porterà a a una decisione

Stellantis

Raggiunto dal Corriere della Sera, il massimo esponente dei metalmeccanici della CGIL ha espresso inquietudine per le prospettive di Stellantis in Italia. Dal suo punto di vista è possibile maturare ricavi pure mediante razionalizzazioni e altri interventi sulle spese. L’incremento dei ricavi non equivarrebbe necessariamente a quello dei volumi.

Il piano presentato da Tavares non direbbe nulla sui nuovi prodotti, sul futuro dei 7 centri in Italia e sui componenti. Secondo Francesca Re David, se non fosse intervenuta la cassa integrazione sarebbe già partita l’ondata di licenziamenti in Italia.

Obiettivo 100% auto elettriche in Europa entro il 2030

FIOM-CGIL

La segretaria nazionale della FIOM ha poi definito positiva l’ambizione di Stellantis di costruire il 100 per cento delle auto elettriche in Europa entro il 2030. Ma a maggior ragione occorre delineare una politica generale per tutelare l’industria in Italia e i suoi 250 mila occupati. Infine, FIOM è convinta che, come la Francia da parte dell’azionariato di Stellantis, pure l’Italia dovrebbe entrare nel capitale. Servirebbe un accordo a tre, governo-azienda-sindacati, sui progetti nel Belpaese.

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