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Da Melfi a Cassino: Stellantis si ferma ancora

Nuove fermate di produzione in diversi stabilimenti Stellantis italiani, e il primo marzo presentazione del piano industriale

Stellantis
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Nonostante le promesse, i piani di investimento, i soldi per la transizione elettrica, e in alcuni casi, i programmi di ampliamento delle attività produttive con aumento dei turni di lavoro, ecco che per Stellantis in Italia arrivano le solite notizie.

Fabbriche che si fermano e ancora cassa integrazione per i lavoratori. Sono le notizie dell’ultima ora provenienti da Cassino e da Melfi, due delle fabbriche del colosso nato dalla fusione tra PSA ed FCA. Chiusure che arrivano come un fulmine a ciel sereno, dal momento che nelle ultime settimane le notizie riguardanti Stellantis e gli stabilimenti italiani non erano negative.

Stellantis Melfi, si chiude di nuovo

alfa romeo cassino

Proprio a Melfi da qualche settimana si era arrivati a decidere di passare ai 20 turni di produzione. Alcuni operai immediatamente, e da marzo tutti, passeranno a questo ampliamento di turnazione. Sembrava il preludio alla fine di un lungo periodo di crisi, di fermate collettive, di cassa integrazione a macchia d’olio.

E l’attesa per il nuovo piano industriale di Stellantis era salita di intensità. Si immaginava che dalla presentazione del piano arrivassero notizie di progetti e nuovi veicoli, con Melfi capofila in questa nuova era di Stellantis.

In effetti propri sullo stabilimento lucano di Località San Nicola di Melfi, Stellantis ha puntato per costruire ben 4 nuovi veicoli elettrici. Ma è un progetto a lungo termine. Oggi a Melfi c’è una linea di produzione in meno, visto che la Jeep Compass è passata sull’altra linea, quella dedicata anche alla Jeep Renegade e alla Fiat 500 X. Ma c’è anche il passaggio al lavoro pure nei festivi, con i 20 turni prima citati.
Ma c’è anche la nuova cattiva notizia di una fermata collettiva in settimana.

Il blocco della produzione in Stellantis a Melfi viene prolungato fino a giovedì 24 febbraio. Stavolta la fermata dipende dalla carenza di una componente diversa dai soliti semiconduttori. Come riporta il sito “Cronachelucane.it”, adesso mancano componenti prodotti da una fabbrica USA.

Anche a Cassino ci si ferma

E pure a Cassino la stessa storia. Nello stabilimento ex Alfa Romeo che recentemente sembrava aver risolto tutti i nodi con il via alla produzione, tanto attesa del Suv Tonale della casa di Arese, ecco la nuova cattiva notizia. Lunedì tutto fermo a Cassino Plant. Non si lavorerà. La motivazione della fermata, come riporta il quotidiano “Il Messaggero”, è sempre la mancanza di microchip. Carenza dei semiconduttori di provenienza asiatica che è stata motivo del blocco di venerdì.

Da Cassino la notizia ulteriore è la cancellazione anche del recupero previsto per il 19 febbraio, visto che ieri non si è lavorato (e lo stesso accadde il 12 febbraio scorso, cioè il sabato prima). La carenza dei microchip continua a minare le attività delle fabbriche italiane del Gruppo. E a Cassino chiesto d’urgenza un summit con il governatore Zingaretti da parte dei sindacati. Le continue fermate collettive a Cassino, con il calo di produzione di Alfa Romeo Stelvio e Giulia, produce un calo reddituale per gli operai.

Inevitabile che i sindacati chiedano chiarezza, anche se ormai è imminente la presentazione del piano produttivo di Stellantis il prossimo primo marzo 2022.

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