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Bollo auto non pagato, le proroghe sono finite, tutti i rischi

Il 31 gennaio scaduta l’ultima proroga per il pagamento del bollo auto a sua volta scaduto lo scorso anno.

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Proroga dello stato di emergenza, ancora limitazioni e regole particolari per lavorare, vivere e così via. Ma dall’altra parte, un ritorno alla normalità per quanto riguarda tasse da pagare, blocco di sussidi e sostegni per la crisi economica e stop a proroghe e slittamenti. Il nostro governo opera in due modi differenti, uno duro e rigido, per perseguire l’obbiettivo di far vaccinare le persone, mentre dall’altro non considera la grave crisi economica che continua ad abbattersi sugli italiani. Ed anche il bollo auto subisce questo doppio andamento.

Il bollo auto non pagato lo scorso anno, soprattutto da persone in grave crisi economica per tutte la situazione che stiamo vivendo, ha avuto numerose proroghe. Ma adesso basta, almeno questo l’orientamento dell’esecutivo. Adesso si deve pagare, e se non lo si fa, i rischi sono sempre gli stessi in materia.

Bollo auto, ultima proroga già scaduta e adesso?

Il 31 gennaio 2021 è scaduto il termine ultimo per mettersi in regola con il pagamento del bollo auto a sua volta scaduto a dicembre 2021. Chi non ha pagato, a prescindere dalle motivazioni, dovrebbe farlo al più presto. Come già detto in premessa, il governo ha messo il freno a proroghe e slittamenti dei pagamenti da inizio anno. Con l’arrivo del nuovo anno, sono venute meno quelle agevolazioni in materia di bolo auto che diverse Regioni avevano adottato.

Parliamo di quelle Regioni che avevano deciso di far slittare il pagamento del bollo auto ai loro corregionali in grave crisi economica per via dell’emergenza epidemiologica. Adesso tutto torna come un tempo, con scadenze che vanno onorate e con le conseguenze che molti non considerano, se si protrae il mancato pagamento anche del bollo auto.

Spiacevoli conseguenze per  chi non paga la tassa automobilistica

Il mancato pagamento del bollo auto produce un danno all’erario in termini di minor gettito fiscale. Questo è del tutto evidente. Ma produce un danno anche per l’evasore, cioè per chi omette di rispettare l’obbligo di pagare la tassa di proprietà per il suo veicolo registrato nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA).

Chi aveva il bollo scaduto il 31 dicembre scorso, dovrebbe adoperarsi per mettere a posto la pendenza. Infatti prima si paga, meno pesanti sono le conseguenze.

Il bolo auto scaduto il 31 dicembre 2021, che, come regola vuole, andava pagato entro il 31 gennaio 2022, potrà ancora essere pagato con una minima sanzione, a volte quasi invisibile vista la sua tenuità. Basta andare per esempio all’ACI (Automobile Club Italia) per verificare questa esiguità di sanzione visto che il pagamento contiene anche il surplus da versare.

Lo stesso si può verificare in tabaccheria per esempi, che resta un altro valido strumento di pagamento anche del bollo auto. Oppure, collegandosi al sito ACI o a quello dell’Agenzia delle Entrate, è facilmente verificabile il nuovo importo dovuto alla luce del ritardo del pagamento.

Basterà inserire il numero di targa della propria auto e indicare la regione a cui la tassa è dovuta ed il gioco è fatto.

Le conseguenze di una lunga morosità

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Pagare subito conviene, per chi può. Infatti persistendo nella morosità, quello che oggi è una inezia se parliamo di surplus da versare, potrebbe diventare un vero salasso. Le sanzioni previste infatti, aumentano in maniera direttamente proporzionale al ritardo del versamento del bollo auto. Più si ritarda più aumenta il dovuto. Senza considerare poi che se il ritardo è di diversi mesi, non è raro che la Regione, dopo aver  spedito l’avviso di pagamento bonario al debitore, arriva a cedere il credito vantato al concessionario alla riscossione. E si passa al cosiddetto ruolo, ovvero alla cartella esattoriale.

L’avviso bonario, una sorta di promemoria da parte dell’Ente territoriale a cui la tassa è dovuta, non fa altro che chiedere la regolarizzazione della posizione debitoria del contribuente, entro 30 giorni. Decorsi i quali la pendenza va avanti e continua a sortire i suoi effetti che possono portare alle cartelle prima citate.

Una cosa è dover pagare il bollo alla Regione, un’altra è all’Ente incaricato alla riscossione. Quest’ultimo, che nella stragrande maggioranza dei casi è l’Agenzia delle Entrate Riscossione (ciò che una volta era Equitalia), passa alle maniere forti. Infatti una volta diventato ruolo, la cartella, titolo esecutivo, può portare al fermo amministrativo dell’auto, a pignoramenti presso terzi di stipendio e pensioni, a confische di beni.

Senza considerare che poi, la regola generale sull’evasione del bollo auto prevede che se passano tre anni dalla scadenza di un bollo auto, esiste la possibilità che si arrivi al ritiro delle targhe per il debitore.

Tutti eventi e situazioni che il debitore farebbe bene a scongiurare, evitando di portare troppo in la nel tempo il debito. Magari sfruttando il pagamento in misura ridotta che nello specifico la normativa vigente chiama ravvedimento operoso.

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