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Stellantis ha un problema: concorrenza interna tra i 14 brand?

La grandezza di un colosso come Stellantis rischia di diventare un limite, perché la concorrenza interna potrebbe essere forte quanto quella esterna

Stellantis

Stellantis è un autentico colosso del settore automobilistico. Non lo diciamo noi italiani o non lo dicono i francesi visto che parliamo di una azienda nata dalla fusione tra PSA ed FCA, cioè tra francesi e italiani appunto. Lo dicono tutti, perché parliamo di una azienda che è il quarto produttore mondiale di auto, un colosso dell’Automotive che conta ben 14 brand.

E sono tutti marchi famosi, alcuni storici del mondo dell’auto. Che fare concorrenza a Toyota, Volkswagen e Ford, o sull’elettrico a Tesla, sia un obbiettivo, la moltitudine di brand all’interno di Stellantis stessa può essere un rischio. Da una analisi del sito “Automoto.it” si parla proprio di concorrenza interna a Stellantis, ovvero dei 14 brand che in futuro rischiano di farsi concorrenza tra loro. E si arriva a considerare forse troppi 14 marchi che di fatto, almeno in molti casi, producono la stessa cosa e lo stesso genere di auto.

Berline Fiat, ma anche Alfa Romeo, Lancia, Peugeot, Citroen e così via. E lo stesso per i Suv, i crossover e le City Car o le utilitarie in genere.

 

In attesa del piano industriale, il futuro dei 14 marchi parte da lì

Appuntamento al primo marzo prossimo per vedere finalmente, il piano industriale di Stellantis presentato. Lo ha dichiarato Carlos Tavares, CEO di Stellantis. Manca un mese o poco più quindi, e sarà allora che si avranno più chiari gli scenari futuri di ciascuno dei 14 marchi che fanno parte del colosso dell’Automotive.

C’è attesa a tutto tondo per quanto riguarda la presentazione del piano produttivo e industriale. Attesa per i lavoratori che sono in ansia per il loro posto di lavoro. Attesa per i sindacati, che devono guardare inevitabilmente alla salvaguardia dei livelli occupazionali. E attesa per tutti, clienti, appassionati di auto e futuri acquirenti che aspettano il lancio dei nuovi veicoli.

Perché le novità riguarderanno tutti i marchi indistintamente. Noi italiani naturalmente guardiamo dentro casa nostra, e quindi Fiat, Alfa Romeo e Lancia, ma anche Maserati o i Fiat Ducato che si producono ad Atessa, presso la Sevel di Val di Sangro.

Il nuovo piano industriale di Stellantis, il suo primo post fusione, dovrebbe riguardare il lungo termine, con la presentazione o quanto meno gli accenni, sui nuovi modelli in procinto di essere partoriti per ciascun marchio. Va ricordato che Stellantis è composto da:

  • Fiat,
  • Alfa Romeo,
  • Lancia,
  • Maserati,
  • Abarth,
  • Peugeot,
  • Citroen e DS,
  • Opel,
  • Vauxhall,
  • Jeep,
  • Chrysler,
  • Dodge,
  • Ram.

Per tutti ci sarà da fare i conti con la transizione elettrica che sarà il principale obbiettivo da raggiungere entro il 2030. E la questione dei semiconduttori è un altro argomento caldissimo, con la crisi dei microchip che Stellantis ha deciso di contrastare con accordi e sinergie con colossi della tecnologia come i produttori degli iPhone di Foxconn e con Amazon. Intese già raggiunte con cinesi e americani che svilupperanno tecnologia per le auto del gruppo, dai microchip a tutti gli altri software da mettere a bordo dei veicoli.

E su queste intese si attendono ulteriori dettagli proprio il primo marzo prossimo.

 

Il punto della situazione marchio per marchio per Stellantis

Stellantis
Stellantis

In base alle analisi statistiche del mercato, nonostante il segno più di questo 2021 rispetto al 2020 e nonostante Stellantis sia il quarto produttore di auto al mondo, emergono due statistiche particolari. La prima è che il Gruppo non ha una fetta di mercato cospicua in Cina, in un mercato che numericamente può fare la differenza, che può segnare il successo in fatto di vendite di una azienda. Per esempio, se la somma di tutti i marchi di Stellantis in Cina dice che ha lo 0,65 circa di mercato, Volkswagen per esempio sfiora il 15%. Perfino Tesla ha una quota di mercato in Cina 4 volte superiore a Stellantis.

Secondo problema invece è interno, nel senso che marchio per marchio, sono tanti i segmenti dove le diverse case costruttrici di Stellantis si sovrappongono. Da indiscrezioni che solo il piano industriale confermerà o smentirà, abbiamo capito che l’ariete che Stellantis vorrebbe usare in Cina nel futuro sono le auto Maserati o le Jeep.

Tornando alle concorrenze interne a Stellantis, per esempio oramai nel segmento dei piccoli Suv o crossover c’è affollamento interno. Nello stesso segmento si fanno auto Fiat, Jeep, Peugeot, Citroen e così via.

Quali i veicoli in rampa di lancio che Stellantis ha in cantiere

E poi la cosa che interessa molto sono i nuovi modelli. Perché la salute delle fabbriche dipende dal varo di nuovi modelli che se sfonderanno, garantiranno occupazione e regimi produttivi adeguati. In pratica, contenti tutti e dubbi fugati di fronte a nuovi veicoli di successo.

E le novità in casa Stellantis non mancheranno. Si attendono infatti le nuove:

  • Citroën C4;
  • Fiat Pulse;
  • DS 4;
  • DS 9;
  • Jeep Commander;
  • Grand Cherokee;
  • Grand Cherokee L;
  • Wagoneer;
  • Grand Wagoneer;
  • Maserati MC20;
  • Opel Mokka;
  • Rocks-e;
  • Peugeot 308.

Gli investimenti ci sono tutti e i soldi stanziati sono stati già pubblicizzati. Sono 30 miliardi di euro fino al 2025 come dotazione. Soldi che serviranno per aumentare e velocizzare l’indirizzo verso l’elettrificazione del gruppo. Stellantis oggi ha 33 veicoli elettrici disponibili tra i suoi tanti brand.  Ma presto ne arriveranno altri, e qualcuno a stretto giro visto che si parla di 8 veicoli Bev entro un anno e mezzo.

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