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Il piano Stellantis dopo le parole di Tavares, l’analisi

Intervista importante di Carlos Tavares da cui è possibile trarre spunto in vista della presentazione del piano produttivo di Stellantis.

Carlos Tavares
Carlos Tavares

C’è una data da segnare in rosso sul calendario. È quella del primo marzo 2022. Entro quella data Stellantis dovrebbe presentare il suo piano industriale per l’Italia. Probabilmente la cosa più importante e attesa da parte di sindacati, lavoratori e osservatori della attività nella penisola, del colosso nato dalla fusione tra i francesi di PSA e gli italiani di FCA.

La data è stata annunciata da tempo dall’amministratore delegato di Stellantis, il 63enne manager portoghese, attuale CEO di quello che è il quarto produttore mondiale di auto. Proprio il successore del compianto Sergio Marchionne, ha rilasciato una intervista in cui ha parlato di tutto, dal suo rapporto con il numero uno di Exor, John Elkann, alla crisi dei semiconduttori.

ùMa ciò che si evince tra le righe delle parole del CEO portoghese, può essere interpretato come un insieme di indizi su ciò che Stellantis sta preparando per il suo piano industriale.

Vietato svendere le auto, parola del CEO Tavares ci Stellantis

Carlos Tavares
Carlos Tavares

Come detto, il manager portoghese Carlos Tavares ha rilasciato una intervista a diversi quotidiani europei, tra cui il nostro Corriere della Sera. Parlando dalla sua residenza in Portogallo, Tavares ha lasciato trasparire qualche anticipazione di ciò che il Gruppo da lui amministrato, potrebbe riservare all’Italia quando sarà il momento della presentazione del piano produttivo.

E come anticipato in premessa, quel giorno è sempre più vicino, essendo entro il primo marzo prossimo la data ultima entro cui Stellantis presenterà il suo programma. Tra le parole del CEO, il fatto che l’orientamento dell’azienda sarà verso auto con prezzi non certo in saldo. Infatti secondo Tavares è vietato svendere le auto. Un prodotto di qualità di deve pagare al prezzo di mercato.

Come con PSA, anche Stellantis punterà sulla qualità

A costo di diventare fuori portata per chi non può permettersi di comperare auto da 30.000 euro, lalinea di cui parla Tavares potrebbe essere quella del nuovo piano industriale del suo Gruppo. Ad avvalorare questa tesi, la rivendicazione dello stesso manager portoghese, sul buon lavoro fatto con PSA ante fusione con FCA.

Va ricordato infatti che Carlos Tavares era CEO di PSA, espressione quindi della componente francese del colosso Stellantis, componente che per molti è quella trainante del Gruppo, a tal punto che c’è chi parla di acquisizione e non di fusione tra PSA ed FCA.

Tavares ha ricordato ciò che è stato fatto in Francia, nel biennio 2013-2014 quando si passò dalle auto a basso costo, quasi in saldo rispetto ai competitor. Svendere le auto, soprattutto se di qualità secondo Tavares e quindi è ipotizzabile, anche secondo Stellantis, è deleterio. Puntare sulla qualità ha prodotto i risultati di Peugeot che tutti oggi conoscono, un marchio che nel tempo è salito alla ribalta arrivando a competere alla pari con i colossi dell’industria automobilistica. E questo risultato per Tavares è stato raggiunto proprio grazie a questa politica.

Difficile che adesso si faccia un passo indietro o che non si copi la stessa strategia di successo di PSA, con Stellantis anche in Italia. Alfa Romeo, Fiat, Lancia e Jeep quindi potrebbero vertere decisamente sulla qualità, anche a costo di prezzi decisamente più alti dei veicoli prodotti. Questo almeno è un sentore che si ha dopo aver letto le parole del CEO Tavares, una interpretazione che non siamo gli unici a dare naturalmente.

Tra crisi varie e futuro, Stellantis si prepara alla transizione elettrica

Carlos Tavares

Un dato di fatto, che Tavares non perde occasione di rimarcare e lo ha fatto anche nella sua ultima intervista, è che in Italia la produzione di auto è più costosa. Il 2021 ha segnato un anno in chiaroscuro, con la crisi prima pandemica, poi economica ed infine di produzione. Tra virus, limitazioni alle attività lavorative della popolazione e carenza di semiconduttori di provenienza asiatica, i numeri di Stellantis in fatto di vendite hanno retto. Meglio del 2020, anche se un paragone con il primo anni di pandemia è azzardato farlo e soprattutto è sbagliato prenderlo a riferimento parlando di incremento delle vendite.

Adesso Stellantis punterà sul valore delle auto, sulla loro qualità e non sui volumi produttivi. Una inversione di rotta che soprattutto in Italia si avvertirà. Nel Bel Paese siamo abituati a produzioni massive, ad auto per tutti i gusti soprattutto per le tasche meno abbienti.

L’occupazione nelle fabbriche italiane, il costo di produzione e la qualità al posto della quantità

Le Fiat Panda, le Fiat 500, ma anche le Fiat Punto e Grande Punto storicamente sono state auto trainanti a livello di produzione, con numeri di serie altisonanti.

Se la si guarda dal punto di vista dei regimi produttivi nelle nostre fabbriche, inevitabile considerare questi modelli prodotti in serie, come quelli che hanno garantito piena occupazione e pieni regimi lavorativi negli stabilimenti. Una cosa è produrre auto di nicchia, per un pubblico più esigente ma che può permettersi di spendere di più, un’altra è produrre auto per tutte le tasche.

Una strada che sembra essere diversa da quella di Stellantis, soprattutto dopo che Tavares ha ribadito ancora una volta che adesso, con la transizione elettrica, il costo di produzione, già elevato nella Penisola, salirà esponenzialmente.

Secondo il CEO infatti, una cosa è costruire auto a benzina o diesel, un’altra è costruire auto elettriche. Queste ultime presentano conti alla mano, un costo di produzione di almeno il 50% superiore. Se non si abbassano i costi di produzione italiani, inevitabile che i prezzi delle auto saliranno inesorabilmente. Più che un indizio è una prova da parte dell’Amministratore Delegato di Stellantis. CEO che qualche settimana fa chiese al governo un intervento in materia di incentivi auto per l’acquisto di veicoli elettrici.

Incentivi assenti nell’ultima legge di Bilancio del governo Draghi, con Tavares che evidentemente stizzito aveva annunciato possibili conseguenze per le nostre fabbriche nel caso in cui il governo continuasse sulla strada del silenzio in materia.

Una transizione elettrica difficile ed una crisi dei semiconduttori che deve insegnare

La crisi dei semiconduttori ha prodotto un calo di produzione nelle fabbriche di tutto il mondo. In media, secondo Tavares, si è perso il 15 o forse anche il 20% della produttività. La conferma da parte del manager portoghese, che questa crisi proseguirà anche nel 2021, deve portare a trarre giovamento da chi la crisi l’ha subita, cioè i costruttori.

Inevitabile che di debba pensare a soluzioni alternative, forse anche interne per dotarsi delle risorse, dei componenti e delle strutture ingegneristiche atte ad evitare che in futuro la carenza di un componente di produzione esterna impatti così gravemente su una azienda.

La transizione elettrica, ma Stellantis non è Tesla

Tra l’altro Stellantis ha deciso di puntare forte sull’elettrico, anche se è stata più un assecondare le idee politiche dell’Europa che una scelta aziendale. Anche perché più volte è venuto fuori il fatto che Stellantis ed il suo Amministratore Delegato sono scettici su un passaggio all’elettrico in così breve tempo come imposto dalle istituzioni politiche.

Tra l’altro,per quanto detto prima, c’è da fare i conti con il fatto che Stellantis non è una azienda nata per auto esclusivamente di nicchia. Non è Tesla tanto per intenderci, che può produrre auto per pochi eletti senza considerare il lato sociale del mercato.

La strada per Stellantis resta comunque tracciata

Resta il fatto che il Gruppo si è adeguato, fissando per il 2030 la data a partire dalla quale, i marchi di Stellantis produrranno solo auto elettrificate. Con i costi superiori di cui abbiamo detto prima.

Ecco perché adesso Stellantis è all’opera per cercare di trovare soluzioni, non alternative all’elettrico perché questo è impossibile visti i diktat della politica, ma per cercare soluzioni a basso costo. Secondo Tavares la via è aumentare la produttività di almeno il 10% all’anno.

Dove si producevano 400.000 auto all’anno quindi, se ne devono produrre almeno 440.000, e poi 484.000 e così via. Il problema che passa in secondo piano è quello che a costi così elevati, come pare siano quelli di produzione delle auto elettriche, che porteranno a prezzi di mercato sempre più alti.

Le batterie per le auto elettriche di Stellantis

E una produzione da incrementare potrebbe sbattere contro sempre meno persone che potranno permettersi le auto elettriche. Per questo servono incentivi statali, che però i governi non sembrano intenzionati a proporre e forse, non sono in grado di proporre per questioni di bilancio.

Il primo passo è quello di dotarsi di fabbriche di batterie per auto elettriche visto che sono proprio le batterie ad incidere per oltre il 50% sul prezzo di produzione delle auto ad emissioni zero. E Tavares ha confermato che dopo Douvrin in Francia e Kaiserslautern in Germania, la terza Gigafactory europea di Stellantis vedrà i natali a Termoli, in Molise.

Su questo però ancora tutto sospeso, con buona pace dei sindacati e dei lavoratori della fabbrica ex FCA di Termoli che chiedevano conferme e sicurezza. Tavares nella sua intervista ha annunciato che sono in corso negoziati con il governo italiano, ma ancora nulla si è concluso.

Il costo di produzione italiano per Stellantis è troppo elevato

Una dichiarazione che farà sobbalzare dalle sedie chi ha letto la sua intervista sul Corriere della Sera. L’occupazione in Italia, potrebbe essere a rischio. Tavares ha confermato che non ha intenzione di tagliare posti di lavoro o chiudere fabbriche. Ma poi ha pure detto che occorre fare i conti con il restare competitivi. Come dire, nulla si può escludere. Anche perché secondo il manager, produrre auto in Italia costa il doppio o forse più che farlo in altri Paesi Europei.

Il fatto che in Italia il costo del lavoro sia inferiore, e parliamo di stipendio dei lavoratori, fa propendere la motivazione del più alto costo verso l’organizzazione della produzione, che secondo Tavares va migliorata. A partire da un costo troppo elevato dell’energia elettrica, che in altri Paesi è decisamente inferiore. Senza considerare poi i trasporti, le infrastrutture e la logistica, dove l’Italia continua a dimostrarsi piuttosto indietro.

Questo il quadro presentato da Tavares che dovrebbe essere la base su cui Stellantis sta approntando gli ultimi dettagli del piano produttivo ed industriale che il primo marzo verrà presentato.

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