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Stellantis, in 2.600 in Cig e 100 interinali senza lavoro e tutele

Dalla Fiom-Cgil l’allarme riguardo alla precaria situazione che si sta delineando in Italia, per gli stabilimenti Stellantis, anche a Mirafiori, Grugliasco e Rivalta.

stellantis

La questione Stellantis non è stata usata nemmeno marginalmente in questa campagna elettorale. Lo sostiene la Fiom. Eppure ogni qual volta c’è una tornata elettorale, il tema del lavoro è quello su cui ci si scontra tra forze politiche. E le prossime amministrative non dovrebbero fare eccezione. Ma, almeno stando a ciò che dicono i rappresentati dei metalmeccanici della Cgil, cioè i sindacalisti della Fiom, tutto tace.

“C’è un tema assente nella campagna elettorale e riguarda il lavoro: o, per meglio dire, la questione dell’occupazione in seno a Stellantis. È di ieri, infatti, l’annuncio di altra cassa integrazione per il mese di ottobre e di un centinaio di lavoratori rimasti a casa”, questo l’allarme della Fiom.

E si parla di Mirafiori, Grugliasco e della Mopar di Rivalta. Notizie negative quindi anche lì, dopo quelle provenienti da Melfi, con solo 6 giorni di lavoro garantiti per ottobre in Basilicata o quelle provenienti da Val di Sangro. Si, perché anche alla Sevel di Atessa, dove si producono furgoni (il Fiat Ducato per esempio) e non auto, la situazione è la stessa, con volumi e regimi produttivi assai ridotti.

Cosa accade ad ottobre per molti lavoratori di Stellantis

Per la crisi dei microchip come detto da tempo, in Italia le fabbriche di Stellantis lavorano a regimi ridotti. Giornate intere di chiusura superiori a quelle di lavoro, operai in cassa integrazione maggiori di quelli in servizio e qualcuno tra i precari, lasciato a casa senza stipendio e senza ammortizzatori.

È questo il triste quadro di Stellantis, anche se occorre dire che in tutto il Mondo la crisi dei semiconduttori si sta facendo sentire forte. Crisi che riguarda anche altri colossi dell’Automotive come Toyota e Volkswagen.

A rendere noto ciò che accadrà ad ottobre anche in Piemonte, a Mirafiori, oppure alla Maserati di Grugliasco o ancora, alla Mopar di Rivalta, è la Fiom Cgil.

Ciò che preoccupa di più e che conferma la tesi di molti che vorrebbero Stellantis interessata ad un drastico taglio di forza lavoro in Italia (c’è chi parla di 12.000 lavoratori da tagliare), è che alla Mopar di Rivalta, sembra che si taglieranno circa 100 lavoratori, tutti interinali.

Anche la storica fabbrica dove una volta la Fiat produceva auto non vive momenti ottimali. Da Rivalta sono uscite le storiche Fiat 124 Spider, la Dino, la Ritmo e infine la Bravo. Adesso però la fabbrica è adibita a magazzino di stoccaggio e ricambi. E anche a Rivalta si vivono momenti bui quindi.

La particolare vicenda dei lavoratori interinali di Stellantis

A sottolinearlo è la Fiom-Cgil che mette in risalto la sorte cui stanno per andare incontro un centinaio di lavoratori di Rivalta. “I cento lavoratori in questione sono quelli impiegati dalla Mopar di Rivalta, una società del gruppo Stellantis che si occupa del magazzino ricambi. Questi lavoratori erano assunti, da circa un anno, con un contratto a termine che, come già accaduto in altri stabilimenti del gruppo, non è stato rinnovato”, così la Fiom, che fa riferimento ad altre realtà del Gruppo Stellantis come la Sevel.

Infatti è alla Società Europea Veicoli Leggeri di Atessa, in Val di Sangro che sono a rischio numerosi lavoratori con contratti di somministrazione. Sono lavoratori questi che vengono forniti a Stellantis o al suo indotto, per il tramite di Agenzie di Lavoro Interinale, e sono e restano precari.

“Per quanto ci riguarda sono dei veri e propri licenziamenti. Azioni che abbassano ulteriormente l’occupazione cittadina”, sono queste le eloquenti parole usate dal segretario generale della Fiom Cgil di Torino, cioè da Edi Lazzi.

Mirafiori e Grugliasco, ancora lunghe settimane di cassa integrazione

La crisi dei microchip ha prodotto le fermate di diversi stabilimenti italiani di Stellantis. Il calo di produzione è del tutto evidente. A questo si deve aggiungere il via ai piani di incentivazione all’esodo che ovunque sono partiti. E poi, cassa integrazione a macchia d’olio e più utilizzata che in passato. E tutto questo nonostante adesso si parla di un colosso dell’Automotive. Stellantis è il quarto produttore di auto al Mondo, una grande azienda con 14 brand. Una società nata dalla fusione dei francesi di PSA con gli italiani di FCA.

Ancora peggio degli ultimi tempi di Fiat Chrysler Automobiles, quando la situazione era già ampiamente di crisi. Un po’ i semiconduttori con i loro difficoltosi canali di approvvigionamento dall’Asia, ed un po’ la crisi Covid hanno fatto il resto.

E poi c’è il problema insito in Stellantis. Essendo un colosso che ha interessi in diverse Nazioni, ha fatto emergere la differenza di costi di produzione per l’azienda. E l’Italia in questo esce con le ossa rotte dal confronto.

Costruire auto nel Bel Paese è meno conveniente per Stellantis: E lo ha detto a chiare lettere anche il CEO dell’azienda, il Manager portoghese Carlos Tavares, fin dalla sua prima visita in Italia.

“Adesso, nel mese di ottobre, le Presse di Mirafiori e la Maserati di Grugliasco attueranno due settimane di cassa integrazione per tutti i loro addetti. Mentre alle ex Meccaniche di Mirafiori le settimane saranno addirittura tre. In tutto, 2.615 lavoratori collocati in cassa integrazione per questo mese”, sono questi i calcoli della Fiom per le celebri fabbriche piemontesi del gruppo

Le parole di Edi Lazzi, segretario della Fiom Cgil

“La situazione di incertezza sul futuro del settore auto e del tessuto produttivo nella nostra città continua imperterrita. Come volevasi dimostrare l’utilizzo della cassa integrazione negli stabilimenti Stellantis non cessa. E per giunta oltre 100 interinali sono stati lasciati a casa”, questo l’allarme di Edi Lazzi.

Tagli degli interinali che si aggiungono ai piani di incentivazione all’esodo. E su questi piani, la formula utilizzata, cioè ogni 3 pensionati un nuovo assunto, assomiglia tanto a un piano di riduzione di organico.

E ciò che fa specie è la carenza di chiarezza che Stellantis utilizza, perché non emerge ancora chiaro quale  piano abbia per il futuro produttivo Italia. Inoltre le accuse sono rivolte pure al governo, reo di un certo immobilismo e di non essere arrivato a chiedere ai vertici aziendali un  incontro per produrre o proporre un progetto che abbia come scopo, il portare nuovi veicoli da costruire in Italia.

L’assenza della politica locale è evidente secondo la Fiom

Tornando alle questioni locali, e quindi del suo Piemonte, Edi Lazzi ne ha anche per i vertici della Regione e le istituzioni Piemontesi. L’occasione per tirare dentro la politica locale è stata subito ghiotta dal momento che ci solo la campagna elettorale e le votazioni proprio a Torino città.

“A livello cittadino nel corso di questa campagna elettorale non si è quasi mai parlato del gruppo Stellantis e di Mirafiori quando invece dovevano essere il fulcro della campagna elettorale, della discussione su cosa fare per rilanciare fattivamente e non in modo velleitario l’economia cittadina”, questa l’accusa del segretario della Fiom Cgil alla politica locale, rea di sottovalutare il problema Stellantis a Mirafiori e Grugliasco.  

“I torinesi stanno chiedendo alle classi dirigenti ad ogni livello di occuparsi del lavoro che manca, dei giovani che non trovano un impiego, di coloro che sono licenziati e non trovano un’altra occupazione”, questo ciò che ha detto Lazzi, sottolineando come la politica locale sembra sorda alla richiesta di lavoro e occupazione della popolazione, anzi, lascia che anche chi adesso lavora, venga messo a rischio come accade a Stellantis.

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