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Targhe estere libere di circolare: arrivano i primi dissequestri

Le persone stabilite in Italia da tempo non possono circolare con targhe straniere, ma arriva il primo dissequestro di veicolo in deroga al decreto Sicurezza.

targa estera

Sono stati i decreti Sicurezza dell’allora titolare del Viminale, il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Era il primo governo di questa legislatura, il primo governo Conte chiamato comunemente gialloverde per via della presenza in maggioranza della Lega di Matteo Salvini e del Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio.

Tra i più discussi provvedimenti di quell’esecutivo, sicuramente i decreti sicurezza erano ai primi posti. E tra i vari punti dei decreti voluti dal Ministro dell’Interno di allora e Vice Premier, Matteo Salvini, anche la limitazione della circolazione dei veicoli con targa straniera in Italia. Ma adesso arrivano notizie che contrastato con i diktat di quei decreti.

Decreti sicurezza piuttosto drastici

Iniziano ad arrivare i primi provvedimenti che contrastano con quanto deciso dai decreti Sicurezza di Salvini in materia di circolazione dei veicoli con targa straniera in Italia.

Infatti fu stabilito che per i soggetti aventi residenza effettiva in Italia da più di 60 giorni, il circolare con auto con targa straniera non era ammesso. Un provvedimento nato per detonare quello che era diventato un autentico sistema, con numerosi automobilisti che immatricolando l’auto all’estero, risparmiavano sulle tasse, diventando anche autentici fantasmi di fronte al Fisco soprattutto per quanto riguarda le multe per infrazioni del Codice della Strada.

La stretta voluta dal primo governo Conte era piuttosto radicale, mettendo in difficoltà anche chi “furbetto” in questo senso non poteva certo essere considerato. Basti pensare a chi vive ai confini con Francia, Svizzera e così via.

Molti italiani che per questioni di lavoro vanno a lavorare oltre confine, anche se a pochi Km di distanza dalla loro residenza, si sono trovati di fronte ad un serio problema, quello di dover immatricolare ex novo l’auto i Italia, nonostante avessero provveduto, lecitamente ad immatricolarla nel vicino Stato Estero che tra l’altro è la sede della loro attività lavorativa.

Dissequestrata auto bloccata dai decreti Sicurezza di Salvini

Il discorso sui frontalieri con targa estera, è stato subito uno di quelli su cui l’attenzione è diventata massiccia. Le polemiche sulle problematiche che il decreto sicurezza ha cagionato a questi lavoratori di confine, è stato oggetto di interrogazioni parlamentari e di proposte di correzione dei decreti, che hanno portato comunque, ad alcune modifiche. Tra queste per esempio, la residenza normale in Italia, che ha rappresentato una vera e propria deroga alle limitazioni inserite nel decreto Sicurezza.

Per residenza normale in Italia si intende il luogo in cui una persona dimora abitualmente e per almeno 185 giorni all’anno, anche non avendo residenza effettiva in quello Stato. Si tratta di soggetti che per motivi personali , di lavoro e professionali, vivono per oltre la metà dell’anno in un posto diverso dalla loro residenza effettiva.

In altri termini per residenza normale si intende il luogo, sul territorio nazionale, in cui una persona, che ha interessi professionali in altro Stato europeo, ha i propri interessi personali, a condizione che vi ritorni regolarmente.

Una deroga ai decreti Sicurezza dicevamo, ma non solo, perché è notizia che stanno arrivando i primi dissequestri di veicoli che erano stati fermati proprio a seguito dei decreti Sicurezza. Una nota Ansa infatti ha messo in luce proprio questo aspetto.

La notizia riguarda un veicolo fermato a causa delle limitazioni sulle targhe straniere imposto dal decreto Sicurezza.  Dissequestrato un veicolo fermato come previsto dal decreto, perché di proprietà di persone stabilmente residenti in Italia.  Nello specifico il veicolo era un Renault Master fermato il 5 maggio dalla polizia stradale di Battifolle in provincia di Arezzo.

Il guidatore del veicolo era un cittadino di Ventimiglia. Ciò che la Polizia ha sollevato all’automobilista era la violazione dell’articolo 93 del Codice della strada.

 “Ho subito fatto presente di essere il titolare dell’azienda francese alla quale era intestato il mezzo, una società di servizi che si occupa del trasporto di mezzi e persone. Ho esibito il libretto dell’auto, così come la licenza rilasciata dalla Camera di Commercio francese, ma volevano i documenti tradotti in italiano”, questo ciò che l’automobilista ha dichiarato come riportato dall’Ansa.

L’automobilista ha opposto ricorso tramite avvocato e il veicolo è stato dissequestrato per evidenti problemi interpretativi della norma. E sull’Ansa si riporta anche un evidentemente soddisfatto commento di Roberto Parodi, segretario della FAI (Frontalieri Autonomi Intemeli).

“In attesa di conoscere l’esito degli altri ricorsi e il pronunciamento del ministero dell’Interno per una corretta interpretazione della norma, si risolve questo primo caso, viziato da un’altra assurdità interpretativa”.

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