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Autostrada per l’Italia: il tutor continuerà a funzionare nonostante la sentenza

I tutor continueranno a funzionare sulla rete autostradale italiana malgrado la sentenza

Autostrada per l'Italia tutor sentenza

In seguito alla decisione presa dalla Corte d’appello di Roma, la quale ha stabilito che i tutor rappresentano una forma di violazione del brevetto della Craft – una piccola società toscana, Autostrade per l’Italia ha deciso che non verranno rimossi dalla rete di autostrade ma saranno prontamente sostituito con un nuovo sistema. L’annuncio è stato dato dalla società italiana attraverso una nota diffusa nelle scorse ore.

La decisione sarà impugnata presso la Corte di cassazione da Autostrade per l’Italia, le cui ragioni sono state riconosciute fondate da 4 precedenti sentenze di merito in tutti i gradi di giudizio. Per evitare, quindi, che i benefici dei tutor vengano annullati, visto che ha ridotto il numero dei morti sulla rete autostradale del 70%, Autostrade per l’Italia ha deciso di farsi carico della sanzione prevista per mantenere attivo il sistema fino alla sostituzione completa con nuovi apparati, la quale avverrà entro 3 settimane.

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Autostrade per l’Italia: nonostante la decsione della Corte d’appello di Roma, i tutor continueranno a funzionare

La Corte d’appello di Roma, però, rivela che la concessionaria italiana di costruzione e gestione di autostrade a pedaggio non si è arricchita utilizzando questo sistema poiché ha come unico obiettivo quello di mettere in sicurezza i clienti, oltre a non aver danneggiato Craft. La Polizia ha voluto ringraziare Autostrade per l’Italia per aver preso la decisione di non rimuovere i tutor dalla rete autostradale.

Nella nota pubblicata nelle scorse ore, la Polizia di Stato sostiene che questa vicenda è una concreta testimonianza di quanto la sicurezza stradale e la riduzione delle vittime per incidente stia molto a cuore ad Autostrade per l’Italia. Difatti, il sistema risulta molto efficace nel modificare i comportamenti scorretti poiché sanziona il guidatore in caso di superamento della velocità media e non di quella istantanea.

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Romolo Donnini, titolare dell’azienda Craft di Greve in Chianti (provincia di Firenze) è soddisfatto del risultato ottenuto in seguito a una lunga causa partita nel 2006 e ringrazia la Corte d’appello di Roma per aver condannato la concessionaria italiana a una violazione di brevetto del 1999 riguardo la realizzazione dei tutor installati sulle rete autostradale italiana.

Nel 2000, Donnini presentò un nuovo apparecchio, chiamato Sicve, ad Autostrade per l’Italia senza, però, ottenere attenzione. Tuttavia, dopo l’installazione del tutor avvenuta nel 2004, il titolare della Craft si rivolse alla giustizia sostenendo che la concessionaria italiana aveva copiato la sua idea. Nel 2015, il contenzioso è giunto alla Corte di cassazione dove è partito il nuovo processo che successivamente è passato alla Corte d’appello di Roma.

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