Si parla tanto di elettriche, ma poi nei fatti la burocrazia italiana rallenta tutto. La legge Stabilità di gennaio 2021 aveva stabilito bonus Isee elettriche: un contributo nella misura del 40% delle spese ai soggetti appartenenti a nuclei familiari con Isee inferiore a 30mila euro. Per l’acquisto o il leasing, effettuato entro il 31 dicembre 2021, di auto elettriche. Con potenza fino a 150 kw. E con un prezzo da listino ufficiale della Casa automobilistica inferiore a 30mila euro al netto dell’Iva. Un bonus alternativo e non cumulabile con altri contributi statali. Ma mancava un decreto.
Adesso, il decreto è in rampa di lancio. Da due ministeri: Mise-Mef. Ossia ministero dello Sviluppo economico; e ministero dell’Economia e delle finanze. Certo che una norma più complicata di così era difficile da fare. Prima, una marea di paletti amministrativi. Poi, il decreto di due ministeri.
E comunque, tutto è paradossale. Le elettriche costano un occhio della testa. Dai un bonus sulle elettriche a chi ha redditi bassissimi: gente che in teoria l’elettrica non se la può permettere. Un cortocircuito nazionale. Non era forse meglio dare questi soldi agli incentivi normali?In ogni caso, il plafond è di 20 milioni di euro. Pochi. Oltretutto, c’è una battaglia fra chi vuole alzare questo plafond per il bonus Isee elettriche; e chi vuole introdurre nuovi ecobonus per le elettriche; e chi punta a incentivi per endotermiche e per elettriche, più quelli per le ibride plug-in o tradizionali.
Infatti, i classici bonus per le elettriche stanno per finire. Già gli automobilisti hanno giustamente sbranato gli ecoincentivi per auto a benzina e diesel. Si attende un segnale dal Governo Draghi. L’Esecutivo Conte si è dimostrato non molto sensibile sul tema, in quanto gli incentivi erano pochi e con provvedimenti spot, non organici, non in disegni legge. Solo emendamenti ad altre misure, in modo caotico e disordinato. Non è così che si fa la transizione ecologica voluta dall’Unione europea.