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Fringe benefit auto aziendali: meno tasse per risollevare le vendite

Dopo un pessimo 2020 e un brutto gennaio 2010, serve un intervento del Governo

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Fringe benefit auto aziendali: meno tasse per risollevare le vendite. Dopo un pessimo 2020 e un brutto gennaio 2021, serve un intervento del Governo. In tema di fiscalità, Federauto auspica un rapido adeguamento dei valori soglia al ciclo WLTP della normativa delle auto concesse in fringe benefit. Tutto sta scritto in un emendamento presentato alla conversione del decreto milleproroghe, ricorda Adolfo De Stefani Cosentino, presidente della Federazione dei concessionari auto.

Fringe benefit auto aziendali: qual è il problema

Il mercato delle vetture aziendali sta risentendo negativamente dell’aumento automatico della tassazione scattata dal 1° gennaio 2021, le cui aliquote sono passate dal 40% al 50% per i veicoli con emissioni di CO2 tra 161 e 190 g/km e dal 50% al 60% per i veicoli che superano i 190 g/km. Trattasi di batosta in un momento pesantissimo per tutti, causa Covid.

Piano italiano da presentare all’Europa: occhio all’auto pulita

Per De Stefani, resta strategico lavorare sul piano di impiego delle risorse europee del Recovery Plan. Importante: al momento non è previsto un progetto organico e pluriennale, in ottica green e di sostenibilità economica, per il rinnovo del parco circolante vetture, veicoli commerciali e industriali. Nel piano, non c’è neppure l’allineamento del sistema della fiscalità dei veicoli delle imprese ai livelli europei. Quindi, Federauto farà presente questi problemi alla commissione Attività produttive della Camera, in audizione sulla proposta di piano nazionale di ripresa e resilienza.

Progetto verde e valido da presentare all’Ue

Il settore automobilistico in Italia riveste un ruolo di straordinario rilievo in termini di occupazione, contributo al bilancio delle entrate nazionali, sviluppo tecnologico e miglioramento ambientale, chiosa De Stefani.

Va aggiunto che l’attesa per il piano da presentare all’Unione europea sta divenendo a questo punto spasmodica: in ballo 200 miliardi e passa che arriveranno solo se l’Ue apprezzerà la strategia italiana del futuro. Improntata al verde.

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