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Divieto di sosta: cosa fare se il vigile non multa anche le altre auto

Non c’è alcun appiglio giuridico che permette al cittadino di contestare una multa perché il vigile ha perdonato altri trasgressori

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Alzi la mano chi nel momento in cui vede sul suo parabrezza una multa per divieto di sosta non controlla le altre auto. Verificare se anche sugli altri parabrezza delle auto parcheggiate di fianco non ci sia lo stesso foglietto.

È un comportamento automatico questo. E nasce da un sospetto, da un pensiero insito che riguarda il comportamento del militare o dell’ausiliario del traffico.  Il vigile o l’agente delle forze dell’ordine che hanno comminato la multa, ha fatto lo stesso con gli altri veicoli in divieto?

Il sospetto di essere l’unico a cui è stata comminata la multa. Oppure il sospetto che si adotti il meccanismo del “figlio e figliastro”, magari con il vigile che ha riconosciuto l’auto dell’amico e non ha usato lo stesso metro di giudizio. Ma se la nostra auto è l’unica a cui è stata comminata la multa, si può fare qualcosa?

Divieto di sosta, si può contestare l’operato di un vigile?

Sulla multa nessun veto da parte del trasgressore, perché parcheggiare dove il Codice della Strada non lo consente è condotta suscettibile di contravvenzione. La domanda che molti si pongono però, riguarda proprio il fatto che i veicoli a fianco a quello multato, non hanno subito lo stesso trattamento sanzionatorio nonostante fossero anche essi in divieto di sosta.

La multa può essere contestata perché il vigile ha usato un comportamento “discriminatorio nei confronti di un automobilista non multando altri per la stessa infrazione? La legge da questo punto di vista è chiara e anticipiamo dicendo che c’è poco da fare o da contestare.

Cosa dice la legge

Il vigile urbano piuttosto che il poliziotto o il carabiniere, sono dipendenti della Pubblica Amministrazione.

E per legge, non esiste Tribunale che può andare a sindacare e mettere il naso sulla condotta di un militare. Infatti lo Stato Italiano è basato su tre poteri nettamente distinti e assolutamente autonomi tra loro, nel senso che operano indipendentemente gli uni dagli altri.

Essi sono il  potere legislativo, quello giudiziario e quello esecutivo. Quindi, anche producendo ricorso ad un giudice le possibilità di accoglimento sono pari a zero. Anche dimostrando che il vigile che ci ha comminato la multa non si sia dimostrato imparziale. Anche non multando le auto in divieto di sosta come quella assoggettata a contravvenzione, il giudice non potrà nulla. Ripetiamo,nessun tribunale può andare a giudicare l’operato di un vigile nello svolgimento delle sue funzioni.

Tutto in barba al principio della imparzialità, contro la multa nulla da fare

Qualcuno potrà andare a sindacare sul fatto che la nostra massima espressione di legge, cioè la nostra Costituzione delle Repubblica recita all’articolo n° 97 che va applicato il principio di imparzialità e buon andamento della PA nei confronti di tutti i cittadini. Una cosa da dire riguardo alla Costituzione è che molti dei principi su cui si fonda e che impone alla vita degli italiani, si rivolgono al Parlamento, cioè alla sede dove vengono create le leggi e non ai cittadini che non possono richiamare alla Costituzione per vincere un ricorso.

Il vigile può multare anche solo un veicolo dei tanti in divieto sosta

Dal punto di vista normativo quindi, un vigile ha tutto il potere di sanzionare solo alcuni dei veicoli che per esempio sono parcheggiati in divieto di sosta, magari sottolineando il fatto che era alle prese con altre urgenze derivanti dal suo ruolo. E i sanzionati non potranno presentare ricorso chiedendo l’equità di trattamento con gli altri “perdonati” dal vigile.

Al massimo la segnalazione della non neutralità o presunta non imparzialità del vigile sanzionatore potrà far scattare da parte dell’Ente per cui lavora (L’Amministrazione Comunale) sanzioni disciplinari variabili a seconda dei casi, ma la multa per chi è stato sanzionato andrà comunque pagata.

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