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FCA: cassa integrazione per i dipendenti di Melfi residenti in zone rosse

Coinvolti più di 250 dipendenti

Jeep Compass stabilmento Melfi

Lo stabilimento di Melfi è uno dei principali punti di riferimento della produzione di FCA in Italia. Lo stabilimento è quello dove vengono realizzate più vetture (a Melfi, ricordiamo, si producono 500X, Renegade e Compass) e dallo scorso settembre la produzione è stata costante e senza quasi interruzioni, confermando i buoni dati dei tre modelli prodotti nonostante l’emergenza in corso. Da notare che a Melfi vengono realizzate anche le prime plug-in che FCA produce in Italia (le versioni 4xe di Renegade e Compass).

Per il prossimo futuro, in ogni caso, a Melfi è previsto il ritorno della cassa integrazione. La direzione dello stabilimento ha comunicato, infatti, che più 250 dipendenti dello stabilimenti residenti in zone rosse saranno collocati in cassa integrazione almeno sino al prossimo 14 novembre. La misura, che prevede il ricorso alla “cassa Covid”, potrebbe essere estesa nel corso dei prossimi giorni, andando a coprire un periodo di tempo più lungo.

Tra i lavoratori di Melfi coinvolti dal ricorso alla cassa integrazione troviamo i residenti nelle zone rosse di Genzano di Lucania (Potenza) e Irsina (Matera). Questi due comuni son stati definiti zone rosse con un’ordinanza regionale della scorsa settimana a causa dell’elevata concentrazione dei contagi nei territori in questione. I residenti in questi due comuni, che rappresentano una porzione considerevole del totale di dipendenti dello stabilimento, resteranno per alcuni giorni in cassa integrazione.

I sindacati locali si sono schierati contro il provvedimento, sottolineando come questa scelta sia una diretta conseguenza dell’ordinanza regionale della scorsa settimana. Al momento, non ci sono certezze in merito ad un eventuale prolungamento della misura che potrebbe estendersi nel caso in cui, nel corso delle prossime settimane, le autorità nazionali e locai provvedessero a nominare altri comuni come “zone rosse”,

Ricordiamo che parte del personale di Melfi arriva anche dalla vicina Puglia, attualmente in zona arancione. Il rischio è che ulteriori provvedimenti restrittivi possano minare le capacità produttive dello stabilimento, con conseguenze immediate sui salari dei lavori del sito stesso e di tutto l’indotto, composto da tante realtà medio-piccole che contribuiscono a “reggere” l’economia della regione.

La produzione va avanti

Per il momento, nonostante anche alcuni casi di contagio tra il personale, la produzione dello stabilimento di Melfi va avanti. Il sito lucano rappresenta un importantissimo punto di riferimento per le attività produttive in Italia e modelli come la Compass, la Renegade e la 500X sono il fulcro delle vendite di FCA in Europa. Le richieste arrivate dal mercato europeo in questi mesi sono elevate e ci sono ancora tanti ordini da smaltire in queste settimane.

La produzione a Melfi continuerà e verrà interrotta solo nel caso in cui si arrivi ad un nuovo lockdown che coinvolga anche le attività produttive, come avvenuto lo scorso mese di marzo. C’è poi da considerare i possibili effetti negativi della seconda ondata della pandemia sul mercato auto italiano ed europeo e, quindi, un possibile calo delle richieste per i modelli prodotti a Melfi.

Nelle prossime settimane, in ogni caso, la produzione a Melfi continuerà. Lo stabilimento, che ha una forza lavoro molto elevata, soprattutto in rapporto ad altri siti di FCA in Italia, continuerà a portare avanti le sue operazioni, smaltendo gli ordini arrivati in queste settimane per i tre modelli prodotti. Le attività del prossimo futuro, invece, dipenderanno da svariati fattori e, soprattutto, dall’impatto della seconda ondata sul mercato auto europeo.

Maggiori dettagli in merito ad un nuovo ricorso alla cassa integrazione per i dipendenti della FCA di Melfi potrebbero arrivare nel corso dei prossimi giorni, anche in base all’evoluzione dei contagi. Continuate a seguirci per tutti gli aggiornamenti legati al caso.

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