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Fiat Chrysler: sotto indagine da parte del Dipartimento di Giustizia USA

Fiat Chrysler
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Pochi giorni dopo essere stato accusato dalla Environmental Protection Agency di barare sulle sue prove di emissione, Fiat Chrysler è ora oggetto di indagine da parte del Dipartimento di Giustizia per non aver rivelato un software segreto che avrebbe facilitato la frode, secondo quanto riporta Bloomberg. All’inizio di questa settimana, un amministratore EPA ha detto che un software di FCA poteva essere stato inserito in alcune auto del gruppo italo americano in violazione del Clean Air Act, contribuendo ad un “inquinamento illegale.” L’EPA ha inviato una richiesta a Fiat Chrysler chiedendo loro di dimostrare il contrario. I veicoli in questione includono tra le altre: Jeep Grand Cherokee dal 2014 al 2016, e Dodge Ram 1500 Truck.

Un portavoce di Fiat Chrysler ha detto che la società “intende collaborare con la nuova amministrazione per presentare il suo caso e risolvere la questione in modo giusto ed equo”. Lo stesso portavoce si è detto “deluso” dal bando EPA sulla violazione e non vede l’ora di dimostrare che le strategie di controllo delle emissioni di FCA sono “adeguatamente giustificate” e quindi non  si tratterebbe di impianti di manipolazione ma di dispositivi perfettamente in linea con la normativa vigente. Dunque in FCA sperano di risolvere la questione rapidamente. Secondo i media americani vi sarebbero delle affinità tra a situazione di Fiat Chrysler e quella vissuta da Volkswagen.

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Fiat Chrysler: indagini anche da parte del Dipartimento di Giustizia USA

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Secondo Bloomberg , Fiat Chrysler ha utilizzato la tecnologia dal fornitore automobilistico tedesco Bosch, che è anche sotto inchiesta per il suo ruolo nella fornitura di software per Volkswagen. La questione relativa a FCA rischia di coinvolgere meno veicoli  rispetto alle indagini su VW, ma considerando la situazione debitoria di FCA, questa situazione potrebbe ostacolare la casa automobilistica in maniera piuttosto pesante. Parlando con i giornalisti ieri il CEO Sergio Marchionne ha definito le accuse “una sciocchezza assoluta”. Il numero uno ha ammesso che il software della sua azienda può essere “tecnicamente carente”, ma ha negato che le accuse siano simili a quelle rivolte a Volkswagen.

 

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