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FCA: più investimenti e meno delocalizzazioni per ottenere il prestito da 6.3 miliardi di Euro

Ecco le condizioni che FCA dovrà rispettare per ottenere le garanzie statali

E’ quasi tutto definito per l’erogazione del prestito da 6,3 miliardi di Euro con garanzie statali che FCA otterrà da Intesa Sanpaolo, sfruttando quanto previsto dal decreto Liquidità dello scorso mese di aprile, varato dal Governo per sostenere le aziende italiane durante il periodo d’emergenza. Il prestito, da settimane, è al centro di discussioni e polemiche legate, soprattutto, alla sede del gruppo FCA.

A sfruttare il decreto sarà però FCA Italy, la divisione italiana del gruppo, che dovrà sottostare a precise clausole legate alla concessione delle garanzie statali. Il prestito verrà erogato solo dopo il completamento di alcuni passaggi tecnici con un decreto del ministero dell’Economia che dovrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Le ultime informazioni sulla questione riguardano le condizioni fissate da Sace per la concessione delle garanzie statali, essenziali per l’ottenimento del prestito, a FCA.

Più investimenti in Italia

Per ottenere il prestito da 6,3 miliardi di Euro, seguendo quanto prescritto dal decreto Liquidità, FCA dovrà aumentare gli investimenti previsti dal “Piano Italia”, il piano industriale per gli stabilimenti italiani del gruppo, annunciato lo scorso anno e più volte confermato in questi mesi (anche se con possibili ritardi). Stando alle informazioni emerse in queste ore, FCA si impegnerà a incrementare gli investimenti previsti dal piano per l’Italia, passando da 5 miliardi a 5,2 miliardi di Euro.

I 200 milioni di Euro aggiuntivi, rispetto al piano originale, verranno indirizzati verso lo stabilimento di Melfi, uno dei punti di riferimento delle operazioni di FCA in Italia. A Melfi, ad oggi, vengono prodotte la Jeep Compass (con una seconda linea che sarà attiva da fine giugno) e i crossover 500X e Renegade. A Melfi sono previsti anche investimenti significativi per progetti di ricerca e sviluppo (a tema elettrificazione in particolare). Staremo a vedere le risorse aggiuntive come verranno utilizzate.

E’ chiaro, inoltre, che tutti i progetti previsti dal “Piano Italia” (il piano industriale di Alfa Romeo, il piano industriale di Maserati, gli investimenti previsti per la 500 elettrica a Mirafiori, le nuove motorizzazioni ibride prodotte a Termoli etc.) sono confermati e dovranno essere realizzati dall’azienda.

Stop alle delocalizzazioni e obiettivo piena occupazione

Tra le condizioni previste per l’ottenimento del prestito c’è anche uno stop alle delocalizzazioni. Le risorse che FCA otterrà in prestito serviranno a garantire il sostentamento della filiera automotive italiana e l’azienda si impegnerà a confermare tutti gli investimenti previsti nel nostro Paese, senza alcuna delocalizzazione della produzione o di altre attività.

Da notare, inoltre, che FCA si impegnerà a non cedere i marchi italiani (Alfa Romeo, Maserati, Fiat, Fiat Professional, Abarth e Lancia) e la partecipazione nella Sevel, la joint venture con PSA mirata alla produzione di veicoli commerciali nello stabilimento di Atessa, uno dei siti di produzione più importanti delle attività italiane dell’azienda.

Da notare, inoltre, che FCA Italy non potrà distribuire cedole nel corso del 2020 (la divisione italiana non avrebbe comunque potuto distribuire una cedola avendo chiuso il 2019 in forte perdita). Non sono previsti divieti per quanto riguarda i dividenti straordinari inclusi nell’accordo di fusione tra FCA e PSA. 

Come verrà suddiviso il finanziamento

Dei 6.3 miliardi di Euro che verranno concessi in prestito, circa 4,5 miliardi di Euro dovranno essere utilizzati per i pagamenti a circa 10 mila fornitori dell’azienda. Per i fornitori esteri di FCA Italy (si tratta di circa 1.400 aziende) non potranno essere erogati più di 1.2 miliardi di Euro. Da notare, inoltre, che 1 miliardi di Euro dovrà essere utilizzato per sostenere le attività di ricerca e sviluppo mentre 800 milioni di Euro serviranno per la forza lavoro italiana.

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