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Denunce per reati da coronavirus: bruciato il lavoro di Carabinieri e Polizia 

Le 100.000 operazioni di Carabinieri e Polizia finiscono nel dimenticatoio. Per una norma molto discutibile

carabinieri coronavirus

Dall’inizio della pandemia al 24 marzo 2020, Carabinieri e Polizia locale e stradale hanno fatto un lavoro straordinario. Due milioni di controlli su strade. Risultato: 100.000 denunce per reati. Articolo 650 del Codice Penale: 3 anni di galera o 206 euro di multa. Ma ora, tutte bruciate le denunce per reati da coronavirus. Perché? Lo dice il decreto del 25 marzo 2020. Non è una libera interpretazione, è proprio scritto chiaro e tondo.

Denunce per reati da coronavirus: liberi tutti

Un condono, una sanatoria, un’amnistia. Chiamatela come volete, comunque è molto discutibile.

  1. Carabinieri e Polizia locale e stradale per fare quel lavoro hanno operato talvolta senza mascherina o guanti o comunque in condizioni delicatissime. Un automobilista in quarantena o positivo poteva anche far loro del male. Con le goccioline di saliva che escono dalla bocca quando si parla. Il contagio è così: veloce, maledetto, subdolo. Senza dimenticare starnuti e colpi di tosse, con le goccioline di saliva che escono a velocità elevata e che hanno un raggio d’azione molto esteso. Altro che un metro di distanza.
  2. Le Forze dell’ordine hanno fermato il bravo padre di famiglia con l’autocertificazione. Ma hanno anche fermato balordi, tossici, gente con fedina penale sporchissima. Un lavoro pericoloso, certosino, minuzioso. Davvero un’opera encomiabile.
  3. Per ogni operazione, specie nella prima parte del periodo antecedente l’ultimo decreto, si doveva identificare l’automobilista fermato. Un lavorone. Non sempre è come chiedere nome e cognome alle brave persone. Talvolta, si ha a che fare con signori dalla dubbia moralità. Tant’è vero che il 5% dei fermati è stato denunciato ai sensi del Codice Penale. Non si parla di Codice della Strada o di illeciti amministrativi. Qui si entra in un campo minato.

Denunce per reati da coronavirus: il decreto del 24 marzo 2020

Salvo che il fatto costituisca reato, il mancato rispetto delle misure di contenimento viene punito con una sanzione amministrativa. Addio al reato dal 24 marzo. Pagamento di una somma da 400 a 3.000 euro. E non si applicano le sanzioni contravvenzionali previste dall’articolo 650 del Codice Penale o da ogni altra disposizione di legge attributiva di poteri per ragioni di sanità. Se il mancato rispetto delle misure avviene mediante l’utilizzo di un veicolo, le sanzioni sono aumentate fino a un terzo.

  • Ma occhio. C’è la conversione delle sanzioni penali in amministrative. È stato inoltre precisato che le disposizioni del decreto che sostituiscono sanzioni penali con sanzioni amministrative si applicano anche alle violazioni commesse anteriormente alla data di entrata in vigore dello stesso decreto (26 marzo).
  • Cosa accade ai 100.000 denunciati? In tali casi, le sanzioni amministrative sono applicate nella misura minima ridotta alla metà. Morale: pagano 200 euro.

Reati da decreto: come doveva andare e come andrà

Doveva andare così: per i 100.000 denunciati, reato. Decreto penale. Con possibilità di oblazione (103 euro) a chi ha la fedina penale sporca. E con il giudice che optava per l’oblazione o per i 3 mesi di galera a chi aveva la fedina sporca.

Di tutto questo, nulla rimane. Bruciato d’un colpo. Mossa del Governo molto discutibile. Sia verso chi è stato onesto. Sia verso Carabinieri e Polizia locale e stradale. Con l’auspicio che adesso chi viene multato non possa poi in futuro godere di un secondo condono dovuto a un ennesimo decreto.

Reati: la partita resta aperta

Ci auguriamo che la partita per altri reati resti aperta. Si i positivi e coloro che sono in quarantena viaggiano, c’è da applicare il Codice Penale. Prima del decreto, durante il decreto, dopo il decreto. Norme severe con chi diffonde la pandemia. Per rispetto verso i malati, le vittime, i medici, gli infermieri, autisti e personale delle ambulanze, e poi gli altri eroi: Carabinieri e poliziotti (sia di Polizia locale sia di Polizia stradale).

  • Ci sono, lo ricordiamo, la limitazione della circolazione delle persone, il divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione per i soggetti in quarantena perché contagiati e la quarantena precauzionale per le persone che hanno avuto contatti stretti con soggetti contagiati.
  • Esistono limitazioni o divieto di allontanamento e di ingresso in territori comunali, provinciali o regionali, nonché rispetto al territorio nazionale.
  • È identificato nella violazione intenzionale del divieto assoluto di allontanarsi dalla propria abitazione o dimora, per le persone sottoposte a quarantena in quanto risultate positive al virus. La pena è contemplata all’articolo 452 (Delitti colposi contro la salute pubblica) del Codice Penale, con la reclusione da uno a cinque anni.

Come pagare le multe da decreto coronavirus: F23 e iban

Si applicano i commi 1, 2 e 2.1 dell’articolo 202 del Codice della Strada in materia di pagamento in misura ridotta. Quindi la somma è ridotta del 30% se il pagamento è effettuato entro 30 giorni (fino al 31 maggio) dalla contestazione o dalla notificazione. È stato infatti innalzato da cinque a 30 giorni, ma solo fino al 31 maggio, il lasso temporale entro il quale il trasgressore può pagare la sanzione beneficiando dello sconto.

Si pagherà in base a come decidono i vari enti locali: F23 o tramite bonifico a un iban. Tutto da fare a casa in home banking. Sarebbe bizzarro se si dovesse pagare con bollettino postale in piena pandemia.

Responsabilità di Carabinieri e poliziotti: uno strano disegno legge

ClubAlfa.it, intanto, segnala questo strano disegno legge. Anch’esso assai discutibile, visto il lavoro straordinario dei nostri ragazzi e uomini (nonché di ragazze e donne). Guardate in basso che cosa abbiamo scovato per voi. Otto punti per avere le idee chiare.

  1. Allora, legislatura 18ª, 4ª Commissione permanente, Resoconto sommario numero 56. Non è una bufala. Noi siamo molto attenti a cercare le fonti: vedi il Senato.
  2. I nomi di chi ha creato questo disegnuccio di legge non li facciamo. Niente pubblicità a questi signori. Se volete, sono nel link.
  3. Parere approvato dalla Commissione sul disegno legge 1766.
  4. La Commissione difesa, esaminato il disegno di legge, dice che l’emergenza epidemiologica in atto richiede un numero considerevole di unità delle Forze di polizia e delle Forze armate nelle attività di controllo del territorio e di verifica del rispetto dei divieti governativi e dei provvedimenti di profilassi. Dice che tale personale è sottoposto a responsabilità e rischi, anche sanitari, eccezionali.
  5. Inoltre, la Commissione esprime il massimo apprezzamento per lo sforzo straordinario che, nell’attuale situazione di emergenza, le strutture e il personale delle Forze armate stanno sostenendo, a beneficio di tutta la popolazione, sia sul versante sanitario sia sul versante della sicurezza.
  6. Ma eccoci al cuore della faccenda. Cosa dice la Commissione al Governo?
  7. Valuti il Governo, in conformità con quanto previsto in situazioni analoghe per le altre amministrazioni dello Stato, di garantire forme di tutela, in sede civile e penale, nei confronti dei responsabili delle strutture delle Forze armate (compresa l’Arma dei Carabinieri), limitando la loro responsabilità qualora questi abbiano assolto agli obblighi di informazione del personale sui rischi di contaminazione da agenti virali, e gli ordini emanati siano conformi alle indicazioni fornite dalle autorità sanitarie.
  8. Che cosa? Limitare la responsabilità dei responsabili delle strutture delle Forze armate (compresa l’Arma dei Carabinieri)? Ma, dico, di che stiamo parlando? In pandemia di Covid-19, per favore, che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Anche per rispetto di Carabinieri e Polizia che lavorano ogni giorno sulle strade in questi giorni drammatici per la nazione. Siamo sicuri che in Parlamento non ci siano cose più utili da fare? Siamo certi che il Parlamento non possa piuttosto meglio fare da argine a questa marea di decreti e di autocertificazioni che sommerge il Paese?

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