Non esiste terra al mondo più bella del Sud Italia. Non esistono persone più calde e di animo gentile di chi abita nel Meridione del Belpaese. Fatta la duplice premessa, va però detto che, per gli spostamenti in auto al Sud, c’è un problema. Questo è innegabile. Lo sanno bene le compagnie assicuratrici: lo dicono i gelidi numeri, le freddissime statistiche. Chi abita a Caserta paga 2.000 euro di Rc auto, contro 500 euro di chi vive a Bolzano. Perché nel Meridione ci sono più incidenti, più truffe, più persone che non rispettano il Codice della Strada. Non c’entra il razzismo e non c’entrano altre di queste considerazioni che hanno a che fare con la discriminazione. Ma adesso la questione meridionale si sposta su un altro terreno: il coronavirus. Procediamo per gradi
Spostamenti in auto al Sud: e le cinture di sicurezza?
Occorre rifarsi ai numeri dell’ISS, l’Istituto superiore di sanità. Secondo cui, l’uso della cintura di sicurezza in auto può essere misurato come abitudine riferita, tramite interviste o questionari. Oppure come uso, tramite osservazioni dirette in strada. Le prevalenze che si ottengono riguardano fenomeni diversi, ma entrambe servono a monitorare l’adesione alle raccomandazioni e il rispetto della legge. Al Sud soltanto una persona su tre usa le cinture di sicurezza e quasi nessuno (uno su dieci) utilizza le cinture posteriori. I risultati del sistema di sorveglianza su strada dell’uso dei dispositivi di sicurezza effettuato nell’ambito del progetto Ulisse, condotto dall’Istituto superiore di sanità (Iss), in collaborazione con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Solo 3 su 10, allacciano la cintura di sicurezza, con una media del 31% che scende al 18% al Sud, contro il 40% delle regioni settentrionali e il 25% di quelle centrali. Ecco il guaio. Calabresi, siciliani, campani e molisani che presentano le percentuali più basse (sotto il 15%).
In macchina nel Meridione: e i seggiolini?
Nonostante la sensibilizzazione su questi temi sia ampia, il 22,3% dei genitori ammette di non usare adeguatamente o affatto i dispositivi di sicurezza per bambini di 0-6 anni e alcune recenti indagini riportano che almeno il 40% dei bambini continua a viaggiare in modo non sicuro. Peggio ancora al Sud, secondo l’ISS. L’uso del seggiolino è, comunque, troppo spesso approssimativo o scorretto; il seggiolino va sempre usato indipendentemente dal fatto che l’essere seduti sul sedile posteriore risulti in qualche modo di per sé un fattore protettivo in caso di incidente automobilistico. Inoltre, un percorso limitato e cittadino viene spesso ritenuto, sbagliando, più sicuro come anche erroneamente si è convinti che il contenimento del bambino in braccio ad un adulto sia sicuro ed efficace.
Spostamenti in auto al Sud: e il coronavirus?
A questo punto il dubbio è lecito. Abbiamo: tantissimi incidenti con Rc auto al Sud che schizzano alle stelle; pochissimi che usano cinture si sicurezza e seggiolini, peggio ancora in fatto di cinture posteriori. Per non parlare del casco. Cosa accadrà ora per il coronavirus? Rammentiamo che il decreto #IoRestoaCasa di deve evitare di uscire di casa. Si può uscire per andare al lavoro o per ragioni di salute o per altre necessità, quali, per esempio, l’acquisto di beni essenziali. Si deve comunque essere in grado di provarlo, anche mediante autodichiarazione che potrà essere resa su moduli prestampati già in dotazione alle forze di polizia statali e locali. Evitare. Consigli. Raccomandazioni. Se già gli obblighi sono poco rispettati in auto, verranno rispettate le raccomandazioni?