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Colonnine di ricarica elettrica: 20 miliardi di investimenti

È quanto serve per arrivare a soddisfare la sete di energia delle auto in futuro. Lo dice il Transport & Environment

Le colonnine di ricarica elettrica, nel Vecchio Continente, devono moltiplicarsi per 15 in 10 anni. È la condizione necessaria per arrivare all’obiettivo emissioni zero per la CO2 nel trasporto privato, fissato dalla Ue per il 2050. Sono i calcoli del Transport & Environment (T&E), organizzazione ambientalista. Servono 20 miliardi di investimenti circa, al ritmo di circa 1,8 miliardi annui. Così da soddisfare la sete di energia delle future possibili auto elettriche. Con le infrastrutture, i consumatori saranno indotti a comprare macchine a batteria. Senza stazioni per fare il pieno elettrico, la vettura alla spina resterà utopia.

Quante stazioni di ricarica serviranno?

Saranno necessari tre milioni di stazioni pubbliche nel 2030. Più quelle private, però meno potenti. Invece, siamo solo a 185.000 oggi. Se il target verrà centrato, allora potranno viaggiare 44 milioni di elettriche in Europa. E l’Italia? Dovrà arrivare a 300.000 stazioni di ricarica pubbliche nel 2030.

Che cosa serve in più per lo sviluppo dell’elettrico

Ovviamente, le colonnine non sono sufficienti per lo sviluppo dell’auto elettrica a livello europeo. Servono anche incentivi statali e regionali a favore dell’acquisto delle vetture alla spina, che devono avere un’autonomia tale da consentire al guidatore di stare al volante senza l’ansia della batteria scarica. Il tutto, supportato da una rete che regga la ricarica notturna delle macchine: insomma, la strada è lunga e la spinta dell’Ue costituita dalle multe per le Case inquinanti non basta a favorire la transizione verso l’elettrico. L’intero studio è qui.

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