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Lancia 037, rendering di una possibile versione moderna

Il presente del marchio Lancia è tutt’altro che entusiasmante con la sola Ypsilon a difendere i colori di un brand che ha scritto pagine importanti per il mondo delle quattro ruote. Nonostante ciò, la storia di Lancia ci propone alcuni pezzi pregiati che tutti gli appassionati del mondo dei motori vorrebbero veder rinascere in chiave moderna. Un esempio su tutti è rappresentato dalla Lancia Rally 037, una vera e propria gemma delle produzioni anni 80 che Lancia realizzò per gareggiare nel Campionato mondiale di Rally.

Oggi un rendering ci ripropone la Lancia 037 in un’ipotetica versione moderna con un risultato davvero interessante. Si tratta, chiaramente, di un esercizio di stile che va a confermare, ancora una volta, le potenzialità del marchio Lancia che, se ben supportato, potrebbe davvero avere tutte le carte in regola per dire la sua anche sul mercato dell’auto di oggi. Il rendering della Lancia 037, ribattezzata per l’occasione dall’autore stesso come Lancia 037R8, prende spunto, e questo ci piace di meno, dall’Audi R8 che rielaborata in chiave Lancia assume un aspetto completamente differente e, sicuramente, più interessante ed evocativo per gli appassionati rispetto all’originale. Il rendering, realizzato da Emre Husmen, ripropone anche la storia livrea Martini che caratterizzava la storica Lancia 037 prodotta, ricordiamo, nell’oramai lontanissimo 1982. Lancia 037

Non è certo la prima volta negli ultimi mesi che una delle produzioni del marchio Lancia viene rielaborata in chiave moderna da appassionati del mondo delle quattro ruote. Le produzioni di Lancia, infatti, hanno scritto pagine importanti del mondo dei motori ed in particolar modo nel mondo delle corse. Speriamo davvero che in futuro Lancia possa tornare ad ergersi come uno dei simboli indiscussi del mondo dei motori. Questa rielaborazione digitale della Lancia 037, regina dei rally anni 80, in chiave moderna non fa che confermare l’enorme potenzialità di un brand oggi relegato ad un ruolo troppo secondario.

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