Polestar, la strategia anti-Tesla: solo auto di lusso e di nicchia, niente modelli economici

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A renderla nota il CEO Thomas Ingenlath, nel corso di una recente intervista
Polestar 2

Polestar è stata di recente definita da Gregor Hembrough, numero uno di Polestar USA, “una start-up di 97 anni”. Il motivo di questa affermazione all’apparenza eccentrica è in fondo molto semplice: il marchio, infatti, cerca di dare luogo a decisioni ponderate e flessibili nella sua valutazione del mercato. E, in particolare, della posizione che l’azienda stessa dovrebbe ricercare al suo interno.

Se molto spesso gli osservatori esterni tendono a paragonare la nuova società con Tesla, in realtà Polestar non mira a ripercorrerne le orme. Anzi, cerca in ogni modo possibile di far capire la propria volontà di battere una strada del tutto diversa in modo da evitare i pesanti passivi collezionati sin qui. Come è stato fatto anche dal suo CEO Thomas Ingenlath, in una intervista che è stata concessa di recente. Andiamo quindi a cercare di capire meglio quali siano i reali obiettivi che i vertici della casa si prefiggono per l’immediato futuro.

Polestar 2
Polestar 2

Polestar: non è Tesla il modello da seguire

L’intervista in questione è quella rilasciata a Autonews Europe, nel corso della quale Ingenlath ha cercato di chiarire non solo che Polestar non sta inseguendo Tesla, ma anche i motivi per cui non intende farlo, oltre ad altre interessanti cose tese a chiarire la sua visione del mercato automobilistico.

Il punto da cui è voluto partire è in fondo molto chiaro: riuscire a strappare quote significative in un mercato complicato come quello attuale, caratterizzato da una competizione feroce, non è affatto semplice. Soprattutto se le quote in questione sono quelle detenute dai grandi attori del settore elettrico. Il portato di questa affermazione è dunque molto chiaro: cercare di portare via quote a Tesla, già saldamente posizionata in tale ambito, può rivelarsi proibitivo.

La seconda conseguenza a cascata di questo discorso dovrebbe essere quindi abbastanza comprensibile: Polestar ha deciso di essere qualcosa di assolutamente diverso e di individuare una nicchia di mercato più confortevole in cui insediarsi. A evidenziare questo afflato dovrebbe essere proprio il recente lancio della berlina 2 aggiornata. Ovvero del primo modello del nuovo marchio scandinavo, arrivato lo scorso anno in Italia, cui è affidato il compito di rivaleggiare con la Tesla Model 3. 

Una rivalità la quale, però, non è destinata ad essere alimentata sul versante dei prezzi. Ingenlath, infatti, nel corso della chiacchierata con Autonews Europe ha tenuto a sottolineare che Polestar non ha alcuna intenzione di cimentarsi in una battaglia al ribasso. Anzi, la casa intende posizionarsi al meglio nel segmento premium. L’esatto contrario, quindi, rispetto a Tesla che, secondo il CEO del brand svedese vuole avere un gran numero di siti produttivi e milioni di clienti.

Obiettivo, il massimo di qualità possibile

Nel prosieguo dell’intervista, Ingenlath ha poi affermato di ritenere molto importante un radicamento di Polestar tale da farne un attore serio nell’alta qualità. Un compito il quale sarà portato avanti in particolare con le nuove vetture, le quali saranno prevedibilmente disegnate per conseguire questo scopo.

Al fine di sottolineare questo intento, il CEO del brand scandinavo ha anche voluto soffermarsi sul recente restyling del modello 2. Ha infatti precisato al riguardo: “Lo abbiamo reso migliore e un po’ più costoso. Avremmo potuto fare esattamente il contrario, togliendo valore utilizzando una batteria, una trasmissione elettrica o materiali più economici e mantenendo lo stesso prezzo. Oppure avremmo potuto seguire Tesla e offrire un solo schermo e risparmiare un sacco di soldi perché quel monitor davanti al conducente è costoso. Ma non l’abbiamo fatto”.

La speranza dei vertici societari è, naturalmente, che tale genere di atteggiamento sia in grado di rivelarsi infine decisivo nel dimostrare l’amore per il design e la tecnologia e la passione che Polestar ha per il prodotto. Una passione la quale dovrebbe senz’altro tradursi in un vantaggio per il cliente portando, in definitiva, vendite più corpose. Naturalmente, soltanto il tempo sarà in grado di precisare l’accoglienza del grande pubblico.

Nel frattempo, comunque, l’azienda ha deciso di mettere in programma un vero e proprio evento, che sarà indicato come “Polestar Day”. Si terrà entro la fine dell’anno e in quella occasione l’azienda renderà note le innovazioni su cui il proprio organico sta lavorando. Oltre, naturalmente, ai piani futuri, sui quali lo stesso Ingenlath ha comunque voluto offrire un’anticipazione: aumentare i volumi di vendita negli Stati Uniti e sugli altri mercati chiave.

Polestar 5
Polestar 5

Naturalmente, per poter riuscire in questo intento, occorre essere in grado di offrire prodotti molto particolari, oltre che innovativi. Coordinate cui sembra rispondere in particolare il nuovo smartphone che la stessa Polestar sta progettando, in aperta concorrenza con Nio, altro marchio cinese che sta lavorando per un prodotto specifico da integrare nelle proprie autovetture.

Polestar: non solo auto

Proprio di recente Polestar ha nuovamente richiamato l’attenzione mediatica. L’azienda, infatti, nel corso di un’intervista concessa a CNBC dallo stesso Ingenlath, ha dichiarato di star lavorando su uno smartphone. Il cui debutto dovrebbe avvenire nel prossimo dicembre, in concomitanza della consegna delle nuove Polestar 4, il SUV coupé annunciato nel mese di aprile.

Un prodotto al quale l’azienda sta lavorando insieme a Xingji Meizu, altro brand della galassia Geely cui fa riferimento anche Polestar. L’intenzione da cui muove il progetto è quella di rendere l’auto uno smartphone su quattro ruote per “una transizione senza soluzione di continuità“.

Un concetto forse astruso, ma che cela un intento in effetti molto ambizioso: fare del dispositivo, anch’esso premium, una vera e propria estensione dell’auto nei momenti in cui non si è alla sua guida. Mentre nel corso della guida l’auto elettrica sarà chiamata a mettere a disposizione dell’utente tutte le funzionalità dello smartphone. Il sistema congegnato a tal fine sarà completamente integrato e, con ogni probabilità, sarà basato su una versione ad hoc di Flyme OS, il sistema operativo che è stato sviluppato proprio da Xingji Meizu.

Il progetto in questione rientra peraltro in una strategia tesa a fare di quest’ultima un attore di rilievo anche nel segmento premium, oltre che in quello medio in cui già eccelle. Le parole di Ingenlath al riguardo fanno comunque capire in maniera esauriente le grandi ambizioni alla base del piano: “Non è solo sufficiente portare un grande design europeo in Cina, bisogna essere molto, molto speciali in ciò che si offre al mercato quando si tratta di software“.

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