Mantenere la vecchia radio FM sulle auto elettriche costerà miliardi

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Ad affermarlo è una ricerca, che però non trova riscontro nelle cifre indicate dal Congresso
Radio AM

L’argomento non è molto dibattuto, a differenza di altri relativi alla mobilità sostenibile, ma non è di certo meno importante: i componenti di un veicolo elettrico creano una lunga serie di interferenze elettromagnetiche (EMI) con il segnale AM, le quali non possono essere fermate, ma almeno limitate in modo da essere ricondotte a livelli ragionevoli. Per farlo si possono utilizzare accorgimenti come cavi schermati, posizionamento dei componenti e cancellazione attiva del rumore. 

Nel corso degli ultimi anni, un numero crescente di case automobilistiche ha deciso di non procedere all’eliminazione delle trasmissioni radio AM dai propri veicoli elettrici. Hanno cioè tenuto conto del parere contrario di molti fan delle radio AM, che sono intransigenti sul tema.

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Ford non ha voluto tenere conto di queste opposizioni e ha deciso per la loro eliminazione nel suoi modelli, a partire dalla Mustang che uscirà nel 2024. Una decisione che, però, potrebbe rivelarsi foriera di notevoli preoccupazioni nell’immediato futuro.

Radio AM: è una vera e propria battaglia pubblica

La battaglia pubblica per salvare l’AM si è accesa alla fine dell’anno scorso, in concomitanza con la pubblicazione di una lettera aperta rivolta a tutte le case automobilistiche dal senatore democratico del Massachusetts Ed Markey.

Al suo interno era contenuta la richiesta di affrontare i problemi derivanti dalla schermatura EM e il mantenimento della radio AM. Un’esortazione che è stata recepita da entrambi i rami del Congresso, i quali hanno provveduto alla redazione di progetti di legge con un sostegno bipartisan. Normative che imporrebbero il mantenimento della radio AM nei veicoli elettrici.

Una ricerca del Center for Automotive Research (CAR), un centro studi formato da un gruppo di case automobilistiche, afferma però ora che ciò potrebbe costare alle case automobilistiche ben 3,8 miliardi di dollari nei prossimi sette anni.

Il dato è effettivamente eclatante. Una casa automobilistica, il cui nome non è stato svelato, ha dichiarato ai ricercatori della CAR che i costi di schermatura dei cavi potrebbero variare da 35 a 50 dollari per veicolo, cui andrebbero aggiunti i costi di filtraggio, che potrebbero situarsi in una forbice tra i 15 e i 20 dollari. Da sottolineare che oltre ad aggravare il prezzo finale di un autoveicolo a danno del consumatore, i dispositivi aggiuntivi potrebbero incrementare il peso dei veicoli. Un’aggiunta la quale, a conti fatti, potrebbe tradursi in una riduzione dell’autonomia di guida.

Le prospettive per il futuro

Prendendo per buona l’ipotesi di una vendita di 8 milioni di veicoli green lungo il territorio statunitense nel periodo compreso tra il 2024 e il 2030, ciò comporterebbe un totale di 56 milioni di unità in totale. Stiamo però parlando di un dato che è definito assurdo, alla luce dell’andamento attuale del mercato. Dividendo i 3,8 miliardi di cui parlano i ricercatori di CAR per 56 milioni di veicoli, ne risulterebbe una media di 67,86 dollari per veicolo. Il problema è che nessuno può dire da dove fuoriesca il dato della ricerca sui 56 milioni di veicoli in questione. 

In effetti, il Congressional Budget Office (CBO), che è incaricato di prevedere i costi nelle ricerche a beneficio dei membri del Congresso chiamati a prendere decisioni di questo genere, ha a sua volta indicato un costo molto inferioreLa ripartizione dei costi del CBO del disegno di legge del Senato 1669, denominato “AM Radio for Every Vehicle Act” afferma infatti: “Sulla base dei dati di vendita, ciò richiederebbe ai produttori di aggiornare le apparecchiature multimediali e il software di infotainment in circa 2,5-3 milioni di veicoli elettrici all’anno. Poiché i costi di tali aggiornamenti sono limitati, CBO stima che il costo totale del mandato ammonterebbe a diversi milioni di dollari ogni anno in cui il requisito sarà in vigore.” 

A questi costi si andrebbe poi ad aggiungere la spesa governativa per l’attuazione e l’applicazione della legge. Anche in questo caso, però, si tratterebbe di costi molto lontani da quelli descritti nella ricerca del CAR. Lo stesso CBO stima che l’attuazione della legge costerebbe al Dipartimento dei trasporti e al General Accounting Office un totale di 1 milione di dollari nel periodo compreso tra il 2024 e il 2028.

Radio AM, la discussione potrebbe incendiarsi

Occorre sottolineare a questo punto che si sta parlando di futuro, con possibili implicazioni difficile da prevedere. Inoltre, una versione del disegno di legge di cui si sta dibattendo comporta l’esenzione per le case automobilistiche che producono meno di 40mila unità all’anno.

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Il motivo dell’opposizione della scomparsa della radio AM dalle auto elettriche deriva dal fatto che si tratta di un metodo fondamentale per consentire ai funzionari federali, statali e locali di tenersi in contatto con il pubblico nel corso di disastri naturali e altre emergenze.

Le case automobilistiche, dal canto loro, controbattono affermando che esistono alternative alla radio AM e, soprattutto, metodi più performanti e numerosi per comunicare con la popolazione in caso di emergenza rispetto alla radio AM terrestre. 

Di contro, la National Association of Broadcasters afferma che 82 milioni di americani ascoltano le stazioni AM ogni mese, un dato il quale, però è stato smentito da Ford, secondo cui proprio i dati derivanti dai suoi veicoli connessi a Internet rivelano che l’uso della radio AM costituisce meno del 5% del tempo di ascolto in auto. Un argomento contestato da un buon numero di politici, pronti ad affermare che i propri elettori richiedono l’AM terrestre. Si prevede che il dibattito proseguirà e si intensificherà nel corso dei prossimi mesi, alla luce delle premesse.

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