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Legge bilancio 2020: 3 novità per l’auto

C’è l’ok del Senato alla legge bilancio 2020. Se la Camera dirà sì, saranno 3 le novità per l’auto

C’è l’ok del Senato alla legge bilancio 2020. Se la Camera approverà tutto, saranno 4 le novità per l’auto. Molto probabile che arrivi il via libera, giacché sulla legge bilancio 2020 il Governo si gioca il futuro. Verrà posta anche la fiducia. Qualora il Parlamento dia disco verde, vediamo i cambiamenti. Infatti, lunedì 16 dicembre, con 166 voti favorevoli e 128 contrari, l’Assemblea di Palazzo Madama ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando l’emendamento 1.9000 interamente sostitutivo della prima sezione del disegno legge bilancio 2020. L’Aula ha successivamente approvato la Nota di variazioni al bilancio presentata dal Governo e ha proceduto alla votazione finale.

1) Legge bilancio 2020: auto aziendali, imposta progressiva

Ci sarà una graduazione del trattamento in funzione delle emissioni di CO2 delle auto aziendali. Le novità riguarderanno solo le scelte future delle aziende: la legge bilancio 2020 parla dei contratti stipulati a decorrere dal 1° luglio 2020. Che cosa vuol dire? Si naviga nella nebbia. Ci si riferisce al momento in cui il dipendente sceglie l’auto? Oppure a quello in cui il datore di lavoro la ordina al fornitore? Mistero. Il problema è che il parto di questa norma è stato faticosissimo: un travaglio senza precedenti. E ancora le cose non sono chiare.

Le fasce delle auto aziendali

Per la maggior parte delle auto aziendali (nella fascia di emissioni tra 61 e 160 g/km di CO2), il reddito resta fissato al livello attuale: al 30% del valore che si ottiene ipotizzando che il veicolo in questione venga utilizzato per 15.000 km l’anno. Premiato un pochino chi sceglie modelli elettrici o ibridi plug-in: se le emissioni non superano i 60 g/km, il reddito tassabile scende al 25%. Sopra i 160 g/km, aggravi graduali. Nella fascia 161-190 g/km, la quota di reddito salirà dall’attuale 30% al 40% nel 2020 e al 50% dal 2021 in poi. Oltre i 190 g/km, si schizza al 50% per il 2020 e al 60% a regime dal 2021.

Perché il caos sulle auto aziendali

Ma perché norme così complicate? E perché non tutto è chiaro? La prima versione era una stangata, come denunciava l’Aniasa (Associazione autonoleggio): aveva un impatto depressivo sul mercato dell’auto a partire dal 2020 e il prossimo anno determinava minori entrate per l’Erario e gli Enti locali di oltre 1 miliardo di euro, ben superiori alle maggiori entrate di 300 milioni di euro stimati dal ministero. Le aziende avrebbero prorogato i contratti in essere, rinunciando a nuove immatricolazioni. Un autogol dal punto di vista economico e ambientale. Poi la parziale retromarcia. Sarebbe stato un colpo di grazia all’industria automotive. L’auto aziendale (oggi il 40% delle nuove immatricolazioni) subirà da gennaio 2020 un brusco stop con ricadute sul mercato automotive nazionale, da anni in fase di convalescenza e sostenuto in questa fase critica proprio dalle vendite alle imprese. Senza contare che la norma spingerebbe i dipendenti a valutare il ritorno alla vettura di proprietà, utilizzando soluzioni fuori dal tempo, come il rimborso chilometrico, senza controllo e tracciabilità tributaria, in totale spregio e contrapposizione alle innovazioni della fatturazione elettronica e della carta carburante.

2) Più tasse sui gestori autostradali

Anche questa norma riguarda l’auto: più tasse sui gestori autostradali. Aumenta di 3,5 punti percentuali (non del 3,5% come si legge altrove: bufala) l’aliquota della Robin tax. È l’addizionale Ires per le imprese, alle concessionarie che operano nel settore dei trasporti. I gestori autostradali pagheranno più imposte. Ci sarà il ricarico sui pedaggi autostradali? No. Il meccanismo di adeguamento automatico si basa su altri parametri: investimenti, incidenti, manutenzione.

3) Carburanti, aumenti dal 2021?

Viene aumentata la clausola di salvaguardia sulle accise sui carburanti. Se lo Stato non ha soldi, li trova con le accise. Se tra un anno il governo non intervenisse per “disinnescarla”, dall’1 gennaio 2021 aumenteranno le accise su benzina e gasolio. In automatico. Per garantire allo Stato incassi per 1,221 miliardi nel 2021, 1,683 miliardi nel 2022 e 1,954 miliardi nel 2023. Così da pagare i costi della politica, le pensioni e altro.

IVA sterilizzata, per ora

Comunque, c’è la sterilizzazione della clausola di salvaguardia che avrebbe comportato un aumento automatico dell’IVA: sarebbe costato 23 miliardi di euro. Dall’1 gennaio 2020, l’IVA resta al 22%.

Monopattini elettrici come le bici?

Ombre sulla questione monopattini elettrici. Con la legge bilancio 2020, sono equiparati alle bici? Lo prevede un emendamento al Codice della Strada approvato in commissione Bilancio al Senato durante la discussione. Dall’1 gennaio, dunque, se il testo sarà approvato dal Parlamento, i monopattini di potenza fino a 500 Watt potranno circolare sulle strade. Come le bici. Vedremo che cosa diranno i ministeri.

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