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Bollo auto nella rata noleggio, lo pagherà il cliente?

Una norma del Governo vuole rivoluzionare il settore delle vetture in affitto: chi prende l’auto a nolo, paga la tassa di proprietà. Così le promo delle Case sono meno allettanti. E ci sono conseguenze nefaste per clienti e società di nolo

Rivoluzione bollo auto nel noleggio a lungo termine: è nel decreto legge fiscale 2020. Oggi, chi prende in affitto una vettura per anni, paga un canone mensile: dentro questa quota, c’è la tassa di proprietà spalmata nel tempo. Che è a carico della società di noleggio. L’utente versa 500 euro al mese di canone? All’interno, ci sono anche alcuni euro di bollo auto. Domani, con la novità che il Governo ha in serbo, il cliente paga subito il bollo auto: una bella seccatura. Anche da punto di vista burocratico.

Bollo auto nel noleggio: promozioni di FCA (e di altri gruppi) meno allettanti

A proposito di noleggio, vanno forte le promozioni dei gruppi automobilistici (come FCA) con le auto date in affitto a privati senza partita Iva, aziende, partite Iva, professionisti, clientela business. Oggi, l’utente paga il canone di nolo: dentro c’è il bollo auto. Spalmato. Una comodità dal punto di vista economico e burocratico. Il cliente ha zero pensieri. Certo, se invece deve pagare ogni anni il bollo, ecco le noie della sfera amministrativa. Più la seccatura di pagare. Più eventuali controversie con la Regione. Morale: le promo delle Case sul noleggio lungo divengono meno allettanti.

Bollo auto: Aniasa a ClubAlfa.it

ClubAlfa.it ha voluto capirci di più. E ha chiesto lumi ad Aniasa (Associazione autonoleggio). Nell’ambito dei lavori della VI Commissione Bilancio della Camera è stato presentato, dice l’Aniasa, un emendamento. A firma Fabio Melilli (Partito democratico, forza di Governo). L’emendamento 53.9 reca disposizioni in materia di tassa automobilistica per le singole Regioni e per le Province autonome di Trento e di Bolzano. Punta a introdurre l’obbligo del cliente locatario di provvedere al pagamento in via esclusiva del bollo. Intervenendo (senza motivo o contenzioso mai avvenuto) in uno dei basilari vantaggi operativi del noleggio, cioè sollevare l’utilizzatore da ogni aspetto gestionale.

Auto noleggio: secondo disastro

L’emendamento vuole introdurre una seconda norma disastrosa, aggiungiamo: l’obbligo di annotare al Pubblico registro automobilistico i contratti di noleggio a lungo termine superiori a 12 mesi di durata. Duplicando un adempimento già previsto dall’articolo 94, comma 4 bis del Codice della strada (con l’obbligo di comunicazione all’Archivio nazionale dei veicoli).

Burocrazia asfissiante nel noleggio

Così, a parole, la politica vuole semplificare, snellire, modernizzare, rendere tutto digitale e all’avanguardia. Nei fatti, il Partito democratico (al Governo col M5S) fa un pasticcio amministrativo-burocratico in stile Bulgaria. Che danneggia i clienti e le Case automobilistiche. Ora che il noleggio potrebbe essere un filoncino d’oro. Tale da sostituire la proprietà.

Emendamento sul noleggio: guai economici

In questo modo, dice l’Aniasa, si prevedono a partire da gennaio 2020 adempimenti e oneri amministrativi che ingessano le attività imprenditoriali. E che moltiplicano compiti ed esigenze di gestione della flotta. Dirottando risorse finanziarie e di personale fuori dagli scopi aziendali, con costi fuori dai budget già approvati a livello internazionale.

Bollo e burocrazia per far scappare le multinazionali

L’emendamento è un’idea geniale per far scappare le multinazionali. E per abbassare i livelli occupazionali. Gli extra costi di gestione porterebbe a riconsiderare la presenza del settore in Italia, costituito specialmente da aziende multinazionali detenute da grandi fondi di investimento e istituti di credito mondiali.

Noleggio e bollo: cosa chiede l’Aniasa

Consapevoli della complessità del momento, si ritiene necessario il ritiro dell’emendamento 53.9, provvedendo a un più approfondito esame in sede parlamentare, chiede l’Aniasa. Condividendo con tutte le Istituzioni e soggetti di rappresentanza interessati un programma di riordino dei tributi automobilistici, in linea con le previsioni delle regole sul federalismo fiscale.

Settore noleggio: piano con le modifiche poco illuminate

Vale la pena rammentare che la locazione veicoli ha immatricolato nell’ultimo decennio 3,3 milioni di veicoli nuovi di fabbrica. Con un fatturato arrivato a 6,5 miliardi di euro. Producendo per l’erario quasi 2 miliardi di entrate tra imposte dirette e indirette. L’andamento del settore è caratterizzato da un incremento del numero degli addetti, passati da 3.000 a 8.000. Nonché dallo sviluppo di un indotto di centinaia di imprese fornitrici di servizi all’autonoleggio, per ulteriori 20.000 addetti.

Noleggio auto: numeri sexy

Sono 5,5 milioni i contratti sottoscritti con gli operatori del noleggio per motivi di turismo e lavoro presso aeroporti, stazioni ferroviarie, punti di snodo e centri cittadini. Per un totale di 35 milioni di giornate di noleggio/anno. Inoltre, ogni giorno, circa 80.000 aziende private e 2.900 Pubbliche amministrazioni utilizzano, per soddisfare le loro esigenze di mobilità, le flotte delle società di noleggio a lungo termine, per un totale di circa 1.000.000 veicoli. Sono numeri sexy, in un Paese che non attrae più molti investimenti dall’estero: è il caso di tutelare un patrimonio così importante: il comparto, sviluppa interconnessioni con l’industria dell’auto e il relativo indotto, con l’articolata filiera del turismo, dei servizi di trasporto e della gestione di infrastrutture.

Noleggio con sedi a Trento e Bolzano: ma il problema qual è?

Varie multinazionali del settore del noleggio veicoli hanno proceduto alla costituzione di società con sede nelle Province autonome di Trento e Bolzano, con conseguente consistente spostamento di personale nelle nuove sedi. Per un più favorevole contesto regolamentare e di efficienza nei servizi, e per l’esigenza di presidiare mercati del Nord e dell’Est Europa. Si chiama libertà d’impresa. Perché contrastarla con emendamenti insensati?

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