Non può essere annoverata fra le auto del “biscione” più belle di sempre, ma l’Alfa Romeo Spider del 1995 ha un suo fascino, in parte connesso al look inconfondibile. Sono passati 30 anni da quando iniziarono le immatricolazioni sul mercato. Firmata nello stile da Enrico Fumia per Pininfarina, ancora oggi si distingue dalla massa.
Il ciclo produttivo del modello andò avanti fino al 2004, quindi per quasi un decennio: una buona longevità. In totale furono prodotti poco più di 39 mila esemplari. Considerata la natura specialistica dell’opera, ci si può accontentare.
Nata come discendente ideale della mitica “Duetto”, l’Alfa Romeo Spider di nuova generazione se ne distanziava enormemente. Possiamo dire che la liaison con l’antesignana era solo di natura spirituale. Versione scoperta della moderna GTV, la sua declinazione en plein air si offriva allo sguardo con note visive più gradevoli rispetto alla sorella coupé.
La possibilità di gustarne le dinamiche a cielo aperto regalava un valore aggiunto, specie con le belle giornate primaverili ed estive. Il dazio da pagare? Una rigidezza torsionale inferiore di circa il 60% rispetto alla versione chiusa, ma questo non rende mediocre la sicurezza passiva del prodotto.
Anche se la presentazione del modello avvenne nell’autunno del 1994, al Salone dell’Auto di Parigi, le consegne iniziarono solo l’anno dopo. Il compleanno è quindi riferito alla commercializzazione, non al vernissage. L’Alfa Romeo Spider, a differenza della GTV, offre solo 2 posti: quelli che servono per una fuga romantica, con un alito di vento che accarezza i capelli.
Sul piano estetico, a mio avviso, le prospettive di osservazione più benefiche per gli occhi sono quelle frontale e di 3/4 anteriore. La parte meno riuscita è invece quella posteriore, secondo me pesante e piangente. Bello lo sviluppo grafico dell’abitacolo, che evoca la tradizione del marchio, interpretata in chiave moderna.
Durante gli anni di permanenza in listino, questa vettura è stata proposta alla clientela con diverse motorizzazioni, in modo da soddisfare un vasto campionario di gusti. Eccole: 1.8 Twin Spark, 2.0 Twin Spark, 2.0 JTS, 3.0 V6 12v, 2.0 V6 Turbo, 3.0 V6 24v, 3.2 V6 24v. Il ventaglio delle potenze spaziava dai 144 ai 240 cavalli.
Sul piano sonoro, il primato della specie va alle versioni a 6 cilindri, che regalano note di grande piacevolezza, in un quadro di raffinata erogazione. Una vera delizia per i sensi. In queste unità propulsive si respira la nobile storia del “biscione”. Qui ci sono pure le pinze freni Brembo a 4 pistoncini, che regalano un mordente superiore rispetto all’impianto a dischi delle altre vetture della stessa famiglia dotate di un frazionamento più basso.
Nel 1998 per l’Alfa Romeo Spider giunse il primo dei due aggiornamenti della sua carriera. Le novità si concentrarono sul taglio grafico dell’abitacolo e sulla qualità dei materiali utilizzati, che crebbe di livello. Si allungò la lista degli accessori disponibili di serie, per un approccio più luxury al modello. L’assetto fu affinato, per migliorare ulteriormente il comportamento stradale dell’auto. Al nuovo ABS con EBD il compito di completare il pacchetto dinamico. Poche e quasi impercettibili le modifiche estetiche, almeno agli occhi dei meno esperti.
Ben più vistosi i cambiamenti apportati all’Alfa Romeo Spider col restyling del 2003, vigorosamente annunciato dal diverso frontale, dominato da uno scudetto più grande. Dentro, invece, le modifiche furono di misura. In questo step si poteva scegliere fra il motore 2.0 JTS a iniezione diretta e il 3.2 V6 24V. Nel 2004 il congedo di mercato del modello, che è oggi una presenza ricorrente nei raduni di auto storiche più comuni.