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15 marchi sono troppi per Stellantis nel lungo periodo?

L’approccio di Stellantis non sembra aver dato i suoi frutti e dunque troppi marchi potrebbero presto essere un problema

Stellantis France

La grande varietà di marchi all’interno di Stellantis, pur essendo stata inizialmente vista come un punto di forza, sta lentamente diventando una delle sue principali sfide per il gruppo automobilistico guidato dal CEO Carlos Tavares. La concorrenza interna tra i diversi brand, infatti, sta minando la redditività dell’azienda, che si trova spesso sull’orlo della crisi, come dimostrano le frequenti sospensioni della produzione. L’idea originaria di Stellantis era quella di creare piattaforme comuni per i suoi 15 marchi, ossia utilizzare una base condivisa per ridurre i costi di produzione. Tuttavia, questo approccio non è sufficiente a evitare i costi aggiuntivi legati alla personalizzazione dei veicoli per ogni singolo marchio.

Il gran numero di marchi presenti in Stellantis da punto di forza potrebbe diventare un problema

Ogni brand, infatti, deve mantenere una propria identità, che implica la creazione di elementi unici e distintivi, anche se le auto condividono la stessa piattaforma. Ad esempio, la Peugeot 208 viene prodotta anche come Opel o Lancia, ma ogni versione richiede modifiche specifiche alla carrozzeria, che comportano costi supplementari. Inoltre, ogni marchio impiega un proprio team di lavoro, che si occupa della progettazione, dello sviluppo e delle peculiarità dei singoli modelli, aumentando ulteriormente i costi operativi.

Peugeot e Opel sono in forte competizione in Europa, cercando di attrarre clienti nel segmento delle auto compatte, un mercato altamente competitivo e con margini ridotti. Nel mercato nordamericano, invece, Jeep, Dodge e Ram Trucks si sfidano per conquistare la clientela che cerca SUV e camioncini, segmenti nei quali le aspettative sono simili, con una forte richiesta di robustezza e prestazioni. Nel settore premium e di lusso, marchi come DS Automobiles, Alfa Romeo e Maserati si concentrano su una clientela più esigente, offrendo modelli di alta gamma che puntano su design, prestazioni superiori e tecnologie avanzate.

Tuttavia, un nuovo attore, Leapmotor, è emerso come un possibile concorrente per i marchi storici di Stellantis, in particolare nel settore dell’elettromobilità. Con una proposta di veicoli elettrici a prezzi competitivi, Leapmotor potrebbe mettere sotto pressione i marchi più tradizionali come Citroën, Fiat e Peugeot, che stanno cercando di adattarsi alla transizione verso l’elettrico. Citroën, in particolare, sta affrontando difficoltà legate alla sua identità di marca, con alcune sfide interne che riguardano la coerenza della sua offerta e la competitività sul mercato.

Stellantis Logo

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la vendita di più marchi sotto lo stesso tetto, all’interno delle strutture chiamate “Case Stellantis”, non risolve il problema della concorrenza interna, ma anzi lo complica ulteriormente. Oltre alla concorrenza esterna, infatti, sussiste anche una competizione interna che si sviluppa all’interno di ogni singolo mercato nazionale.

In teoria, i marchi di Stellantis avrebbero dovuto avere 10 anni per svilupparsi e trovare una propria strada. Tuttavia, con il passare del tempo, appare sempre più improbabile che il gruppo possa permettersi di aspettare tanto. Il prossimo leader che prenderà il posto di Carlos Tavares potrebbe essere costretto a prendere decisioni drastiche molto prima del previsto. La gestione di 15 marchi rappresenta una sfida finanziaria significativa e l’azienda non ha né le risorse economiche né il tempo illimitato per sostenere una struttura tanto complessa. Per ridurre i costi e mantenere i marchi, è probabile che in futuro i veicoli diventino sempre più simili tra loro, fino al punto in cui non ci sarà più bisogno di mantenere distinti marchi come Opel o Peugeot.

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