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Mercato auto Europa settembre 2023: Stellantis cresce più di VW e Renault

I dati del mercato auto in Europa a settembre 2023 e nel cumulato annuo: Stellantis aumenta le immatricolazioni, ma perde quote.

Concessionaria auto

Le vendite del gruppo Stellantis sono aumentate nel mercato auto in Europa da gennaio a settembre 2023. Una crescita figlia dell’andamento positivo vissuto dal mercato del Vecchio Continente, dove, tra UE, Efta (Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera) sono state 1.166.728 a settembre, l’11,1 per cento in più dello stesso mese del 2022. Nei primi nove mesi le consegne sono state complessivamente 9.684.894, pari a uno sviluppo del 17 per cento sull’analogo periodo del 2022.

È quanto segnalano i dati diffusi da Acea (l’associazione europea dei costruttori europei), nel report oggi pubblicato. Per quanto riguarda Stellantis, a settembre ha registrato un più 15 per cento con oltre 200 mila unità. L’incremento è stato migliore sia di Volkswagen sia di Renault, gli altri due gruppi europei più importanti. In totale, da gennaio a settembre 2023, Stellantis ha venduto 1,65 milioni di auto, con un incremento del 5,5 per cento rispetto al medesimo arco temporale del 2022.

Mercato auto Europa settembre 2023: i numeri di Stellantis

Stellantis logo

Per quanto riguarda il mese di settembre, il colosso nato nel 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e PSA Groupe, ha maturato 200.826 immatricolazioni, per un aumento del 15 per cento rispetto alle 174.664 unità di settembre 2022. Tuttavia, a causa della crescita degli altri operatori della filiera, la quota di mercato è scesa dal 17,2 per cento di settembre 2022 al 16,6 per cento di settembre 2023.

Lo scorso mese si è particolarmente distinta Opel, che ha chiuso con un incremento del 24 per cento di registrazioni. Vola Jeep con un più 122 per cento, mentre Alfa Romeo ha archiviato un più 17 per cento. Quarta Citroen con l’11 per cento, seguito da Fiat con un più 8,3 per cento e Peugeot con un più 7,2 per cento e Lancia con un più 2,1 per cento. L’unico marchio in negativo è stato DS, calata del 3,6 per cento.

Volkswagen e le altre

Il gruppo Volkswagen ha aumentato le targhe mensili del 13,6 per cento, chiudendo con 284.113 veicoli. Nel caso suo, ciascun marchio ha terminato la corsa in segno positivo: nell’ordine, Seat ha messo a segno un più 63,3 per cento, Cupra un più 23,3 per cento, Audi un più 20 per cento, Porsche un più 14,1 per cento, Skoda un più 7,3 per cento e Volkswagen un più 7 per cento. Nel comparto premium, il gruppo BMW ha totalizzato 77.711 consegne, pari a un più 11,1 per cento, dove il brand dell’Elica ha avuto un incremento del 12,4 per cento e Mini un più 6,4 per cento. Ha motivo di sorridere piure Mercedes-Benz, con 69.593 immatricolazioni e un più 18,9 per cento, frutto del 17,9 per cento del marchio di Stoccarda e del 74,4 per cento di Stoccarda.

Per il gruppo Renault le registrazioni sono cresciute del 7,4 per cento a quota 102.461 unità, dove il brand della Losanga ha ottenuto un più 11,4 per cento, Dacia un più 2,2 per cento e Alpine un più 22,6 per cento. Cala, invece, Ford, con un meno 7,2 per cento e 50.709 targhe. Il Costruttore dell’Ovale Blu ha cominciato a disinvestito, data l’incapacità dei suoi modelli di riscuotere l’interesse sperato nel pubblico. In calo Tesla con 34.080 immatricolazioni, in riduzione di 34.080 unità. La Jaguar Land Rover ha realizzato un più 8,1 per il brand giaguaro e un più 25,2 per quello dei fuoristrada; in totale, sono stati 15.467 i veicoli piazzati.

Asiatiche

Passiamo ora alle asiatiche. Nel complesso il gruppo Hyundai-Kia ha registrato 102.390 targhe, in crescita dell’1,9 per cento, con il più 7 per cento di Kia capace di compensare il meno 3,9 per cento di Hyundai. Giudizio ampiamente positivo per il gruppo Toyota, con una crescita del 115,4 per cento, a fronte di 82.112 registrazioni, tra l’8,3 per cento del marchio delle tre ellissi e il più 58,8 per cento di Lexus. In salute Nissan, che ha targato 32.116 vetture, corrispondenti a un più 17,7 per cento. E sono altrettanto in buono stato Suzuki, con un più 53,2 per cento (20.412 immatricolazioni), e Mazda, con un più 9,6 per cento (19.838 unità). In caduta Honda, con un meno 3,4 per cento (7.459 consegne) e Mitsubishi con un meno 1,1 per cento (3.929).

Alimentazioni

Quanto alle alimentazioni, l’elettrico continua a crescere in doppia cifra, anche se rallenta in confronto ai mesi precedenti. Dopo il 62,4 per cento di luglio e il 101,6 per cento di agosto, il mercato auto EV a settembre 2023 in Europa ha messo a segno un più 13,2 per cento. A incidere in misura negativa è stato soprattutto il calo della Germania, dove le BEV hanno rimediato un meno 28,6 per cento, complice il diritto negato alle aziende agli ecoincentivi, a partire dal 1° settembre. In totale lo Stato tedesco ha rimediato un meno 0,1 per cento.

I veicoli a batteria conseguono un più 14,3 per cento nella sola Unione Europea, che vale un incremento del market share dal 14,1 al 14,8 per cento. Invece, le mild e full hybrid volano, con un più 30,5 per cento, grazie al fondamentale apporto di Germania, Italia e Francia, dove si è rispettivamente verificato un incremento del 44,1 per cento, 34,8 per cento e 30,2 per cento. Pressoché stabili le plug-in hybrid con un più 0,4 per cento, mentre l’alimentazione a benzina consegue un più 5,5 per cento e le diesel soffrono un meno 12,5 per cento, calando al 12,7 per cento.

Mercati maggiori

Il mercato auto a settembre 2023 in Europa ha maturato un più 21 per cento nel Regno Unito, un più 9,2 per cento nell’UE e un meno 10,1 per cento nei Paesi dell’Efta. Tra i major markets dell’Europa occidentale spicca il 22,7 per cento dell’Italia, davanti al 10,7 per cento della Francia e al 2,3 per cento della Spagna. La nostra penisola si ritrova a comanda pure nel cumulato annuo con un più 20,5 per cento, seguito da Gran Bretagna con un più 20,2 per cento, Spagna con un più 18,5 per cento, Francia con un più 15,9 per cento e Germania con un più 14,5 per cento.

Il direttore generale dell’Unrae, Andrea Cardinali, ribadisce la necessità di un Piano chiaro e puntuale del Governo italiano. Servono direttive chiare affinché i cittadini abbiano modo di comprendere quale sia la politica adottata dalle autorità nazionali in merito alla transizione energetica della mobilità stradale. Il piano dovrebbe, anzitutto, apportare dei correttivi al sistema degli incentivi oggi in vigore per renderli fruibili e utili ad un accelerato rinnovo del parco circolante (tra i più vecchi d’Europa), aggiunge Cardinali. Che esorta a recuperare i residui del 2022 e del 2024, destinandoli al 2024 allo stesso scopo.

Inoltre, è dell’avviso che sia essenziale definire un cronoprogramma per lo sviluppo delle infrastrutture pubbliche di ricarica elettrica, in particolare quelle ad alta velocità in ambito urbano e di quelle per l’idrogeno. Attualmente nel Belpaese un misero 1 per cento del parco circolante è alla spina. Pertanto, alla luce del protocollo d’intesa sottoscritto da Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, chiede di fornire un adeguato supporto al mercato. Unrae sollecita a convocare il Tavolo Automotive con la massima urgenza, coinvolgendola nelle discussioni.

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