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Stellantis Melfi, FIOM: “La regione agisca”

Per la rappresentante del sindacato lucano di FIOM CGIL la regione Basilicata deve avere un ruolo attivo nelle attività di Stellantis a Melfi.

Stellantis Melfi

Quella che si profila dinanzi è una settimana importante nel settore automobilistico, per quanto concerne l’emisfero Stellantis. Mercoledì, infatti, andrà in scena un summit in territorio lucano, dove si tratteranno temi di primaria importanza. Dal mantenimento dei posti di lavoro al rilancio dell’aria industriale di Melfi, fino alla transizione ecologica, gli argomenti in agenda saranno molteplici e ciascuno meritevole di grande attenzione. In proposito, la rappresentativa di FIOM CGIL lancia un accorato messaggio.

Stellantis Melfi: messaggio alle istituzioni regionali

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Per Giorgia Calamita, segretaria del gruppo sindacale, occorrono risposte in tempi rapidi, in vista del processo di elettrificazione del portafoglio prodotti. E la regione Basilicata non se ne può stare a guardare, impassibile. Stando all’accordo sindacale sottoscritto nel giugno dello scorso anno il conglomerato italo francese si occuperà di costruire 4 nuovi modelli e di offrire garanzia occupazionale.

Il peso della società nell’economia di Melfi è innegabile, perciò è impossibile restare tranquilli, in attesa che le cose facciano il loro corso. Secondo l’esponente di FIOM CGIL le aziende della componentistica non hanno un quadro ben delineato in merito all’avvenire. Rimangono, infatti, in attesa di acquisire le prossime commesse, andando oltre la logica della guerra dei prezzi, che ha ripercussioni negative sulla condizione salariale e lo svolgimento dell’attività.

stellantis Melfi

Intanto, le notizie inerenti al sito lucano di Stellantis contribuiscono a uno stato di agitazione. Fino al 13 giugno Melfi sconterà un periodo di fermo a causa della mancanza di microchip. Il provvedimento coinvolge 7 mila ed è l’ennesima conseguenza della carenza di componenti. Una situazione che – ha aggiunto la sindacalista – si trascina da ormai troppo tempo. La continuità operativa di maggio era apparsa incoraggiante, mentre ora emergono le solite criticità.

Per la FIOM, affrontare la transizione dell’automotive significa scongiurare il rischio di deindustrializzazione. Ma occorre investire sulla formazione di nuove figure professionali per la riconversione in vista dei grossi cambiamenti a cui è attesa l’industria dei motori. Si invoca altresì uno sforzo sulla diversificazione del prodotto e del servizio, e su un maggiore dialogo col Governo. L’esecutivo – ha concluso Calamita – ha il dovere di accompagnare sì l’innovazione, assicurando l’accesso alla mobilità sostenibile, ma tutelando i posti di lavoro.

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