in

Stellantis-Toyota: “Necessario un confronto sulla Sevel”

I sindacati invocano un incontro dopo l’annunciato accordo tra Stellantis e Toyota per confrontarsi sulle prospettive della Sevel.

Stellantis Toyota nuovo accordo

Stellantis ha annunciato di aver sottoscritto l’intesa con Toyota per la fabbricazione di un nuovo veicolo commerciale destinato al mercato europeo, che verrà realizzato presso gli stabilimenti di Atessa, in provincia di Chieti, e di Gliwice, in Polonia. Adesso il coordinatore nazionale Automotive per la Fiom-Cgil, Simone Marinelli, e il segretario generale Fiom Chieti, Alfredo Fegatelli, commentano la notizia, avanzando qualche timore.

Stellantis-Toyota: l’appello dei sindacati

 

Stellantis logo

Nel 2021 – spiegano in una nota – si è riscontrato un netto calo dell’occupazione in Sevel tra interruzioni di trasferte da altre fabbriche e i circa 600 dipendenti in somministrazione che non banno ottenuto la riconferma. Secondo i portavoce dei sindacati serve organizzare quanto prima un incontro, in cui ciascuna delle parti coinvolte possa condividere le rispettive posizioni. Scendendo nel dettaglio, gli argomenti all’ordine del giorno sarebbero il ruolo che Atessa avrà in relazione all’impianto “gemello” di Gliwice e le prospettive industriali pure per i lavoratori e le lavoratrici dell’indotto.

Sevel – hanno proseguito Marinelli e Fegatelli – hanno l’esigenza di investimenti per nuove strutture e un percorso di rigenerazione che recuperi e stabilizzi i prestatori d’opera precari, i quali hanno per anni consentito alla compagnia di raggiungere volumi e utili da primato.

Sevel Atessa

Il confronto – si legge ancora – è quantomai essenziale per avere un quadro chiaro sul contesto in cui operano lavoratori e lavoratrici. Gli addetti Sevel non versano nelle migliori condizioni per esercitare il loro servizio dati gli efficientamenti con taglio dei costi sulle pulizie, incremento delle saturazioni e temperature non idonee a svolgere le proprie mansioni in sicurezza. Il summit si concluderebbe con un dialogo sui programmi industriali con azienda e istituzioni per fornire certezze a ogni stabilimento situato in Italia.

Ad avviso delle sigle il Governo pecca di immobilismo dinanzi alla crisi. I soli incentivi alla domanda non li ritengono sufficienti a rilanciare il comparto automotive. In assenza di una politica industriale condivisa con i vari attori del sistema e strumenti straordinari, si correrebbe il rischio di scavarsi la fossa da soli. In ballo c’è l’avvenire di un strategia per l’economia della penisola e migliaia di posti. Da qui l’urgenza di convocare il tavolo con i ministeri competenti in materia.

 

 

Lascia un commento