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Stellantis Melfi: il 22 aprile presidio dei lavoratori dei servizi

Domani 22 aprile presidio dei lavoratori dei servizi della fabbrica di Stellantis, pulizia e mensa davanti la Regione Basilicata

Stellantis

A Melfi si vivono momenti tribolati. Nel polo produttivo lucano di Stellantis, emergono sempre problematiche che sembrano non interessare i vertici aziendali. Un tipico esempio è la questione dei servizi, che sono interessati da una mobilitazione indetta dai sindacati. Le chiusure sono un problema, ma anche la riduzione dei turni impatta in misura esponenziale su lavoratori che Stellantis come azienda, poco considera. E sul sito “basilicata24.it” si riporta integralmente un comunicato ufficiale dei sindacati interessati dalla mobilitazione. Sindacati che hanno elencato le motivazioni che hanno spinto all’iniziativa proprio con il comunicato.

Presidio dei lavoratori dei servizi nello stabilimento Stellantis di Melfi

Dovevano salire da 17 a 20 e invece si è passati da 17 a 15. Parliamo dei turni di lavoro allo stabilimento Stellantis di Melfi. La crisi dei semiconduttori continua ad imperversare quindi. Le ripetute fermate collettive come quelle ancora in corso hanno portato a questa decisione ormai da settimane.
Ma c’è una parte della attività lavorativa che viene colpita da questo taglio dei turni, in silenzio. Parliamo dei lavoratori dei servizi, naturalmente esterni a Stellantis. Operai dei servizi mensa e dei servizi di pulizia. Lo sanno bene oltre ai lavoratori, anche Ulitucs e Filcams, sindacati di categoria che ha annunciato il presidio dei lavoratori della Iscot a Potenza, mediate il comunicato unitario.

Il taglio dei turni per i lavoratori, gli effetti e la stilettata a Tavares

Stellantis sede

Nel comunicato stampa di Filcams e Uiltucs Basilicata, di parla dei lavoratori addetti alla pulizia e al servizio mensa della fabbrica Stellantis di Melfi. E il comunicato inizia con una polemica evidente che tira dentro quel Carlos Tavares che è l’amministratore delegato del colosso dell’Automotive nato dalla fusione tra PSA ed FCA. Infatti i sindacati sostengono che mentre gli stabilimenti italiani soffrono, come anche Melfi, fa discutere la notizia di Carlos Tavarez che percepisce una retribuzione fi circa 20 milioni di euro per il 2021, uno stipendio che per gli autisti del comunicato è uno scandalo.

A Melfi in 5 anni molto è cambiato

Secondo la Filcams Basilicata e la Uiltucs Basilicata, l’azienda predica bene, ma alla conta dei fatti nulla o quasi viene fatto per il bene dei sindacati. A Melfi sta succedendo tutto e il suo esatto contrario.
È stata smantellata una linea di produzione, cioè quella della Jeep Compass. Adesso tutti e tre i modelli (anche Jeep Renegade e Fiat 500 X) si producono sull’altra linea rimasta attiva. Si sta perdendo la centralità della fabbrica lucana, questo sostengono i sindacati. Che ricordano come solo 5 anni orsono, a Melfi c’era un’altra situazione. Un miliardo di investimenti e 1.800 nuovo lavoratori assunti solo 5 anni fa, con un incremento che portò a  7300 dipendenti nella fabbrica in località San Nicola di Melfi. Oggi l’esatto opposto. Niente annunci di investimenti nell’immediato e solo annunci di fermate, chiusure e cassa integrazione. Senza considerare il contratto di solidarietà allargato fino ad agosto. E ancora, senza tenere conto dei tanti, troppi incentivi all’esodo offerti agli operai per le dimissioni volontarie.

Le perdite per i lavoratori sono ingenti

I periodi di chiusura così come la riduzione dei turni porta, secondo le associazioni sindacali a perdite salariali a carico dei lavoratori. Dei 7300 lavoratori Stellantis di Melfi adesso ne sono rimasti 6300. Frutto dei piani di incentivazione all’esodo. Secondo i sindacati anche sulle promesse dei 4 veicoli elettrici, si può discutere. I 4 nuovi modelli portano ad un taglio di occupazione di circa il 50%. Sono le stime di chi vede nelle auto elettriche una tipologia di veicoli che necessitano di meno manodopera.
Ma ciò che ha portato alla mobilitazione è la situazione dei lavoratori dei servizi mensa e di pulizia. Domani,  venerdì 22 aprile, dalle ore 16, i lavoratori della Iscot saranno in presidio davanti alla sede della Regione Basilicata. Un presidio a Potenza quindi. Con un obbiettivo prestabilito. Verrà chiesto un vertice con le istituzioni regionali, a partire dal governatore della Regione Basilicata Vito Bardi. Presidente che sarà reso edotto di ciò che sta accadendo ai lavoratori dei servizi di pulizia e mensa.

Perché pagano dazio i lavoratori dei servizi

Questi addetti, secondo Filcams e Uiltucs Basilicata, pagano dazio per via della riduzione dei turni. E lo dimostra il fatto che ben 40 di questi addetti oggi sono stati fermati. Si tratta dei precari del settore, quelli senza una assunzione fissa. Molti dei dipendenti della Iscot, che domani saranno in presidio davanti la sede della Regione Basilicata, oggi sono in cassa integrazione. E vogliono sicurezza per il futuro, perché preoccupati di perdere l’occupazione una volta chiusa la fase coperta dalla cassa integrazione.
Domani questi lavoratori attendono buone nuove, come è inevitabile che sia. Anche perché le promesse di stabilizzazione sono da tempo presenti, ma manca la prova dei fatti.

 

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