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Targhe straniere: dal 21 marzo si cambia, nasce il registro

Ancora novità in materia targhe straniere in Italia, perché dal 21 marzo 2022 entra in vigore la riforma

targa estera

Dopo una lunga attesa e dopo che la materia era stata già pesantemente rivoluzionata dai decreti sicurezza di Matteo Salvini, ecco le novità sulle targhe straniere. Infatti i divieti e le limitazioni alla circolazione di auto con targa straniera in Italia si implementano di un’altra puntata. Prende piede definitivamente la riforma della disciplina che riguarda le auto a targa estera in Italia. La circolazione in Italia dei veicoli immatricolati all’estero è argomento che da troppo tempo merita una definitiva normalizzazione.

La Corte Europea aveva già più volte contestato i decreti italiani (quelli del governo Conte uno con Ministro dell’Interno Matteo Salvini). Vietare come vietavano i decreti sicurezza di Salvini, la libera circolazione di auto a targa straniera in Italia, secondo i giudici europei era una pratica sbagliata, da correggere. Andava contro il diritto europeo della libera circolazione di mezzi e capitali.

E dal 21 marzo prossimo tutto diventa regolamentato. Entra in vigore infatti il cosiddetto REVE, ovvero il Registro veicoli esteri .

Cos’è il REVE per le auto con targhe straniere

La lotta ai furbetti delle targhe estere che ha visto in Matteo Salvini il principale artefice con i suoi decreti sicurezza, ha portato ad una serie di rigide regole in Italia. Vietato circolare con auto a targa estera in Italia, se il guidatore è da più di 60 giorni residente in Italia. In pratica, vietato portare l’auto a targa straniera anche se di proprietà di un amico e perfino di un parente proveniente dall’estero. Infatti il divieto era valido tanto per il proprietario dell’auto che per chiunque fosse trovato alla guida.

L’auto estera di un automobilista che risiedeva in Italia da più di 60 giorni, doveva essere reimmatricolata in Italia o rispedita al Paese di origine. Adesso si avvia la grande rivoluzione che vede nel REVE il punto più alto. Il Registro Veicoli Esteri è istituito presso il PRA (Pubblico Registro Automobilistico).

Il registro, che è un nuovo sistema informatico, andrà a registrare tutti i veicoli targati in un qualsiasi Stato diverso dall’Italia che vengono utilizzati da un automobilista. La condizione per l’obbligo di registrazione è che la disponibilità del veicolo per un determinato utilizzatore, sia superiore a 30 giorni e non necessariamente continuativi. Con la nascita del Registro resta confermato anche l’obbligo di portare a bordo del veicolo la documentazione a firma certa necessaria per evitare multe e contravvenzioni.

Come funziona l’utilizzo di auto a targhe straniere in Italia adesso

auto targa estera

Con le nuove regole e il nuovo registro, una persona diversa dall’intestatario di un veicolo (il proprietario), immatricolato all’estero, non può guidarlo senza avere a bordo un documento con firma certa. Significa un documento sottoscritto dal titolare del diritto di proprietà dell’auto, e con firma e data autenticata.

Il documento a firma certa da portare a bordo dei veicoli con targhe straniere

Nel documento devono comparire i riferimenti al titolo che da diritto al guidatore di utilizzare l’auto di un’altra persona. Tipici esempi sono il noleggio, il contratto di leasing o il comodato d’uso. Inoltre nel documento devono comparire la data di partenza di questo utilizzo e la durata pattuita. Proprio in base a questo documento, se la durata è superiore a 30 giorni in un anno, il veicolo deve essere annotato, da parte dell’utilizzatore, nel REVE. La registrazione deve essere obbligatoria soprattutto per chi utilizza l’auto in Italia molto di più che dei semplici 30 giorni prima citati. Un tipico esempio è quello dei due coniugi di cui uno residente in Italia e l’altro all’estero. Se l’auto del coniuge all’estero viene portata in Italia spesso, meglio registrare il veicolo nel REVE.

Ma lo stesso vale per esempio, per i lavoratori frontalieri. I lavoratori di confine, che magari utilizzano l’auto aziendale estera per tornare ogni giorno in Italia, o che hanno comperato ed immatricolato l’auto nel Paese di confine dove lavorano.

Alcune esenzioni alla registrazione nel REVE

Le esenzioni all’obbligatorietà di iscrizione nel REVE, non mancano. Infatti viene sottolineato che per i residenti a Campione d’Italia, la registrazione del veicolo non è necessaria. Detto anche del fatto che se l’uso del veicolo estero in Italia è inferiore a 30 giorni all’anno, tale registrazione viene meno.

Esenti pure i lavoratori che fanno parte del personale civile e militare delle pubbliche amministrazioni in servizio all’estero, e di loro familiari a carico e conviventi. Esenti pure i conducenti di veicoli immatricolati nella Repubblica di San Marino, anche se residenti in Italia da più di 60 giorni, purché dipendenti di aziende e datori di lavoro che hanno la sede a San Marino e che sono i proprietari dell’auto.

Alcuni chiarimenti sul nuovo Registro Veicoli Esteri

Tutto con lo scopo di regolamentare il flusso di auto estere che circolano in Italia per limitare il fenomeno dei furbetti. Si tratta di coloro che pur utilizzando l’auto in Italia, preferivano per una serie di svariate ragioni, lasciarla immatricolata all’estero o andare proprio a immatricolarla fuori dai confini italiani.

Essere fantasmi autentici di fronte alle multe per le infrazioni del Codice della Strada per esempio. O pagare meno tasse di immatricolazione di quante se ne pagano normalmente in Italia. O ancora, evitare il bollo auto, evitare una assicurazione troppo onerosa e così via.

La nascita del Registro Veicoli Esteri mira proprio a chiudere questo scenario tristemente italiano. Va detto che oltre alla registrazione, sul REVE vanno costantemente aggiornati i dati. Al sopraggiungere di ogni variazione bisogna aggiornare il registro. Un adempimento burocratico che immaginiamo piuttosto oneroso.

Le variazioni vanno sempre comunicate nel Registro

Si dovrà andare a comunicare al REVE, ogni singola variazione dei termini di disponibilità del mezzo e di residenza della persona a cui il veicolo stesso è stato affidato.

Registrazione, variazione e anche la cancellazione se il veicolo esce fuori dalla disponibilità della persona affidataria, andranno fatti per il tramite di una Agenzia per Pratiche Automobilistiche tra quelle registrate allo Sportello telematico dell’automobilista (Sta). A meno che l’interessato non voglia adoperarsi per fare tutto da solo con il PRA (Pubblico Registro Automobilistico). Ogni operazione che si fa con il RAVE è avvalorata dal rilascio di un certificato al diretto interessato. Una certificazione con tanto di QR code con cui le Forze dell’Ordine ad ogni posto di blocco potranno facilmente verificare i dati e la bontà degli stessi.

Quanto costano le nuove operazioni con il REVE per le targhe straniere

Naturalmente in Italia tutto ha un prezzo ed anche la registrazione al REVE non è esente da costi. Infatti la registrazione costerà 27 euro per la tariffa PRA prevista, e poi 16 euro di marca da bollo (imposta di bollo). Ogni variazione poi, avrà un costo pari alla metà della registrazione, cioè 13,50 euro (oltre all’imposta di bollo da 16 euro). Ma parliamo solo delle tasse per chi adopera il canale diretto del Pubblico Registro Automobilistico. Tasse da pagare anche rivolgendosi ad una Agenzia di Pratiche Automobilistiche. A cui però va aggiunta la tariffa delle stesse Agenzie che naturalmente non operano gratis.

Cosa cambia per i residenti all’estero che si trasferiscono in Italia

Tutte le norme prima citate riguardano il soggetto che vive in Italia ed utilizza una auto di un’altra persona residente all’estero. Diverso il caso di uno straniero che si trasferisce a vivere in Italia. In questo caso le regole sono le stesse di prima. Lo straniero che viene in Italia a vivere, e si porta dietro l’auto del suo Paese di origine, deve necessariamente immatricolarla in Italia. E il tempo concesso per questa operazione è di 90 giorni.

Diverso il caso di uno straniero che risiede all’estero ma vive in Italia magari per lavoro. L’auto con targa straniera può essere utilizzata in Italia per un anno di tempo .

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