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Stellantis Cassino, ancora problemi ed esuberi

In arrivo accordi per le uscite volontarie, ma continuano pure i fermi produttivi

Stellantis logo

Dal primo febbraio prossimo si parte con la messa in opera dell’operazione esuberi per lo stabilimento Stellantis di Cassino.

La fabbrica laziale del colosso dell’industria automobilistica nata dalla fusione tra FCA e PSA, continua il suo periodo no.

Infatti ha fatto discutere e non poco il nuovo stop alle attività del 26 gennaio scorso.

Uno stop a sorpresa con i lavoratori costretti ad aspettare notizie davanti la fabbrica per diverse ore.

Cosa succederà a Cassino da febbraio

Diversi siti e media locali hanno messo in luce che dal primo febbraio prossimo si darà il via all’operazione esuberi. Per completare il programma di uscite volontarie incentivate, presto dovrebbero vedere la luce gli accordi su base sindacale.

Si tratta delle ultime limature ad intese che azienda e sindacati hanno trovato e sottoscritto già nel corso del 2021.

Si parte con la Naspi che rispetto al 2021, non potrà più essere utilizzata dopo dimissioni volontarie.

In via del tutto straordinaria per l’emergenza Covid, nel 2021 la legge prevedeva l’indennità di disoccupazione per i lavoratori, anche con dimissioni volontarie (sempre al verificarsi di determinate condizioni). Nel 2022 invece si torna all’antico. L’indennità Naspi si prevede solo a seguito di procedure di licenziamento collettivo con accordi tra sindacati e aziende.

Questo ciò che mettono in luce in una nota collettiva le sigle sindacali più rappresentative, nello specifico, Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr .

L’allarme dei sindacati sugli esuberi

 “La prossima settimana, prevedibilmente martedì primo febbraio, Stellantis aprirà la procedura di dichiarazione di esuberi a cui seguiranno specifici accordi nazionali, salvo il caso in cui una società abbia una sola unità produttiva e di conseguenza è richiesto dalla legge l’accordo in sede locale”

Si apre agli esuberi quindi, e i sindacati si dicono pronti a trattare con l’azienda.  Sarà con ogni probabilità il 3 febbraio la data del summit che i sindacati hanno preannunciato per cercare l’intesa necessaria per quel piano di esuberi che si preannuncia abbastanza vasto. Un piano che dal punto di vista degli incentivi per i lavoratori, dovrebbe basarsi sugli accordi che da mesi sono stati già trovati dopo i precedenti incontri azienda-sindacati.

Ma le fermate di Stellantis fanno ancora discutere

fiom

In questo periodo l’aria che si respira a Cassino per Stellantis non è certo delle migliori ed i sindacati, oltre naturalmente a contestare le fermate, contestano anche le modalità con cui queste fermate vengono messe in atto. Ne è esempio lampante ciò che la Fiom ha ribadito a voce del suo rappresentante Pierluigi De Filippis in merito allo stop del 26 gennaio.

 “Alle 11,15 gli operai del montaggio e collegati sono stati mandati a casa per mancanza materiale, che doveva arrivare ma non è arrivato. Sì perché da un po’ di tempo si lavora al “just end time” e quindi al minimo incidente di percorso la merce non arriva a destinazione. Ma la preoccupazione di chi tutela la salute e sicurezza dei lavoratori è tanta. Da tempo diciamo che i carichi di lavoro e le comunicazioni che non si lavora dall’oggi al domani, ledono lo stato psicofisico del lavoratore”

Le critiche dei sindacati a Stellantis, di fronte a fermate tanto improvvise che addirittura i lavoratori vengono avvertiti quando sono già arrivati in fabbrica. E per i pendolari, sempre secondo i metalmeccanici della Cgil, i problemi sono maggiori. Una volta arrivati in fabbrica devono aspettare fuori dallo stabilimento che partano i pullman per il rientro a casa. Oltre al danno la beffa.

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