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Stellantis: l’accordo con Amazon preoccupa l’Europa

Stellantis: l’eurodeputato Christophe Grudler pensa che l’accordo con Amazon nel lungo periodo finirà per favorire solo gli americani

Amazon Stellantis partnership

Nei giorni scorsi ha fatto molto rumore l’annuncio di un accordo tra il gruppo Stellantis e Amazon. Il colosso dell’e-commerce fornirà alle future auto del gruppo automobilistico le sue tecnologie e i suoi software. In questo modo, come ha detto lo stesso CEO Carlos Tavares, l’azienda nata dalla fusione di Fiat Chrysler e PSA Groupe migliorerà l’esperienza dei suoi clienti grazie all’utilizzo della cosiddetta intelligenza artificiale e al cloud computing di Amazon.

Preoccupa in Europa l’accordo tra Stellantis e Amazon

Sebbene l’accordo possa sembrare una cosa positiva per Stellantis, c’è chi non ha apprezzato questa novità e teme che ciò possa danneggiare l’Europa. Ci riferiamo all’eurodeputato Christophe Grudler, che è anche vice-coordinatore Renew Europe per il comitato Industria, ricerca ed energia (ITRE). Il politico in una dichiarazione resa lo scorso 14 gennaio ha dichiarato che teme che Stellantis con questo accordo diventi “un subappaltatore di Amazon” e che recupererà solo una “piccola parte del valore aggiunto “.

L’eurodeputato si chiede cosa resterà a Stellantis, se gran parte del software e dei dati sarà sfruttato da Amazon, un gigante digitale sempre più affamato di dati. Secondo il politico solo una piccola parte del valore aggiunto, quello del veicolo fisico, che tenderà a diminuire nel tempo rimarrà al gruppo di Carlos Tavares. Mentre invece il software e i dati che diventano sempre più importanti andranno ad Amazon.

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Stellantis: l’eurodeputato Christophe Grudler pensa che l’accordo tra Stellantis e Amazon nel lungo periodo finiròà per favorire solo gli americani

Per Christophe Grudler, Stellantis rischia di diventare “quasi un subappaltatore di Amazon, quest’ultima che raccoglie dati sempre più preziosi sugli utenti, soprattutto europei, con un trasferimento negli Stati Uniti”.

La FIA e l’Associazione Automobile Club hanno recentemente pubblicato uno studio, in cui si ricorda che “l’85% dei consumatori ritiene di non avere alcun controllo sui dati dei propri veicoli”.

Christophe Grudler ha concluso dicendo che se i produttori europei perdono questa nuova ondata digitale, quella dello sviluppo dei dati nell’industria, allora è la sovranità europea che ne risentirà, così come i posti di lavoro.

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