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Auto storiche e auto d’epoca: guida alla revisione periodica,

Anche le auto storiche sono assoggettate a revisione periodica come tutti i veicoli, ecco come espletare l’adempimento

La revisione periodica è uno degli adempimenti a cui sono assoggettati i proprietari di veicoli in Italia. In genere la revisione va fatta ogni due anni. Un adempimento questo a cui sono chiamati anche i proprietari di auto piuttosto vecchie.

Ma non tutte le auto anziane devono effettuare la revisione. Il fattore determinante è la circolazione su strada. Infatti la revisione è obbligatoria per consentire all’auto di circolare.  L’argomento però va approfondito, perché proprio partendo dalla revisione è necessario fare un distinguo tra auto d’epoca ed auto storiche.

E poi occorre aggiornarsi alle novità legislative, perché un recente decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, precisamente il decreto numero 422, ha introdotto importanti novità che riguardano anche la revisione.

La revisione per le auto storiche e auto d’epoca, dettami normativi

La revisione di mezzi storici o d’epoca non segue le regole generali di tutti gli altri veicoli. Infatti le tempistiche e le regole cambiano. La prima cosa che andrebbe sottolineata è la differenza tra auto d’epoca ed auto di interesse storico.  Tale differenza è contemplata dagli articoli n° 60 e n° 124 del Codice della Strada.

Nel dettaglio le auto storiche vengono così definite perché sono auto che possono liberamente circolare e che sono di interesse collezionistico e storico. Le auto d’epoca invece, oltre che per l’importanza storica e collezionistica, sono auto non libere di circolare (servono opportune autorizzazioni in concomitanza con eventi, mostre e manifestazioni) e soprattutto, auto non più registrate al Pubblico Registro Automobilistico (PRA).

Revisione periodica identica alle altre auto anche per molti veicoli storici

Le auto d’epoca sono notoriamente quelle con più di 30 anni di vita, mentre le auto storiche sono quelle tra i 20 ed i 30 anni di vita. La differenza di età dell’auto però non basta a far si che un veicolo venga o meno considerato d’epoca. Difatti occorre pure la registrazione nei registri appositamente creati per queste particolari tipologie di veicoli.

Tornando alla revisione periodica, per le auto storiche non cambia nulla per questo adempimento. Il controllo di questi veicoli deve comunque essere effettuato a cadenza biennale proprio come la generalità delle altre auto. Anche i controlli se si escludono la decelerazione o le emissioni inquinanti sono i medesimi delle altre auto.

Le auto d’epoca invece, essendo cancellate dal PRA ed essendo non libere di circolare, non  sono assoggettate alla revisione periodica. Per loro c’è l’obbligo di un controllo ogni 5 annida effettuarsi presso la Motorizzazione Civile o da enti dalla stessa MTCT  preposti.

Proprio su questo obbligo ecco che entrano in vigore alcune novità che facilitano e non poco l’adempimento per le auto immatricolate la prima volta in data antecedente il 1° gennaio 1960.

Le novità del decreto del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture

Per auto (ma non solo, perché le novità riguardano anche le moto) immatricolate la prima volta prima del 1° gennaio 1960. Si tratta di che hanno quindi oltre 50 anni di vita. è per queste che viene meno l’obbligo di presentare l’auto a controllo presso la Motorizzazione Civile o presso enti autorizzati dalla stessa.

Non appena il decreto sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale per la sua definitiva entrata in vigore, anche questi veicoli potranno essere sottoposti a revisione alla stregua di qualsiasi altro veicolo. In pratica, basterà rivolgersi a qualsiasi officina autorizzata.

Lo ha sancito il decreto del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti sottoscritto dal Ministro Enrico Giovannini lo scorso 28 ottobre. Una semplificazione dell’adempimento ed un vantaggio non indifferente per chi ha questi veicoli. Si tratta di mezzi che per via della loro anzianità, spesso erano chiamati a lunghi tragitti per raggiungere le sedi della Motorizzazione o degli altri enti autorizzati.

Va ricordato infatti che non tutti i Paesi e le città hanno sedi della MTCT e che in genere queste sedi si trovano nelle grandi città e nei capoluoghi di Provincia. L’unico vincolo è che il veicolo deve essere in grado di essere messo sui classici rulli su cui vengono controllati per esempio, i sistemi frenanti.

Il decreto del MIT nel dettaglio, cosa cambia per la revisione

Auto senza revisione

Il decreto da poco licenziato dal Ministro Enrico Giovannini, è il n° 422 del 28 ottobre 2021. Sono stati gli enti gestori delle registrazioni di questi veicoli di particolare interessa a spronare il governo a porre fine a questa autentica anomalia burocratica che metteva in difficoltà i proprietari di questi veicoli.

Ciò che ha introdotto il nuovo atto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è una modifica all’apparato normativo già usato.Parliamo cioè del precedente decreto del MIT pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nel marzo 2010.

Cosa cambia dal punto di vista normativo

“Le revisioni dei veicoli di interesse storico e collezionistico costruiti prima del 1° gennaio 1960 sono effettuate esclusivamente dai competenti uffici della Motorizzazione civile qualora le prove di frenatura siano effettuate secondo le modalità indicate al precedente punto 3.2.2”, questa la sopraggiunta modifica che ha cancellato il precedente paragrafo 4.2. In pratica ciò che prima era obbligatorio per qualsiasi veicolo, cioè la verifica della Motorizzazione, adesso è obbligatorio solo per veicoli che non possono essere messi sui rulli.

Infatti solo la Motorizzazione o gli altri enti prima citati hanno la possibilità di utilizzare un sistema diverso (a GPS) per verificare se il veicolo ha la funzionalità di frenare decelerando di 4,5 m/s ad una velocità di 40 Km/h.

Cosa dicono le associazioni dei pubblici registri di auto storiche

Gli enti che gestiscono i pubblici registri dove vengono annotate le auto di questo interesse hanno spronato il governo ad agire in correzione della norma. Tali registri sono i seguenti:

  • ASI (Auto moto club Storico Italiano);
  • Storico Lancia;
  • Fiat italiano;
  • Italiano Alfa Romeo;
  • FMI (Federazione Motociclistica Italiana).

E proprio il Presidente dell’ASI, cioè Alberto Scuro, ha commentato la novità in maniera inevitabilmente positiva.

“Si conclude un lungo percorso che la nostra associazione stava portando avanti da anni con la collaborazione della Motorizzazione. L’emanazione del provvedimento, già previsto e dettagliato a fine 2019, è arrivata finalmente alla firma del ministro Enrico Giovannini. I veicoli storici costituiscono un patrimonio culturale da promuovere, difendere e tutelare. Ridurre la burocrazia e semplificare le procedure per mettere in regola la propria auto o la propria moto classica vale più di incentivi economici”, questo ciò che si legge su “Gazzetta Motori”, l’area tematica del quotidiano “La Gazzetta dello Sport”.

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