in

Omicidio stradale per divieto di sosta: nessuna sorpresa

omicidio stradale

In tempi non sospetti, abbiamo scritto che c’è l’omicidio stradale per divieto di sosta. L’auto in strada è come fosse in circolazione, quindi se il proprietario commette un’infrazione sostando male, allora può essere accusato del reato di omicidio stradale qualora la macchina causa un incidente mortale. Una seconda accusa è il reato di lesioni stradali, se l’auto in sosta vietata causa feriti gravi.

Nelle scorse ore, qualcuno si è sorpreso: omicidio stradale per divieto di sosta (infrazione dal Codice della Strada) a un uomo che aveva parcheggiato male. Ma non c’è proprio niente di cui sorprendersi. Questa è la legge, molto chiara.

Esiste infatti la legge 41 del 2016: inserisce nel Codice Penale il delitto di omicidio stradale (articolo 589-bis). Attraverso il quale è punito, a titolo di colpa, con la reclusione il conducente di veicoli a motore la cui condotta imprudente costituisca causa dell’evento mortale. In particolare, è punito con la reclusione da 8 a 12 anni l’omicidio colposo commesso da conducenti un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica grave. Sanzioni pesanti anche per i pirati.

Quindi, l’omicidio stradale nasce come legge anti droga e anti alcol. Ma include mille altri comportamenti scorretti.

Omicidio stradale per divieto di sosta: cosa è successo

Come riporta il Giorno, sarà processato per omicidio stradale a causa dell’auto lasciata in sosta vietata un automobilista milanese che parcheggiò in sosta vietata. L’uomo è accusato di cooperazione colposa per la morte di Michael Nasr. Il 25enne romano, di padre egiziano, era stato travolto a un incrocio da un 83enne, proveniente dalla direzione opposta e passato con il rosso. Sbalzato dal suo motorino, era finito sul retro di una Subaru, parcheggiata irregolarmente

L’83enne non potrà invece rispondere del reato nel processo che inizierà a breve: è deceduto per cause naturali. Senza quella macchina secondo l’ipotesi accusatoria Michael si sarebbe potuto salvare. Quindi, al posto di una semplice multa, il conducente si dovrà difendere dall’accusa di concorso in omicidio.

Lascia un commento